Giovannini a Festambiente: approvato il Piano di mobilità ciclistica urbana ed extraurbana
Ciafani: cambiare con urgenza registro sulla transizione ecologica in Italia, perché non ci siamo davvero
[4 Agosto 2022]
Ieri, dopo l’inaugurazione di Festambiente a Rispescia (GR) il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims), Enrico Giovannini, ha annunciato l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni del primo “Piano di mobilità ciclistica urbana ed extraurbana” italiano che, spiega una nota del Mims, per il periodo 2022 – 2024 «Prevede un finanziamento, già assegnato, pari a 943 milioni di euro, su un valore complessivo di 1,2 miliardi. Il Piano, previsto dalla legge 2/2018, contiene una programmazione di lungo periodo per migliorare e potenziare i sistemi di mobilità ciclistica urbana e interurbana, in linea con le indicazioni europee. È stato elaborato grazie al dialogo costante con gli stakeholder e punta a realizzare il ‘Sistema Nazionale della Mobilità Ciclistica’ (Snmc) per rendere tale modalità una componente fondamentale del sistema di mobilità sostenibile, con caratteristiche di accessibilità, impatto ambientale positivo e basso costo economico. Il Piano illustra gli interventi in ambito urbano, metropolitano ed extraurbano (provinciale o intercomunale, regionale, nazionale ed europeo) per il cui sviluppo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) destina 600 milioni di euro. Aumento della sicurezza dei ciclisti, miglioramento della segnaletica, creazione di uno spazio condiviso tra i diversi utenti della strada sono i capisaldi del Piano, insieme alla creazione di percorsi ciclabili nei centri urbani e a livello extraurbano anche per promuovere lo sviluppo turistico dei territori. In particolare, per le ciclovie turistiche il Pnrr prevede 400 milioni di investimenti negli anni 2022-2026 per realizzare almeno 1.235 di chilometri aggiuntivi ed effettuare opere di manutenzione straordinaria sulla rete esistente. Per le ciclovie urbane il Pnrr stanzia 200 milioni di euro per la realizzazione, entro giugno 2026, di 565 chilometri di percorso in ambito urbano e per rafforzare i collegamenti tra le stazioni ferroviarie e le università».
A Festambiente Giovannini ha detto: «Sono lieto di essere oggi qui, come persona che condivide in pieno i valori di questa festa, e di condividere con voi anche quanto accaduto a Roma: oggi c’è da festeggiare perché in Conferenza Stato-Regioni è finalmente stato approvato il primo Piano nazionale della mobilità ciclistica che contempla sia ciclabilità urbana che extraurbana. In secondo luogo, il Parlamento ha convertito in via definitiva il secondo decreto legge sulle Infrastrutture e la mobilità, che va verso una mobilità di tipo sostenibile, infrastrutture migliori e maggiore sicurezza e in cui, per la prima volta, sono contenuti incentivi per trasformare in senso ecologico anche la nautica da diporto. Per quanto riguarda le ciclabili, inoltre, abbiamo anche concordato che le regioni entro marzo potranno aggiungere alla rete Bicitalia nuovi tratti. C’è un punto importante che lasceremo al nuovo governo per l’inserimento in legge di bilancio ed è il tema della manutenzione delle piste ciclabili. Nei tanti fondi dati a province e regioni per la manutenzione di strade provinciali e regionali abbiamo previsto la possibilità di costruire dei cordoli per proteggere i ciclisti, in più è stato fatto recentemente un accordo importante nell’ambito dell’Appennino Bike Tour, che ci ha visti collaborare insieme a Legambiente, itinerario straordinario che attraversa tutta Italia, da Nord a Sud: il Ministero sta finanziando la segnaletica che segnalerà agli utenti ma anche agli automobilisti di stare molto attenti ai ciclisti. Ricordiamo che nel Piano nazionale per la sicurezza al 2030 l’attenzione ai ciclisti è molto alta. Il tempo per la transizione ecologica è molto breve, serve oggi dare prospettiva di sviluppo sostenibile a tutti quanti i nostri territori».
Passi avanti che non bastano certo ad affrontare davvero una situazione ambientale. energetica, sociale e politica sempre più cond fusa e difficile e che è stata avidenziata nell’intervento del presidente nazionale di Legambiente Stafano Ciafani: «Il nostro Paese non finisce mai di stupirci. Avevamo costruito il programma di Festambiente attorno all’uscita dalle quattro crisi che gravano sulla testa degli abitanti del pianeta: la crisi climatica, quella da Covid-19, l’emergenza bollette dovuta alla speculazione dei produttori di gas fossile, quella umanitaria causata dalla guerra in Ucraina innescata dall’inqualificabile invasione militare russa. Mai avremmo immaginato di organizzare la nostra festa dopo una inaspettata “quinta crisi”, quella di governo, che ha portato a elezioni anticipate e che rischia di ritardare lo sviluppo delle rinnovabili previsto nella seconda parte del 2022, grazie a riforme e bandi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per la lotta alla crisi climatica. Nella prima metà dell’anno, al netto di alcune semplificazioni sulle rinnovabili il governo ha lavorato per diversificare i Paesi da cui compriamo gas fossile, per far ripartire le centrali a carbone o a olio combustibile, per far costruire rigassificatori galleggianti per importare gas dai Paesi non collegati da gasdotti, per far ripartire le estrazioni di gas dai fondali marini. Si deve con urgenza cambiare registro sulla transizione ecologica in Italia perché non ci siamo davvero».