Geotermia, gli ultimi lasciti del Governo Draghi: decreto sonde e impianti pilota
Il Mite ha pubblicato il decreto per semplificare l’installazione di sonde geotermiche, mentre il Consiglio dei ministri ha dato via libera a tre impianti pilota in Toscana
[14 Ottobre 2022]
L’esperienza dell’esecutivo guidato da Mario Draghi nelle vesti di premier è giunta ai titoli di coda, concludendosi con molteplici novità per il comparto geotermico, che pure hanno lasciato l’amaro in bocca a molti stakeholder di settore.
Per quanto riguarda gli usi diretti del calore, il ministero della Transizione ecologica (Mite) ha definito con un nuovo decreto le attese semplificazioni per l’installazione di impianti a sonde geotermiche a circuito chiuso – dando così concretezza agli indirizzi già stabiliti a marzo nel decreto Energia –, semplificazioni che però si limitano a «rendere agevole solo la realizzazione di impianti di piccole e piccolissime dimensioni escludendo i condomini, il settore terziario, le imprese e la maggior degli edifici della Pubblica amministrazione. Stimiamo che la semplificazione introdotta nel decreto porterà benefici inferiori al 15-20% del potenziale conseguibile», dichiara nel merito Riccardo Bani, presidente di Arse (Associazione riscaldamento senza emissioni) intervenuto anche a nome del Coordinamento Free.
Ma dal Governo sono arrivate molteplici novità anche per quanto riguarda gli impianti di produzione geotermoelettrica. Il Consiglio dei ministri n. 97 ha infatti deliberato l’approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale – sostituendo a ogni effetto il provvedimento di Valutazione d’impatto ambientale (Via) – per il permesso di ricerca finalizzato all’impianto pilota geotermico “Cortolla” (da 5 MWe) nel Comune di Montecatini Val di Cecina (PI) e l’impianto pilota geotermico “Castelnuovo” (sempre da 5 MWe) nel Comune di Castelnuovo Val di Cecina (PI).
Il Cdm n. 98 ha infine deliberato l’approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale per l’impianto geotermico pilota denominato “Lucignano”, ancora della potenza di 5 MWe, da realizzare in territorio del Comune di Radicondoli (SI).
Si tratta di impianti sperimentali, che utilizzano una tecnologia diversa da quella consolidatasi ormai da decenni nelle centrali geotermiche già presenti in Toscana, andando però al contempo ad agire in aree contigue e sollecitando così preoccupazioni in merito alla gestione dei fluidi geotermici da parte di attori diversi e tra loro in concorrenza.
«Non siamo assolutamente contro la geotermia, tutt’altro – spiega ad esempio il sindaco di Radicondoli, dove questa fonte rinnovabile viene già coltivata da tempo in modo sostenibile – Ma è come se qualcuno volesse istallare un impianto nel mezzo di Piazza del Campo. Non credo che i senesi la prenderebbero bene. Ricordo inoltre che la geotermia è una fonte energetica che prima di essere sfruttata va saputa governare. Ed Enel lo fa da cinquant’anni in quelle che sono aree idonee».