Le famiglie più ricche risparmieranno sul riscaldamento, quelle più povere spenderanno di più per il raffrescamento
L’insostenibile costo dei condizionatori: nel 2050 povertà energetica per 462 mila famiglie italiane
I potenziali co-benefici economici delle politiche di mitigazione climatica di cui nessuno parla
[3 Novembre 2022]
Le ondate di calore come quelle che si sono abbattute in Europa, India, Cina e Stati Uniti quest’estate saranno sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico. Secondo gli scienziati, alle nostre latitudini è previsto un aumento ulteriore dei giorni caldi in estate così come una notevole diminuzione dei giorni freddi invernali, indipendentemente dallo scenario di cambiamento climatico considerato. Lo studio “Distributional consequences of climate change impacts on residential energy demand across Italian households”, pubblicato su Energy Economics da Lorenza Campagnolo ed Enrica De Cian, ricercatrici di CMCC@Ca’Foscari – partnership dell’Università Ca’Foscari Venezia e della Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici – e di RFF-CMCC – European Institute on Economics and the Environment (EIEE), analizza le implicazioni del cambiamento climatico sui consumi e la povertà energetica delle famiglie italiane.
Come evidenziano i rapporti CMCC sull’analisi del rischio climatico, «Le emissioni di gas serra continueranno a crescere e l’aumento della temperatura in Italia potrebbe raggiungere i 3 gradi tra 30 anni, come è illustrato nella scheda italiana del “G20 Climate Risk Atlas”». La Campagnolo evidenzia che «In questo caso, l’aumento dei giorni e delle notti calde potrebbe portare ad un incremento fino al 26% della spesa elettrica per raffrescamento nelle regioni più calde come la Sicilia, rispetto ad uno scenario senza cambiamenti climatici che non considera gli effetti del della pandemia di Covid-19 e del conflitto in Ucraina. D’altro canto, la diminuzione dei giorni freddi potrebbe portare ad una notevole riduzione della spesa per riscaldamento – essenzialmente gas – tra il 26% in Umbria, e il 70% in Calabria».
Secondo lo studio, «A metà secolo, questi due effetti tendono a compensarsi e a comportare una diminuzione della spesa energetica a livello nazionale». Ma analizzando gli impatti a livello regionale e per fascia di reddito emergono numerose criticità: «Mentre le famiglie più ricche risparmieranno sul riscaldamento, quelle più povere spenderanno di più a causa delle necessità di raffrescamento. Complessivamente, in uno scenario di intenso riscaldamento globale, già nel 2050 462.000 famiglie italiane – di cui quasi il 50% si trova in Sicilia – rischiano di scendere sotto la soglia della povertà energetica legata alla spesa elettrica per il raffrescamento».
Ma cosa succede se si considerano le politiche di mitigazione in grado di limitare il surriscaldamento del pianeta intorno ai 2° C entro la fine del secolo? Le ricercatrici fanno notare che «Questo scenario implica l’introduzione di una tassa sulle emissioni di CO2 che avrà a sua volta delle implicazioni sulla spesa energetica. Oltre ai ben noti co-benefici in termini di riduzione dei possibili impatti del cambiamento climatico, l’introduzione di una tassa sul carbonio può ridurre la povertà energetica legata all’elettricità per 88.000 nuclei familiari rispetto al precedente scenario. Politiche di redistribuzione del gettito generato particolarmente progressive potrebbero raggiungere risultati ancora migliori. La Sicilia potrebbe risultare la maggior beneficiaria del contenimento delle temperature intorno ai 2° C e vedrebbe più che dimezzato l’aumento della povertà energetica rispetto ad uno scenario di intenso riscaldamento climatico. Altre regioni del Centro-Nord, come Lazio e Liguria, caratterizzate da livelli inferiori di povertà energetica, registrano invece un lieve peggioramento dell’indicatore dovuto all’effetto regressivo della tassa sulle emissioni di CO2».
Lo studio aggiunge elementi alla comprensione dei co-benefici delle azioni di mitigazione, ma avverte che «Per avere un quadro più completo, andrebbero anche aggiunti i benefici sulla salute di un contenimento delle temperature». Lo studio rivela invece come la questione dei consumi e della povertà energetica delle famiglie sia fortemente intrecciata con i cambiamenti climatici in atto in Italia e con le caratteristiche socio-economiche regionali.
La De Cian, che è anche leader del team di ricerca del progetto EnergyA dell’European Research Council (ERC), conclude: «La nostra ricerca contribuisce a fare chiarezza sui potenziali co-benefici delle politiche di mitigazione, aspetto spesso oscurato dal dibattito sui costi della decarbonizzazione o della transizione energetica».