Un’emergenza sottovalutata che paradossalmente convive con spreco alimentare e obesità

Come affrontare la povertà alimentare in Italia, a partire da Roma

Sul V e VI Municipio grava il più alto tasso di povertà alimentare di tutta la Città metropolitana

[21 Settembre 2022]

In Italia non esiste un indicatore specifico per misurare la povertà alimentare, che rappresenta un’altra forma di ingiustizia e diseguaglianza territoriale.

Recentemente un lavoro originale sulla povertà alimentare a Roma prova a far luce su questa emergenza, proponendo un Indice di accessibilità alla dieta sana e sostenibile, basato su un modello di dieta mensile che valuta la dimensione quantitativa e qualitativa del cibo, con un focus sull’aspetto nutrizionale e ambientale, ed è in grado di misurare l’incidenza reale della spesa per cibi sani, riuscendo a fotografare le aree dove la povertà alimentare è più grave.

Un passo avanti che ci dice alcune cose importanti. Da un lato, la povertà alimentare affonda le sue radici nella povertà di reddito, che in Italia colpisce il 9% della popolazione, ovvero 5,6 milioni di persone in povertà assoluta, mentre il 25% è a rischio povertà, con una particolare incidenza nel Mezzogiorno, fra i minori e tra i 18-34enni, nelle famiglie con cinque e più componenti, tra quelle in affitto, tra i dipendenti inquadrati nei livelli più bassi, tra gli stranieri (qui l’incidenza è quattro volte quella degli italiani).

Dall’altro lato, la povertà alimentare, esattamente come la povertà energetica, non dipende solo dal reddito, ma da una serie di molteplici fattori che costringono le famiglie a indirizzarsi verso un cibo di scarsa qualità e insufficiente a garantire standard minimi di salute.

A Roma, in una Regione in cui circa 600mila persone vivono in condizioni di povertà̀ e nella sola Capitale nell’ultimo anno ci sono state 80.351 nuove domande per il Reddito di cittadinanza, la povertà alimentare rispecchia le insostenibili disuguaglianze sociali: il V e VI Municipio, ossia il territorio del collegio uninominale della Camera in cui sono candidata per il centrosinistra, sono quelli con il più alto tasso di povertà alimentare (più alto anche di tutti i paesi della Città metropolitana).

Il problema oggi è in rapida espansione ovunque, per la convergenza e sovrapposizione di tre grandi crisi: quella legata alla pandemia – nei prima quattro mesi della pandemia il Banco Alimentare ha assistito 2,1 milioni di persone, rispetto a 1,5 milioni prima del Covid-19 –, la crisi energetica e l’aumento dei prezzi agricoli.

Non c’è tempo da perdere. Fino ad oggi le uniche contromisure in campo, a livello nazionale, sono state la filiera della solidarietà con associazioni, parrocchie, gruppi spontanei di cittadini e il recupero dello spreco alimentare, cresciuto del 20% nel primo anno di applicazione della legge Gadda, che ha intrecciato obiettivi di sostenibilità economica e ambientale con quelli di solidarietà sociale e civica.

Dal Comune di Roma arriva un altro segnale importante, l’investimento nelle mense, fortemente voluto dall’assessora alla Scuola, formazione e lavoro Claudia Pratelli.

Nel Lazio la percentuale di minori in condizione di povertà alimentare nel 2021 è stata del 9,32%, la percentuale di coloro che non consumano un pasto proteico al giorno è del 4,5%: a Roma ci sono quindi circa 6000 bambini e bambine al giorno per i quali la mensa scolastica è l’unico pasto completo, equilibrato e sano che fanno nella giornata. Anche su questo la scuola fa la differenza nella lotta alle disuguaglianze sociali.

Non solo. La politica del Comune di Roma è diventata un vero e proprio modello di intervento, riconosciuto anche all’estero, che ha un grande impatto sul mercato del cibo locale e sull’intera filiera agro alimentare italiana, nonché sul comportamento della società.

Quello che dobbiamo riconoscere è che la povertà alimentare è un’altra grave forma di ingiustizia. Un’emergenza sociale, che qui da noi è esplosa con la pandemia ma che nel mondo da anni colpisce 800 milioni di persone, bersagliate dalla fame, e 2 miliardi e 370 milioni condannate ad un’alimentazione insufficiente. Un’emergenza che paradossalmente convive con il fenomeno dello spreco alimentare, e, fatto ancor più assurdo, con la piaga dell’obesità: 39 milioni i bambini obesi e oltre il 40% della popolazione adulta, circa 2 miliardi e 200 milioni di persone.

Ma non è un controsenso! Nei paesi più sviluppati il fenomeno dell’obesità è diffuso soprattutto tra le fasce più povere della popolazione, con gravi conseguenze sulla salute. Fame ed obesità sono due facce della stessa medaglia. La scarsa nutrizione si accompagna alla cattiva nutrizione.

Quello che oggi serve è una politica pubblica che colga le connessioni tra aspetti economici, sociali, nutrizionali ed educativi. Ed è importante che il Lazio, grazie anche alla spinta impressa dalla consigliera Marta Bonafoni, sia la Regione che ha approvato, proprio in questa logica, la prima legge regionale sui biodistretti. Un passo avanti per consolidare il “diritto al cibo sano e di qualità per tutti” come un fondamentale diritto di cittadinanza.

di Rossella Muroni, deputata ecologista e candidata alla Camera per il centrosinistra nel collegio uninominale Roma 03, nei Municipi V e VI della Capitale