L’innalzamento del livello del mare accelererà fortemente l’erosione delle coste rocciose

Molto più a rischio di erosione di quanto si credeva anche le coste rocciose “dure”

[21 Novembre 2022]

Secondo lo studio “Sea-level rise will likely accelerate rock coast cliff retreat rates”, pubblicato su Nature Communications  da un team di ricercatori dell’Imperial College London, università di Glasgow e Australian Nuclear Science and Technology Organization, «In futuro, le coste rocciose, che costituiscono oltre la metà delle coste del mondo, potrebbero ritirarsi più rapidamente a causa dell’accelerazione dell’innalzamento del livello del mare».

Lo studio ha modellato i probabili futuri tassi di ritiro delle scogliere di due coste rocciose nel Regno Unito<, applicando le previsioni dell’innalzamento del livello del mare per vari scenari di emissioni di gas serra e cambiamenti climatici, rilevando così che «Le coste rocciose, tradizionalmente considerate stabili rispetto alle coste sabbiose e alle scogliere “morbide”, rischiano di ritirarsi a un ritmo che non si vedeva da 3.000 – 5.000 anni.   Nei siti di studio del Regno Unito nello Yorkshire e nel Devon, questo causerà un ritiro delle scogliere rocciose di almeno 10 – 22 metri nell’entroterra. Il tasso di erosione è probabilmente compreso tra 3 e 7 volte il tasso odierno e potenzialmente fino a 10 volte».

L’ autore senior delle studio, Dylan Rood del Department of Earth Science and Engineering, dell’Imperial College London, ricorda che «L’erosione costiera è uno dei maggiori rischi finanziari per la società rispetto a qualsiasi pericolo naturale. Alcune scogliere rocciose si stanno già sgretolando e, entro il prossimo secolo, i tassi di erosione della costa rocciosa potrebbero aumentare di 10 volte. Anche le coste rocciose che sono rimaste stabili negli ultimi cento anni probabilmente risponderanno all’innalzamento del livello del mare entro il 2030».

Nel mondo, centinaia di milioni di persone vivono lungo le coste rocciose, dove sono presenti infrastrutture come case, aziende, centrali nucleari, collegamenti per i trasporti e agricoltura per un valore di trilioni di dollari. I ricercatori chiedono ai responsabili politici, ai pianificatori e agli assicuratori di «Agire per classificare le coste rocciose come aree ad alto rischio nella pianificazione futura della risposta al cambiamento climatico, nonché per limitare il cambiamento climatico attraverso il raggiungimento di Net Zero come priorità immediata».

Rood aggiunge: «L’erosione della costa rocciosa è irreversibile: ora è il momento di limitare il futuro innalzamento del livello del mare prima che sia troppo tardi. L’umanità può controllare direttamente il destino delle nostre coste riducendo le emissioni di gas serra: il futuro delle nostre coste è nelle nostre mani».

Il nuovo studio è il primo a convalidare i modelli dell’erosione prevista delle coste di roccia dura dovuta l’innalzamento del livello del mare utilizzando dati osservativi su scale temporali preistoriche. Gli studi precedenti si sono concentrati principalmente su modelli teorici delle coste “morbide”  e sabbiose. I nuovi risultati suggeriscono che «Mentre il livello del mare continua a salire, anche il tasso di erosione costiera delle rocce accelererà».

Per studiare il tasso di erosione futuro, i ricercatori hanno esaminato i tassi passati e presenti di ritiro delle scogliere sulle coste vicino a Scalby nello Yorkshire e Bideford nel Devon, scoprendo che «Entro il 2100 probabilmente si ritireranno rispettivamente di 13 – 22 e 10 – 14 metri».

Hanno raccolto campioni di roccia e hanno analizzato i radionuclidi cosmogenici (CRN) che si accumulano nelle rocce esposte ai raggi cosmici. «Le concentrazioni di CRN nella roccia rivelano quanto velocemente e per quanto tempo la roccia è stata esposta, riflettendo il tasso di erosione e ritiro» spiegano gli scienziati che poi hanno confrontato uesti dati con la topografia costiera osservata per calibrare un modello che traccia l’evoluzione di queste coste rocciose nel tempo, prima di confrontarle con i tassi di cambiamento del livello del mare del passato risalenti a 8.000 anni fa. Hanno scoperto che «Il tasso di erosione costiera in questi due siti è molto vicino al tasso di innalzamento del livello del mare. Questa è una chiara prova di una relazione causale tra il ritiro delle scogliere e il livello del mare dalla quale si possono fare previsioni future. Le coste rocciose sono più sensibili all’innalzamento del livello del mare di quanto si pensasse in precedenza. I risultati potrebbero essere applicati alle coste rocciose di tutto il mondo perché il tipo di roccia è comune a livello globale e coste di roccia dura simili potrebbero rispondere in modo simile all’innalzamento del livello del mare».

La principale autrice dello studio, Jennifer Shadrick, anche lei dell’Imperial College London  e della NERC Science & Solutions for a Changing Planet Doctoral Training Partnership, che ora lavora nel team di gestione del rischio marino e costiero a JBA Consulting, ha sottolineato che «L’innalzamento del livello del mare sta accelerando e i nostri risultati confermano che il ritiro della costa rocciosa accelererà in linea con questo. Non è questione di se, ma di quando.  La notizia più positiva è che, ora che abbiamo un’idea migliore delle grandezze e delle tempistiche, possiamo adattarci di conseguenza. Più dati abbiamo sugli effetti del cambiamento climatico sull’innalzamento del livello del mare e sull’erosione costiera, più possiamo prepararci sostenendo politiche urgenti che proteggano le coste e le loro comunità».

Si prevede che, se non verranno ridotte velocemente e drasticamente le emissioni di gas serra, entro il 2100 il livello del mare aumenterà di un metro e il nuovo studio è il primo a confermare con dati osservativi che «Il tasso di erosione costiera del passato ha seguito il tasso di innalzamento del livello del mare su scale temporali preistoriche». I ricercatori affermano che «Questa erosione è stata guidata dalle onde, che probabilmente diventeranno più grandi e più forti con l’innalzamento futuro del livello del mare e più terra sarà ceduta al mare».

All’Imperial College London  fanno notare che «Sebbene questo studio abbia esaminato gli effetti dell’innalzamento del livello del mare, non ha tenuto conto degli effetti delle tempeste più forti, che secondo alcuni studi si verificheranno più frequentemente a causa del cambiamento climatico. Successivamente, i ricercatori adatteranno il loro modello per prevedere anche il tasso di ritiro delle scogliere per le coste rocciose più morbide, come il gesso».

Rood conferma: «Il nostro studio non ha tenuto conto dell’effetto dell’aumento delle tempeste, che potrebbero diventare più forti e più frequenti in futuro con i cambiamenti climatici, sull’erosione delle scogliere causata dalle onde. Tuttavia, l’aumento delle tempeste accelererebbe solo il ritiro della scogliera anche più delle nostre previsioni. Questo è un altro punto di vista della crisi climatica di cui terremo conto in studi futuri per fornire un quadro più completo dei probabili tassi di erosione della costa rocciosa. Stiamo anche cercando di migliorare i nostri modelli per le coste rocciose più morbide dove l’erosione diversa da quella delle onde è più importantez.

Per la Shadrick, «I risultati sono un duro avvertimento che dobbiamo adattarci meglio alla ritirata costiera o affrontare la perdita di persone, case e infrastrutture nelle zone costiere».

Uno degli autori dello studio,  Martin Hurst della School of Geographical and Earth Sciences  dell’università di Glasgow, conclude: «Il problema è che le coste rocciose sono più sensibili all’innalzamento del livello del mare di quanto si pensasse in precedenza. Dobbiamo prestare maggiore attenzione a come le nostre coste rocciose continuano a erodersi con l’innalzamento del livello del mare.  I maggiori rischi di erosione sulle nostre coste continueranno per tutto questo secolo. Anche se domani raggiungeremo Net Zero, una notevole quantità di innalzamento del livello del mare è già in atto mentre il nostro clima, i ghiacciai e gli oceani continuano a rispondere alle emissioni che hanno già avuto luogo».