L’inquinamento atmosferico provoca il cancro come il fumo di sigaretta (VIDEO)
Scoperti i meccanismi che rendono cancerogeno il particolato PM2,5
[15 Novembre 2022]
Una nuova scoperta sul cancro ai polmoni evidenzia l’urgenza di migliorare la qualità dell’aria.
Cordis, il bollettini della ricerca Ue, ricorda che «Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio principale per il cancro ai polmoni e anche l’esposizione al fumo passivo può aumentare il rischio di sviluppare questo tumore». Informazioni note da tempo alla comunità scientifica, ma fino a oggi non si sapeva che minuscole particelle inquinanti presenti nell’atmosfera possono provocare il cancro ai polmoni in persone che non sono mai state fumatrici. La scoperta è stata fatta grazie a una ricerca condotta su oltre 400.000 persone che puntava esplicitamente a «Ricercare associazioni tra l’inquinamento atmosferico e il rischio di cancro».
I ricercatori dei progetti Proteus, Theseus, Ploidynet, Chromavision e Wholeniche, finanziati dall’Ue e dal Consiglio europeo della ricerca, «Hanno profilato in modo estremamente approfondito 247 campioni di tessuto polmonare sano e hanno analizzato quello in salute di esseri umani e topi in seguito all’esposizione al particolato atmosferico, un inquinante dell’aria. Inoltre, hanno approfondito le conseguenze di tale sostanza sulla promozione dello sviluppo di tumori in modelli murini di cancro al polmone».
I risultati sono stati presentati a settembre al simposio presidenziale dell’European Society for Medical Oncology (ESMO) e la ricerca ha dimostrato che «L’inquinamento atmosferico può causare il cancro ai polmoni in persone che non sono mai state fumatrici, poiché alcune particelle delle sostanze inquinanti possono generare cambiamenti nelle cellule delle vie respiratorie». Le particelle, che si trovano tipicamente nei gas di scarico dei veicoli e nel fumo dei combustibili fossili, sono associate al rischio di cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC), che rappresenta oltre 250.000 decessi per cancro al polmone all’anno a livello globale.
Come riporta la CNN, «Una maggiore esposizione al particolato atmosferico trasportato dall’aria, di diametro pari a 2,5 micrometri o inferiore, può provocare cambiamenti rapidi nelle cellule delle vie respiratorie che presentano mutazioni in un gene chiamato EGFR, le quali si rilevano in circa la metà delle persone con cancro ai polmoni che non hanno mai fumato, nonché in un altro gene, KRAS, collegato al cancro ai polmoni. Queste informazioni emergono dagli studi condotti dagli scienziati dell’Istituto Francis Crick di Londra e di altri istituti di ricerca nel mondo».
Presentando i risultati della ricerca, Charles Swanton del Francis Crick Institute e Cancer Research UK Chief Clinician, ha sottolineato che «Le stesse particelle nell’aria che derivano dalla combustione di combustibili fossili, esacerbando il cambiamento climatico, hanno un impatto diretto sulla salute umana attraverso un meccanismo cancerogeno importante e precedentemente trascurato nelle cellule polmonari. Il rischio di cancro ai polmoni dovuto all’inquinamento atmosferico è inferiore rispetto al fumo, ma non abbiamo alcun controllo su ciò che respiriamo tutti. A livello globale, sono esposte a livelli pericolosi di inquinamento atmosferico più persone che alle sostanze chimiche tossiche presenti nel fumo di sigaretta e questi nuovi dati collegano l’importanza di affrontare la salute climatica per migliorare la salute umana».
Le nuove scoperte si basano sulla ricerca umana e di laboratorio sulle mutazioni in un gene chiamato EGFR che si osservano in circa la metà delle persone con cancro ai polmoni che non hanno mai fumato. In uno studio condotto su quasi mezzo milione di persone che vivono in Inghilterra, Corea del Sud e Taiwan, l’esposizione a concentrazioni crescenti di particolato di 2,5 micrometri (μm) di diametro (PM 2,5) è stata collegata a un aumento del rischio di NSCLC con mutazioni dell’EGFR .
Negli studi di laboratorio, gli scienziati del Francis Crick Institute hanno dimostrato che «Le stesse particelle inquinanti (PM2.5) promuovevano rapidi cambiamenti nelle cellule delle vie aeree che presentavano mutazioni nell’EGFR e in un altro gene legato al cancro del polmone chiamato KRAS». Hanno anche scoperto che «L’inquinamento atmosferico guida l’afflusso di macrofagi che rilasciano il mediatore infiammatorio, l’interleuchina-1β, portando all’espansione delle cellule con le mutazioni dell’EGFR in risposta all’esposizione al PM2.5» e che «Il blocco dell’interleuchina-1β ha inibito l’inizio del cancro ai polmoni» Risultati coerenti con i dati di un precedente ampio studio clinico – “Effect of interleukin-1β inhibition with canakinumab on incident lung cancer in patients with atherosclerosis: exploratory results from a randomised, double-blind, placebo-controlled trial”, pubblicato su Lancet nel 2017 – che mostrava «Una riduzione dose-dipendente dell’incidenza del cancro del polmone quando le persone sono trattate con l’anticorpo anti-IL1β, canakinumab».
Graziea a una serie di ultimi test, il team del Crick ha utilizzato un ultradeep mutational profiling di piccoli campioni di normale tessuto polmonare e ha trovato mutazioni del driver EGFR e KRAS rispettivamente nel 18% e nel 33% dei campioni polmonari normali.
Swanton spiega ancora: «Abbiamo scoperto che le mutazioni dei driver nei geni EGFR e KRAS , che si trovano comunemente nei tumori polmonari, sono comunemente presenti nel tessuto polmonare normale e sono una probabile conseguenza dell’invecchiamento. Nella nostra ricerca, queste mutazioni da sole hanno potenziato solo debolmente il cancro nei modelli di laboratorio. Tuttavia, quando le cellule polmonari con queste mutazioni sono state esposte agli inquinanti atmosferici, abbiamo visto più tumori e questi si sono verificati più rapidamente rispetto a quando le cellule polmonari con queste mutazioni non sono state esposte agli inquinanti, suggerendo che l’inquinamento atmosferico favorisce l’inizio del cancro ai polmoni nelle cellule che ospitano il driver mutazioni geniche. Il passo successivo è scoprire perché alcune cellule polmonari con mutazioni diventano cancerose se esposte a sostanze inquinanti, mentre altre no. E’ noto da tempo che l’inquinamento atmosferico è associato al rischio di cancro al polmone, ma non si conosceva il modo in cui viene causato dall’inquinamento atmosferico. Ora abbiamo scoperto che l’esposizione all’inquinamento dell’aria, sia nei topi che negli esseri umani, genera un asse infiammatorio».
Cordis evidenzia che «I risultati della ricerca sono rilevanti se si considera che molte più persone dei fumatori sono esposte a quelli che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definirebbe livelli pericolosi di inquinamento atmosferico. Si stima infatti che quasi ogni singola persona sul pianeta (95 %) sia esposta a livelli di inquinamento dell’aria che verrebbero classificati dall’OMS come pericolosi».
Swanton conclude: «Credo che questo rappresenti uno stimolo urgente a ridurre i livelli di inquinamento. E, naturalmente, che confermi che la salute del clima e quella degli esseri umani sono strettamente connesse».