Dal Governo nuove trivelle mentre è a rischio il completamento della Carta geologica d’Italia
Ispra: «Non è una semplice carta colorata, ma un’importante infrastruttura di ricerca strategica per la Nazione»
[14 Novembre 2022]
Lo sviluppo sostenibile italiano passa (anche) dal sottosuolo: lì ci sono risorse idriche fondamentali, fonti rinnovabili – la geotermia – in grado di produrre il quintuplo di tutta l’energia di cui abbiamo bisogno, minerali critici per la transizione ecologica. Eppure di tutto questo abbiamo solo una conoscenza parziale, perché in oltre trent’anni la Carta geologica d’Italia non è stata ancora completata e adesso i finanziamenti stanno finendo (di nuovo).
È la denuncia emersa oggi dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel corso dell’incontro romano La memoria del territorio a garanzia del futuro: il progetto Carg.
Avviato alla fine degli anni Ottanta, il progetto Carg, che prevede la realizzazione di 636 fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000 che compongono l’intero territorio nazionale, è stato finanziato con una certa regolarità fino al 2000 e sono stati realizzati ed informatizzati 281 fogli geologici (circa il 45% della copertura totale), 30 fogli geotematici e 6 fogli di geologia della piattaforma continentale adriatica alla scala 1:250.000.
Dopo un lungo periodo di assenza di finanziamenti, durato circa 20 anni, grazie alle risorse economiche rese disponibili dalle tre ultime leggi di Bilancio, è stato possibile avviare tra il 2020 e il 2022 altri 67 fogli geologici e 6 fogli geotematici. Adesso però, con le risorse destinate all’annualità 2022 si esaurirà il finanziamento dedicato al progetto Carg.
Spetta al Governo la scelta se rifinanziarle o meno. Prima ancora di decidere, curiosamente lo stesso esecutivo ha deciso di dare un nuovo via libera a trivellazioni a caccia di idrocarburi lungo lo Stivale, a fronte di conoscenze evidentemente parziali oltre che poco incoraggianti: lo stesso Governo stima infatti la presenza di risorse fossili assai risicate rispetto ai fabbisogni del Paese, pari a oltre 70 miliardi di Sm3 di gas l’anno: si tratta di 39,8 miliardi di Sm3 di risorse certe (che potrebbero coprire circa 7 mesi di consumi), cui si aggiungono 44,4 mld Sm3 di risorse probabili e 26,7 di possibili, non cambiando granché il discorso.
«Quella a rischio – sottolineano dall’Ispra – non è una semplice carta colorata, ma un’importante infrastruttura di ricerca strategica per la Nazione, che oggi rappresenta lo strumento più completo per leggere il passato e il presente del nostro territorio».