Le compagnie aeree europee ingannano i clienti pubblicizzando voli “a emissioni zero”

Gli strumenti per contrastare il greewashing delle compagnie aeree ci sono ma vengono applicati poco e male

[12 Ottobre 2022]

Lo studio “Flights of Fancy –  Preventing European airlines from making far-fetched climate claims”, commissionato da Carbon Market Watch all’Öko Institute  ha rivelato che «L’azione volontaria che le principali compagnie aeree europee intraprendono per compensare il loro inquinamento è tutt’altro che adeguata ». Affermazioni fuorvianti sui voli “carbon neutral”, una dipendenza da compensazioni di carbonio di scarsa qualità e il basso costo di una tonnellata di CO2 che i clienti possono pagare per compensare, sono solo alcuni dei problemi evidenziati nel rapporto.

La ricerca ha evidenziato che «L’azione per il clima intrapresa dalle 8 maggiori compagnie aeree europee manca di trasparenza e integrità, con alcune compagnie aeree che affermano addirittura che i clienti possono volare a emissioni zero».

Daniele Rao, esperto di decarbonizzazione dell’aviazione e dello shipping di Carbon Market Watch, spiega: «Anche se non pagano per il loro inquinamento, le compagnie aeree inviano segnali fuorvianti di neutralità climatica ai clienti sulla base dell’acquisto di compensazioni di carbonio di scarsa qualità. Questa cattiva pratica deve finire».

Presentando i risultati dello studio, gli esperti di politica climatica di Carbon Market Watch hanno detto: «Affinché l’Unione europea raggiunga i suoi obiettivi climatici, è urgentemente necessaria una maggiore regolamentazione nel settore dell’aviazione». E Rao ha aggiunto: «Garantendo che le compagnie aeree paghino per il loro inquinamento e forniscano prove affidabili a sostegno delle loro affermazioni ecologiche, le nuove politiche potrebbero migliorare le prospettive per il clima e frenare il greenwashing che è diffuso nel settore dell’aviazione».

Prendere un aereo è una delle azioni più ad alta intensità di carbonio che una persona può fare ma, da quando le regole sulla pandemia sono state revocate, le compagnie aeree si sono date molto da fare per offuscare questo fatto, per incoraggiare i clienti a tornare a volare. Il nuovo studio registra che «La maggior parte delle opzioni di compensazione del carbonio offerte dalle compagnie aeree provenivano da progetti economici e di bassa qualità con benefici incerti per il clima e nessuna garanzia di permanenza».

Ecco il principali risultati di Flights of Fancy :

Bassa visibilità: quando si tratta di segnalare le loro azioni volontarie, le compagnie aeree mancano di trasparenza.

Classe economica: quasi tutte le compagnie aeree fanno affidamento su progetti forestali relativamente economici nei Paesi in via di sviluppo che non sono adatti a compensare le emissioni di combustibili fossili a causa della non permanenza dello stoccaggio del carbonio.

Offerte economiche: il prezzo medio stimato per l’acquisto di un credito di carbonio per cliente varia a seconda delle compagnie aeree, con un intervallo compreso tra 9 e 30 euro. Il prezzo pagato da due compagnie aeree a livello aziendale, senza l’input del cliente, è ancora più basso a 4 e 8 euro. Tutti i prezzi pagati sono molto al di sotto del costo reale delle riduzioni delle emissioni nel settore dell’aviazione.

Fuori dai radar: diverse compagnie aeree stanno ancora ignorando gli effetti delle emissioni non di CO2, come gli ossidi di azoto e il vapore acqueo, ad altitudini più elevate, che causano un effetto di riscaldamento fino a tre volte peggiore del solo biossido di carbonio.

Segnalazione difettosa: le compagnie aeree danno un segnale fuorviante che le compensazioni di carbonio riducono o eliminano significativamente l’impatto climatico del volo, il che potrebbe incentivare un’ulteriore crescita del trasporto aereo quando dovremmo, invece, ridurlo.

Attualmente, le emissioni di carbonio dei voli all’interno dello Spazio economico europeo (SEE) sono pagate nell’Emissions Trading System dell’Unione europea (EU ETS), mentre tutti i voli che iniziano o terminano al di fuori del SEE sono coperti dal Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation (CORSIA) dell’International Civil Aviation Organisation’s (ICAO)  che richiede alle compagnie aeree di compensare una piccola parte delle loro emissioni di CO2, ma che si è dimostrato inefficace nel poertare alla re la decarbonizzazione necessaria in questo settore inquinante.

Il rapporto ha dimostrato che «Un’ulteriore azione volontaria da parte delle compagnie aeree è altrettanto inefficace» e la necessità che i governi intervengano è stata evidenziata in un documento programmatico legato al rapporto.

Il paper, pubblicato da Carbon Market Watch, raccomanda:

Mentre le istituzioni dell’Ue intraprendono il cosiddetto trilogo per trovare un terreno comune per un accordo finale sulla revisione dell’ETS dell’Ue per l’aviazione, dovrebbero cogliere questa opportunità per porre fine alla dipendenza dalle azioni volontarie delle compagnie aeree per mitigare gli impatti negativi delle loro emissioni, ampliando l’ambito dell’EU ETS per coprire tutti i voli in partenza e in arrivo nel SEE, lasciando meno emissioni scoperte.

L’Ue dovrebbe richiedere la divulgazione chiara e completa delle informazioni da parte delle compagnie aeree in merito all’acquisto di crediti di carbonio, nonché qualsiasi altra azione volontaria che intraprendono. Questo può essere ottenuto attraverso gli standard di rendicontazione sulla sostenibilità aziendale dell’Ue sviluppati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG).

L’Ue dovrebbe inoltre vietare la pubblicità ingannevole, come i voli a emissioni zero, attraverso la revisione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali.

Gli organismi di regolamentazione dell’Ue dovrebbero fornire indicazioni su come presentare dichiarazioni informative, piuttosto che fuorvianti, ad esempio attraverso l’iniziativa Green Claim della Commissione europea.