Rinnovabili, la Commissione Ue accelera per rendere gli impianti di interesse pubblico prevalente
E per gli Stati che modificheranno il Pnrr, l’Europarlamento chiede che ci sia l’obbligo di includere misure a sostegno del risparmio energetico e delle rinnovabili
[11 Novembre 2022]
Mentre in Italia il principale problema di governo sembra tornato ad essere d’un colpo la gestione dei migranti, in ambito europeo quest’arma di distrazione di massa fa meno presa e le istituzioni continuano a lavorare prioritariamente al superamento della crisi energetica.
Con conseguenze che riguardano da vicino il nostro Paese, a partire dall’eventuale modifica – ventilata più volte dalla destra al governo – del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Con 471 voti favorevoli, 90 contrari e 53 astensioni, ieri la plenaria dell’Europarlamento ha approvato un nuovo testo legislativo – che stabilisce la posizione negoziale del Parlamento europeo in vista dei prossimi colloqui con i governi dell’Ue – prevedendo che «i Paesi Ue che presenteranno un piano di ripresa e resilienza (Pnrr) modificato dopo l’entrata in vigore di questa proposta saranno obbligati a includere misure per il risparmio energetico, la produzione di energia pulita e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico, come previsto da RePowerEu», il piano europeo che in Italia si traduce approssimativamente nell’installazione di 10 GW di impianti rinnovabili l’anno, contro i 1,5 GW installati nel 2021.
«Il voto dimostra che siamo pronti a utilizzare ogni singolo euro dei fondi comuni dell’Ue per aiutare i Paesi membri ad affrontare la crisi energetica», commenta la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola.
Nel frattempo anche la Commissione europea ha compiuto passi avanti su questo fronte, presentando un nuovo regolamento temporaneo di emergenza per accelerare la diffusione delle fonti di energia rinnovabili. Il motivo è molto semplice, e va oltre alla “sola” lotta alla crisi climatica: «Grazie ai bassi costi di esercizio, una quota maggiore di fonti di energia rinnovabili nel sistema energetico dell’Ue può contribuire a ridurre le bollette energetiche», sottolineano dalla Commissione.
Il 20 e 21 ottobre 2022 il Consiglio europeo ha chiesto di velocizzare le procedure autorizzative al fine di accelerare la diffusione dell’energia rinnovabile. Il piano RePowerEu ha già proposto misure per far fronte alle lunghe e complesse procedure amministrative che ostacolano la rapidità e la portata degli investimenti nell’energia da fonti rinnovabili e nelle relative infrastrutture. Da allora, tuttavia, la situazione sui mercati dell’energia è peggiorata, rendendo necessarie misure urgenti. Per questo motivo la Commissione propone una nuova iniziativa sotto forma di regolamento del Consiglio basato sull’articolo 122 del trattato.
Il regolamento si applicherà per un anno, coprendo il tempo necessario per l’adozione e il recepimento in tutti gli Stati membri della direttiva sulle energie rinnovabili, attualmente all’esame dei colegislatori.
Alcune di queste misure hanno carattere generale, come l’introduzione della presunzione che i progetti di energia rinnovabile siano di interesse pubblico prevalente ai fini della normativa ambientale pertinente o l’introduzione di chiarimenti sull’ambito di applicazione di determinate direttive ambientali.
Ciò consentirebbe alle nuove procedure autorizzative di beneficiare, con effetto immediato, di una valutazione semplificata per le deroghe specifiche previste dalla normativa ambientale dell’Ue; la proposta chiarisce inoltre l’ambito di applicazione di determinate norme delle direttive Ue Uccelli e Habitat al fine di eliminare le strozzature nella procedura di rilascio delle autorizzazioni per determinati progetti nel settore delle energie rinnovabili.
Anche il potenziamento degli impianti per la produzione di elettricità rinnovabile che sono quasi alla fine della loro vita economica rappresenta un’opzione per aumentare la produzione di energia rinnovabile con il minor impatto possibile sulle infrastrutture di rete e sull’ambiente.
Altre misure riguardano tecnologie specifiche: in particolare, la proposta della Commissione Ue prevede una semplificazione immediata e l’accelerazione delle autorizzazioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici, e al contempo agevola una più rapida diffusione delle pompe di calore.