Vaccini innovativi per prevenire malattie del bestiame trasmissibili all’uomo
ENEA coordina il progetto europeo REPRODIVAC: le piante come “fabbriche” per ottenere biofarmaceutici in tempi brevi
[11 Ottobre 2022]
Il progetto “Next-generation vaccines and diagnostics to prevent livestock reproductive diseases of worldwide impact” (REPRODIVAC), coordinato da ENEA, punta a «Ottenere vaccini e test diagnostici di nuova generazione contro alcune malattie endemiche del bestiame che posso essere trasmesse all’uomo».
Si tratta di un progetto da 6 milioni di euro di cui circa 3 milioni finanziati dal programma europeo Horizon Europe e grazie al quale per i prossimi 5 anni, 16 partner di 7 Paesi europei lavoreranno insieme per «Migliorare la salute e il benessere degli animali, la produttività e la sostenibilità del settore zootecnico, nonché la salute umana e la salubrità dei cibi».
All’ENEA spiegano che «Nello specifico, i vaccini potranno contribuire al controllo di quattro malattie riproduttive del bestiame: la sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini (PRRS), la febbre Q, l’aborto enzootico ovino (OEA) e la brucellosi suina. Oltre a esperti di vaccinologia veterinaria, nel progetto è coinvolto anche un esperto di bioetica».
ENEA sarà coinvolta in tutte le fasi del progetto: dallo sviluppo alla valutazione, fino alla sperimentazione dei vaccini. I ricercatori del Laboratorio di biotecnologie saranno impegnati nella produzione di anticorpi e di antigeni da inserire sia nelle formulazioni vaccinali che nei saggi diagnostici e l’ENEA sottolinea che «Per produrre queste molecole bioattive, i ricercatori ricorreranno alla piattaforma del Plant Molecular Farming, ovvero all’uso di piante come vere e proprie “fabbriche” per ottenere biofarmaceutici in tempi brevi, a costi competitivi e con tecnologie più facilmente adottabili nei paesi in via di sviluppo».
La coordinatrice scientifica del progetto, Selene Baschieri, ricercatrice ENEA del Laboratorio biotecnologie, ricorda che «Le malattie infettive veterinarie sono causa di notevoli perdite economiche per l’industria zootecnica. Inoltre, numerosi agenti patogeni zoonotici possono rappresentare un pericolo diretto per la salute dell’uomo. I vaccini garantiscono un importante strumento di profilassi in grado di contribuire alla riduzione dell’uso di antimicrobici in allevamento, rallentando l’insorgenza di farmacoresistenze, e possono proteggere la salute pubblica con una prospettiva One Health, nella consapevolezza che esseri umani, animali e ambiente sono fortemente interconnessi. Inoltre, questi presidi contribuiscono a rafforzare la redditività dei sistemi animali alimentari, migliorando il benessere degli animali».
REPRODIVAC permetterà di realizzare vaccini in grado, attraverso adeguati test diagnostici (sierologici o molecolari), di distinguere gli animali infetti da quelli vaccinati, da cui la denominazione di vaccini DIVA (Differentiating Infected from Vaccinated Animals). I nuovi vaccini e diagnostici messi a punto nell’ambito del progetto saranno ulteriormente sviluppati da partner industriali che li renderanno accessibili agli utenti.
La Baschieri conclude: «L’opportunità offerta da questi vaccini è molto utile soprattutto durante le operazioni di verifica dei requisiti minimi dello stato di salute e benessere degli animali previste dalla normativa per le azioni di scambio commerciale. I vaccini tradizionali non permettono invece di capire se la positività durante gli esami diagnostici sia dovuta a un’infezione in corso o alla vaccinazione stessa».