I suoli europei possono rafforzare l’azione climatica. Ma attualmente emettono più CO2 di quanta ne assorbano
Circa tre quarti dei suoli organici dell'Ue si trovano in Svezia e Finlandia
[8 Settembre 2022]
L’Unione europea si è impegnata a ridurre le sue emissioni nette di gas serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e a diventare carbon neutral entro il 2050. Il briefing “Soil carbon” dell’European Environment Agency (EEA) fornisce, sulla base dei dati del 2019, una panoramica dei pool di carbonio e delle emissioni di gas serra provenienti dai suoli organici e minerali europei ed ricorda che «I suoli possono rimuovere il carbonio dall’atmosfera o emettere emissioni di gas serra». Ma attualmente «I suoli europei sono una fonte netta di emissioni di gas serra e, se non affrontato, questo potrebbe rappresentare un rischio per gli obiettivi climatici dell’Unione europea. Le azioni di mitigazione possono ridurre la perdita di carbonio e avere importanti benefici collaterali sulla biodiversità, ma alcune azioni possono anche avere dei compromessi come le emissioni di altri gas serra».
Infatti, dal briefing EEA emerge che «Gli Stati membri dell’UE hanno segnalato una perdita di carbonio dai suoli organici che corrisponde a circa 108 megatonnellate di emissioni di anidride carbonica (Mt CO2) nel 2019. Nello stesso anno, i suoli minerali hanno rimosso circa 44 Mt di CO2 dall’atmosfera. Le emissioni nette di gas serra dal suolo, circa 64 Mt di CO2 equivalente, corrispondevano a poco meno del 2% delle emissioni nette complessive dell’Ue nel 2019, ovvero circa la metà della quota Ue delle emissioni dell’aviazione internazionale».
Circa tre quarti dei suoli organici dell’Ue si trovano in Svezia e Finlandia, ma le emissioni complessive dei suoli organici sono di gran lunga più elevate in Germania, a causa dell’elevata quota dei suoi suoli organici sotto seminativi e pascoli. Le maggiori perdite di carbonio per ettaro provengono dall’estrazione della torba soprattutto in Finlandia, Irlanda, Lettonia, Estonia e Germania.
L’EEA evidenzia che «Per aumentare il sequestro di carbonio dei suoli e diminuire le perdite di carbonio, esistono opzioni di mitigazione, come il ripristino delle torbiere o l’agroforestazione, che in molti casi possono anche avvantaggiare ad esempio la biodiversità o la qualità dell’acqua. Tuttavia, a seconda del tipo di suolo, del clima locale e delle modalità di gestione del territorio, le azioni di mitigazione possono aumentare le emissioni di altri gas serra, come il metano (CH4) e il biossido di azoto (N2O), o avere conseguenze negative sulla biodiversità o produzione di cibo».
Il briefing dell’EEA sottolinea anche «L’importanza di sviluppare e utilizzare metodi scientificamente validi per stimare gli impatti sul clima delle diverse pratiche di gestione del territorio, nonché il loro impatto sul ripristino della natura».
Nel complesso, il settore dell’utilizzo del suolo, dei cambiamenti nell’uso del suolo e della silvicoltura (land use, land use change and forestry – LULUCF) è un importante pozzo di carbonio che assorbe la CO2 dall’atmosfera, ma il briefing conclude ricordando che «Tuttavia, ci sono grandi differenze tra i Paesi a causa delle dimensioni del singolo Paese, del modo in cui viene utilizzata la terra e del tipo di suolo».