L’Ue approva nuovi obblighi di trasparenza per le multinazionali
L’Europarlamento punta a ridurre il greenwashing, rafforzare l'economia sociale del mercato europeo e gettare le basi per standard di trasparenza sulla sostenibilità a livello mondiale
[11 Novembre 2022]
Con 525 voti favorevoli, 60 voti contrari e 28 astensioni, ieri gli eurodeputati hanno adottato in via definitiva la direttiva sulla comunicazione societaria sulla sostenibilità (Csrd, Corporate sustainability reporting directive), in base alla quale le grandi imprese europee – un perimetro composto da 50mila imprese, allargando quello attuale fermo a 11.700 – saranno obbligate a rendere pubblici i dati sul loro impatto sull’ambiente, sulle persone, sul pianeta e sui rischi di sostenibilità a cui sono esposte.
Le nuove norme, già concordate con i governi Ue, renderanno le imprese più responsabili nei confronti dei cittadini, obbligandole a pubblicare regolarmente i dati relativi al loro impatto sociale e ambientale. Nelle intenzioni dell’Europarlamento, questo dovrebbe ridurre il greenwashing, rafforzare l’economia sociale del mercato europeo e gettare le basi per standard di trasparenza sulla sostenibilità a livello mondiale.
I nuovi obblighi Ue di trasparenza sulla sostenibilità si applicheranno a tutte le grandi imprese, quotate in borsa o meno, comprese le imprese estere che fatturano più di 150 milioni di euro nell’Unione europea; anche le Pmi quotate in borsa saranno coperte, ma avranno più tempo per adattarsi alle nuove regole.
«L’Europa sta dimostrando al mondo – ha commentato con ottimismo il relatore, Pascal Durand, durante la plenaria – che è davvero possibile garantire che la finanza, nel senso stretto del termine, non governi l’intera economia globale».
Più in concreto, adesso il Consiglio dovrebbe adottare la proposta il prossimo 28 novembre e sarà poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.
Le regole inizieranno ad essere applicate tra il 2024 e il 2028:
– Dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025;
– Dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026;
– dal 1° gennaio 2026 per le Pmi e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027. Le Pmi possono scegliere di non partecipare fino al 2028.