Basta con questo animalismo prêt à porter, da indossare a piacimento secondo le convenienze
Elezioni, Enpa: fucili ai 16enni e caccia dai motoscafi e d’agosto, Meloni vuole la caccia selvaggia
Wwf: «Troppe promesse per accontentare i cacciatori»
[22 Settembre 2022]
A pochi giorni dalle elezioni, il Wwf Italia esprime «Grande preoccupazione rispetto ad una serie di dichiarazioni rilasciate da importanti esponenti di alcuni partiti politici che stanno promettendo ai cacciatori modifiche normative a loro favore in cambio di voti. La campagna elettorale che sta per concludersi ha visto esponenti di alcune formazioni politiche rivolgersi ai cacciatori promettendo di modificare la legge sulla tutela della fauna selvatica attraverso la riduzione delle tutele previste che sono già minime e poco efficaci. Questi propositi sono spesso frutto di argomentazioni infondate come quella secondo la quale la caccia sia indispensabile per garantire un equilibrio dell’ecosistema. I fatti dimostrano, ad esempio, che il rilascio in natura per scopi venatori di specie come i cinghiali abbia determinato e determini squilibri e danni all’ambiente e alle attività economiche come quelle agricole. Questi effetti distorsivi sono amplificati proprio dall’attività venatoria che quindi non può essere ritenuta la soluzione. Il controllo della fauna selvatica è un’attività che per essere efficace deve essere effettuata sulla base di studi scientifici e non può essere affidata a persone in palese conflitto di interesse».
Per il Wwf, «Ancora più grave appare la proposta di smembrare ISPRA in piccoli istituti regionali facilmente controllabili e condizionabili dalla politica, come stanno promettendo alcuni esponenti politici. Si tratterebbe di un durissimo colpo per il massimo Istituto scientifico pubblico dedicato alla protezione della natura e per la tutela della fauna che è un patrimonio indisponibile dello Stato e quindi di tutti i cittadini e non di una piccolissima minoranza di cacciatori».
L’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) fa nome e cognome del massimo esponente dei politici pro-caccia selvaggia e indica quale sia il Partito che sta contendendo alla Lega di Salvini il voto dei cacciatori: «Fucili ai sedicenni, mercificazione dei selvatici, spari in notturna, prolungamento della stagione venatoria. E ancora: spari dai motoscafi, depenalizzazione dei reati di reati di caccia, ampliamento delle specie cacciabili. Ecco, al di là delle foto “acchiappalike” con cani e gatti, le vere politiche ambientaliste e animaliste di Fratelli d’Italia che ha in programma lo smantellamento della 157/92, la legge che da oltre 30 anni in Italia tutela la fauna selvatica. A farsi portatore di questo progetto, il più grave attacco contro la biodiversità mai portato nel nostro Paese, è Sergio Berlato europarlamentare nonché responsabile fauna per conto del partito di Giorgia Meloni».
L’ENPA spiega che «In queste settimane di campagna elettorale la leader di FdI, come altri esponenti politici, ha ostentato una presunta sensibilità animalista facendosi immortalare in compagnia di cani e gatti. Non una parola è stata detta su allodole, tortore, volpi, cervi, tordi, orsi che – lo ricordiamo – sono animali anch’essi e hanno diritto anch’essi ad essere tutelati, soprattutto da cacciatori e bracconieri. Basta con questo animalismo prêt à porter, da indossare a piacimento secondo le convenienze, che discrimina tra esseri senzienti di serie a e di serie b. Chi ama davvero gli animali non li uccide, tanto meno per divertimento. La linea politica di FdI in materia di caccia, una vera deriva venatoria, diventa ancora più pericolosa quando prefigura la possibilità far imbracciare i fucili ai 16enni. Tra pandemie, guerre, recessioni, il mondo di oggi per i ragazzi sta diventando una casa sempre più inospitale. Gli adolescenti hanno bisogno di essere incoraggiati e rassicurati, non certo spediti in mezzo ai boschi a sparare a qualsiasi cosa si muova. Giorgia Meloni, che pure ama mostrarsi in prima linea sui temi della famiglia, della genitorialità, dell’educazione dei giovani, non ha nulla da dire al riguardo? E’ lecito pensare, a questo punto, che abbia sposato il progetto di armare i minorenni».
Il Wwf denuncia che «Altrettanto inaccettabili sono le proposte di “liberalizzazione” dei richiami vivi: uccelli costretti a vivere in minuscole gabbie e stimolati, con sistemi invasivi e contronatura, a cantare per richiamare i loro simili verso la morte. L’utilizzo dei richiami vivi dovrebbe al contrario essere abolito sia per ragioni etologiche ed etiche, sia perché è una pratica che alimenta la commissione di illeciti di vario genere.
Chiediamo ai partiti coraggio e senso di responsabilità nel perseguire l’obiettivo di tutelare, per noi e per le future generazioni, un patrimonio comune che non può essere sacrificato sull’altare del consenso elettorale.
Se queste proposte dovessero tradursi in norme, a pagare saremo tutti. L’Italia infatti è già sotto osservazione dalla Commissione Europea e sarebbe molto grave se l’intero Paese fosse costretto a pagare una salata procedura di infrazione frutto della concessione di benefici ai cacciatori».
Il Panda ricorda ai politici che «Oggi i cittadini sono molto più sensibili rispetto ai temi della tutela ambientale perché consapevoli di quanto attività come la caccia siano anacronistiche e potenzialmente dannose. Il 76% degli italiani infatti non trova giusto che la caccia sia praticata e sarebbe d’accordo nel vietarla in tutto il territorio nazionale».
Il Wwf conclude: «L’Italia è un Paese caratterizzato da una forte diffusione di crimini contro gli animali selvatici come emerge dal report realizzato dal progetto Life SWiPE . L’Unione Europea proprio per questo ci ha chiesto di adottare norme più efficaci a contrastare e prevenire gli illeciti prevedendo, tra le altre cose, sanzioni più rigorose e maggiori controlli. La legge che in Italia prevede questi strumenti è la 157/1992 che tutela la fauna selvatica e al contempo disciplina l’attività venatoria. Il report WWF “Caccia e tutela della fauna selvatica” pubblicato dal WWF nel febbraio 2022 chiarisce come vi sia un rapporto molto stretto tra caccia e crimini contro la fauna selvatica. Questa relazione è determinata anche da un sistema di governance caratterizzato da interessi economici e politici per cui spesso le specie cacciabili diventano vera e propria merce di scambio elettorale: si pensi a quello che accade ogni anno con la pubblicazione da parte delle Regioni di calendari venatori palesemente illegittimi che, se non fossero impugnati dalle Associazioni ambientaliste, consentirebbero ai cacciatori di abbattere in piena legalità (formale) specie che dovrebbero rimanere protette».