Cresce il livello del mare. Venezia è la più antica città del futuro
Sea Level Rise Conference 2022: l’innalzamento del livello degli oceani avrà un impatto su diverse generazioni
[19 Ottobre 2022]
Alla Sea Level Rise Conference 2022, organizzata dal Knowledge Hub on Sea Level Rise e che si è conclusa ieri a Venezia, 300 scienziati, professionisti e portatori d’interesse si sono impegnati in un dialogo produttivo, condividendo gli ultimi dati sull’innalzamento del livello del mare a livello globale e locale, e valutando i possibili scenari futuri per la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’adattamento delle coste europee.
La conferenza è stata organizzata dalla piattaforma di networking Knowledge Hub on Sea Level Rise, un progetto congiunto tra due Joint Programming Initiatives: JPI Climate e JPI Oceans, insieme ai loro partner – il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Applicata (OGS) e il Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia (CORILA) – e con il patrocinio del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile 2021 – 2030. L’ambizione del Knowledge Hub è quella di promuovere lo scambio, la sintesi, l’integrazione e la creazione di conoscenze sull’innalzamento storico e futuro del livello del mare. A tal fine, fornisce valutazioni periodiche sui fattori che lo determinano, sugli impatti e sulle opzioni politiche per ciascuno dei principali bacini oceanici europei.
Sylvie Joussaume del CNRS francese e del Consiglio direttivo del Knowledge Hub on Sea Level Rise, ha aperto la Sea Level Rise Conference 2022 ricordando che «L’innalzamento del livello del mare è un rischio per la società, dal livello locale a quello globale».
La NASA ha avvertito che dal 1880 il livello medio globale del mare è aumentato di circa 21 – 24 centimetri e, come indicato nel 2021 dal Sesto Rapporto di Valutazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), nel corso del XXI secolo continuerà ad aumentare di circa 28 – 55 centimetri, ma solo se saremo in grado di contenere le emissioni di gas serra a bassi livelli, e fino a 63 – 100 nel caso di scenari ad alte emissioni, soprattutto a causa dell’espansione termica e della perdita di massa di ghiacciai e glaciali.
I lavori della conferenza di Venezia sono stati introdotti da Nadia Pinardi, co-presidente del Knowledge Hub on Sea Level Rise, del Comitato strategico del CMCC e docente di oceanografia all’università di Bologna, che ha evidenziato che «L’innalzamento del livello del mare sta accelerando. Siamo di fronte a qualcosa che potevamo aspettarci, ma ora abbiamo forti prove che stia accadendo. Oggi riceviamo molti dati dai satelliti e da altre fonti, e vi sono molte meno incertezze. E’ una grande sfida. Una sfida globale. Abbiamo l’ambizione di costruire un progetto lungimirante. Il lavoro comune delle due Joint Programme Initiatives – JPI Climate e JPI Oceans – rappresenta un passo molto importante per favorire l’incontro tra scienza e politica».
Obiettivo della conferenza è infatti quello di promuovere un dialogo produttivo tra scienziati e amministratori locali delle coste europee, che nell’incontro veneziano hanno avuto la possibilità di condividere le loro esigenze specifiche a livello locale e di confrontarle con i più recenti risultati prodotti dalla ricerca.
Secondo Florence Colleoni, glaciologa dell’OGS, «L’entità del contributo dell’Antartide ai futuri cambiamenti climatici è fonte della maggior parte dell’incertezza nelle proiezioni dell’innalzamento del livello del mare, con implicazioni significative. Il riscaldamento degli oceani innesca processi di instabilità sulle piattaforme galleggianti sulla costa dell’Antartide che durano per diversi secoli e portano a un innalzamento del livello del mare di diversi metri. A causa dell’elevata capacità termica dei ghiacciai e delle calotte polari, l’innalzamento del livello degli oceani avrà un impatto su diverse generazioni, il che significa che i ghiacciai e le calotte continueranno a sciogliersi per diversi secoli o millenni, anche se riuscissimo a fermare oggi il riscaldamento».
Giulia Galluccio del CMCC, co-leader del Task Group: Policy, Knowledge Hub on Sea Level Rise, e vicepresidente di JPI Climate, ha sottolineato che «Per creare percorsi adattivi, la conoscenza del sistema e la disponibilità di dati sono importanti, ma abbiamo anche bisogno di principi guida chiari per guidare le politiche e ridurre i costi di transizione, e di visioni di lungo termine. Dobbiamo invitare i nostri responsabili politici a lavorare su questi temi con l’aiuto degli scienziati, sulla base dei dati disponibili e affrontando le incertezze. Ma soprattutto, abbiamo bisogno delle persone: prospettive diverse, conoscenze locali e del passato e un approccio inclusivo sono ciò che fa davvero la differenza».
La conferenza si è tenuta a Venezia, una delle città più simboliche in quanto a vulnerabilità all’innalzamento del livello del mare e, illustrando gli impatti dell’evento estremo che nel 2019 ha colpito Venezia danneggiando il suo patrimonio culturale, tra cui la Basilica di San Marco, Pierpaolo Campostrini, direttore generale di CORILA, ha avvertito che «Come è successo a Venezia, può succedere in altri luoghi del mondo. Venezia è la più antica città del futuro. E’ stato un evento estremo che mette in guardia su una tendenza che si prevede continuerà a crescere in termini di frequenza e intensità. Il nostro patrimonio culturale è a rischio. La Basilica di San Marco è stata consacrata nel 1904, quando il livello medio locale del mare era più basso di oltre 1 metro rispetto a oggi. L’invecchiamento del nostro patrimonio culturale sta accelerando».
La Sea Level Rise Conference 2022 ha segnato la fine della prima fase dell’iniziativa: la creazione di una piattaforma interattiva che mette in connessione scienziati e portatori di interesse che lavorano sull’innalzamento del livello del mare in Europa. Al CMCC spiegano che «La fase successiva consisterà nel raggruppare i risultati e i dati emersi dall’incontro e presentarli in un innovativo rapporto di valutazione sui diversi livelli di rischio legati all’innalzamento del livello del mare sulle coste europee: un documento unico nel suo genere che includerà linee guida ed esempi di impatti osservati e previsti. La terza e ultima fase del progetto si concentrerà sul futuro del Knowledge Hub on Sea Level Rise: potrebbe divenire parte di un’agenzia europea già esistente, o costituirsi come nuova infrastruttura europea indipendente sull’adattamento all’innalzamento del livello del mare sulle coste europee».