Il più grande incendio di sempre nella Francia in fiamme. I Verdi: sottovalutati gli effetti del riscaldamento globale
Il ministro degli interni: la ripresa dell’incendio in Gironda potrebbe essere un atto doloso
[11 Agosto 2022]
Incendi che sembravano spenti sono ripresi nelle Landes e nella Gironda, continuano giganteschi e virulenti incendi nella Maine-et-Loire, nell’Aveyron, nella Drôme, nell’Isère, nel Jura… La Francia ieri era in fiamme e l’incendio che in due settimane, a metà luglio, aveva incenerito più di 20.000 ettari di foresta nella Gironda. In realtà «Si era seppellito da solo», rimanendo in agguato nella torba sotto brughiera, «Una bestia tranquilla che speravamo si fosse addormentata», scrive Liberation, ma il 9 agosto, quasi un mese dopo lo scoppio del primo disastroso incendio, «La bestia si è svegliata. E ha ripreso vigore».
Il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, ha detto di sospettare che dietro l’incendio boschivo nuovamente divampato nel dipartimento della Gironda ci possa essere la mano dei piromani. Fino a ieri erano stati bruciati altri 6.200 ettari, la principale autostrada Bordeaux – Bayonne è stata chiusa e fino a 10.000 persone sono state evacuate.
Ieri, durante una visita su un altro fronte del fuoco, nell’Aveyron, nella Francia centrale, Darmanin ha detto ai giornalisti che «Ci sono stati otto incendi, tra le 8 e le 9 di questa mattina, iniziati a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, il che è abbastanza insolito».
In realtà, il focolaio non era stato mai è mai stato ufficialmente dichiarato estinto o e le fiamme sono riapparse a Landiras, nonostante il costante monitoraggio dei vigili del fuoco. Liberation scrive che le fiamme «In una notte sono riuscite a divorare 6.000 ettari di foresta e a obbligare più di 6.000 persone a lasciare le proprie case in fretta e furia. Alla fine della giornata di mercoledì, la situazione era tutt’altro che sotto controllo».
Oggi Darmanin è in Gironda insieme alla primo ministro francese Elisabeth Borne, che ha annunciato una «Mobilitazione totale per combattere l’incendio. Su diversi fronti, i nostri vigili del fuoco stanno affrontando incendi particolarmente violenti. La mobilitazione del governo e dei servizi statali, insieme ai funzionari locali eletti, ai volontari e ai residenti, è totale».
Ma la stampa locale descrive come fuori controllo l’incendio nuovamente divampato nella Gironda che sta bruciando la foresta vicino a Hostens, sta minacciando le città di Saint-Magne e Landiras e si sta diffondendo anche nella vicina prefettura delle Landes. L’ultimo centro abitato evacuato ieri è Beliet, con circa 2.500 abitanti. Finora non sono state segnalate vittime.
Ieri Darmanin ha spiegato che «Oltre 1.000 vigili del fuoco, 9 aerei e due elicotteri sono già impegnati nella lotta contro l’incendio» e ha chiesto ai datori di lavoro locali di dare permessi ai vigili del fuoco volontari per aiutare a spegnere l’incendio.
Il mega-incendio di Hostens è il più grande di una mezza dozzina di incendi in corso in tutta la Francia, il più pericoloso dei quali sembra quello vicino a Bauge-en-Anjou nella Maine-et-Loire che ieri a mezzogiorno aveva già incenerito 1.200 ettari. La Francia è ovunque in preda alle fiamme, con incendi nell’Aveyron, nel Maine-et-Loire, nel Jura, nella Drôme e persino nell’Isère. Incendi che mobilitano migliaia di vigili del fuoco, innescano l’evacuazione di interi quartieri e devastano la biodiversità. «Sintomo di un’estate torrida e di una siccità cronica – scrive Liberation – questi incendi fungono da ennesimo promemoria delle già percettibili devastazioni del cambiamento climatico».
Ieri il ministro della Transizione ecologica Christophe Béchu era sul frongte dell’incendio della Maine-et-Loire. La sua regione natale, e ha detto che «Bisognerà imparare la lezione degli incendi di questa estate e ripensare l’approccio alla gestione delle risorse idriche e forestali». Ieri sera l’incendio che durava da lunedì è stato domato dopo aver distrutto 1.400 ettari nella foresta di Pugle (Maineet-Loire) e . In serata, l’incendio è stato ora domato dai circa 600 vigili del fuoco mobilitati e Béchu, ex sindaco di Angers ha detto a LIberation: «Sono stato il presidente dei vigili del fuoco di questo dipartimento per dieci anni. Ma quello che abbiamo visto qui non ha equivalenti: nessun vigile del fuoco qui ha sperimentato un incendio di tale portata. Questo illustra quanto diciamo da alcune settimane: il riscaldamento globale sta spostando la geografia dei territori a rischio».
Ma parlamentari e amministratori locali di Europe Écologie Les Verts (EELV) denunciano fin dall’inizio dei mega-incendi: «Conosciamo le cause di questi disastri: una siccità che imperversa in Francia da mesi, temperature che in alcuni punti superano i 42 gradi, forti venti e vegetazione che favorisce i “salti di fiamma”. Di fronte a questa situazione, la reazione dello Stato appare molto tardiva e il personal e le attrezzature a disposizione per combattere questi incendi sono insufficienti».
Per Vital Baude, consigliere regionale EELV di Arcachon, «A forza di smentire la realtà del riscaldamento globale, il governo ha una pesante responsabilità per l’impreparazione del nostro Paese di fronte alle conseguenze di temperature sempre più estreme: ghiacciai che collassano, esaurimento delle risorse di acqua potabile, prosciugamento dei fiumi, agglomerati urbani soffocanti, incendi incontrollabili».
Secondo le copresidenti del gruppo EELV al Consiglio dipartimentale della Gironda, Laure Curvale e Maud Dumont, «Questi incendi non sono solo semplicemente un pericolo ma la manifestazione del cambiamento climatico. In un mese, a luglio il nostro dipartimento ha subito 2 ondate di caldo, grandine e ora incendi che hanno causato lo sfollamento di migliaia di persone e distruggono la biodiversità».
Gli esponenti di EELV concludono: «I mezzi del SDIS (Service départemental d’incendie et de secours, ndr) sono sottovalutati in questo dipartimento in forte crescita demografica che concentra quasi tutti i rischi naturali. I piani di intervento devono essere adattati alle nuove sfide, alla maggiore prevenzione dei rischi (9 incendi su 10 sono di origine umana) e alle risorse aeree antincendio situate nel sud-ovest. Dovremo aspettare altri disastri prima che il governo faccia finalmente il punto della situazione? Perché accompagni, con mezzi all’altezza della situazione l territori per adattarsi ai cambiamenti climatici e in particolare per agire contro il rischio di incendio? Piuttosto che tentare di fomentare false polemiche, il Governo deve prendere coscienza dell’entità della crisi che stiamo attraversando e della violenza delle conseguenze del cambiamento climatico, che non potrà che peggiorare. E’ urgente agire per proteggere le nostre foreste e la biodiversità!»