Entro il 2035 l’elettricità del Galles sarà 100% rinnovabile. Cardiff punta sull’eolico galleggiante

Il governo autonomo avvia la consultazione sugli obiettivi «Ambiziosi ma credibili»

[26 Gennaio 2023]

Il Galles, che un tempo era la patria del carbone, sta già compiendo buoni progressi rispetto ai precedenti obiettivi energetici e climatici fissati nel 2017 e già oggi produce il 55% della sua elettricità da fonti rinnovabili. Ora la ministra dei cambiamenti climatici del governo autonomo di Cardiff, la laburista Julie James, ha proposto al Galles di «Fissare un obiettivo per almeno 1,5 GigaWatt di capacità di energia rinnovabile autoprodotta dalle abitazioni gallesi gallese entro il 2035, escluse le pompe di calore».

Infatti, come spiega il governo gallese in una nota «C’è anche un obiettivo per 5,5 GigaWatt di capacità di energia rinnovabile prodotta dalle pompe di calore entro il 2035, ma questo è soggetto a un maggiore sostegno da parte del governo del Regno Unito e alla riduzione del costo della tecnologia».

La James ha  sottolineato che «I nostri obiettivi precedenti hanno evidenziato le nostre grandi ambizioni per l’energia rinnovabile e il desiderio di questo governo di abbandonare l’uso e la dipendenza dai combustibili fossili. Tuttavia, la crisi climatica dimostra che non possiamo permetterci di riposare sugli allori. Fornire nuovi obiettivi ci obbliga a procedere verso Net Zero il più rapidamente possibile. E’ evidente che verso la fine di questo decennio dovremo aumentare rapidamente la nostra generazione di elettricità per soddisfare il nostro fabbisogno energetico. Le proposte sugli obiettivi di energia rinnovabile su cui ci apriamo la consultazione  oggi sono ambiziose, ma credibili.Sono molto lieta che ci propongano un percorso per soddisfare l’equivalente del 100% del nostro consumo annuo di elettricità da elettricità rinnovabile entro il 2035 e di continuare a tenere il passo con il consumo in seguito».

La ministra laburista ha evidenziato che «Le infrastrutture e la catena di approvvigionamento del Galles saranno fondamentali per raggiungere questi obiettivi rivisti» e ha annunciato un altro finanziamento da 1 milione di sterline per studiare il potenziale dell’eolico offshore gallese. Una sovvenzione che sarà cofinanziata con un altro milione di sterline dall’ Associated British Ports (ABP) per i lavori preparatori per consentire ai futuri progetti eolici offshore galleggianti di dispiegarsi dal Galles. La James ha aggiunto che «Questo investimento segnala, sia all’industria che al governo del Regno Unito, l’impegno del governo gallese nel settore dell’eolico galleggiante. Fornisce inoltre importanti finanziamenti per l’infrastruttura di cui avremo bisogno per fornire l’eolico galleggiante per soddisfare le nostre ambizioni. Naturalmente, questa non è la fine del nostro supporto e continueremo a lavorare a stretto contatto con Port Talbot, Milford Haven Port Authority e i colleghi della Celtic Sea Alliance per massimizzare i benefici dell’eolico galleggiante per o il Galles».

Andrew Harston, direttore regionale di Wales & Short Sea Ports ha commentato: «Associated British Ports accoglie calorosamente questo sostegno iniziale da parte del governo gallese per contribuire a dare il via allo sviluppo di un importante hub di energia verde a Port Talbot. Questo supporto è fondamentale per la costruzione di infrastrutture di trasformazione, che consentiranno la produzione, l’integrazione e l’assemblaggio di componenti eolici offshore galleggianti a Port Talbot. Il lancio dell’eolico offshore galleggiante nel Mar Celtico offre un’opportunità irripetibile per il Galles meridionale di guidare un mercato globale e svolgerà un ruolo importante nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi net zero del Galles e del Regno Unito. In questo modo sosterrà e creerà migliaia di posti di lavoro a lungo termine e di alta qualità. In quanto porta d’accesso al Mar Celtico e con capacità uniche e vantaggi naturali, questo supporto contribuirà a posizionare Port Talbot al centro di queste tecnologie verdi emergenti e della decarbonizzazione industriale».

Ma Auriol Miller  del think tank Institute for Welsh Affairs (IWA) ha avveryito che «Non c’è nulla di automatico nel raggiungere questi obiettivi, e il governo deve concentrarsi sul trovare fonti di energia nuove e alternative, oltre a ridurre i consumi attraverso l’efficientamento energetico  delle case».

La James ha ammesso che «Considerando il livello di finanziamento necessario per fornire energia eolica galleggiante al largo nel sud-ovest del Galles, l’investimento di 1 milione di sterline da parte del governo gallese è  una goccia nell’oceano. Ma gli investimenti segnalano l’impegno dei ministri gallesi del settore e  questa non è la fine del nostro sostegno». Intanto, il governo del Regno Unito ha riconosciuto che «E’ necessario un cambiamento radicale per aumentare la capacità della rete di distribuzionein Galles.

Una commissione parlamentarei ha pubblicato un rapporto che esamina i problemi della rete energetica gallese e, in risposta alla loro relazione, il governo conservatore britannico ha assicurato he continuerà a lavorare su «Pianificazione strategica, approvazione della normativa, permessi per la pianificazione e razionalizzazione delle connessioni in tutta la Gran Bretagna, compreso il Galles».

Manon Kynaston, vicedirettrice di RenewableUK Cymru, ha accolto con favore l’obiettivo rivisto del governo gallese: «Sono d’accordo sul fatto che sia ambizioso ma realizzabile. Tuttavia, c’è molto lavoro da fare, non solo per raggiungere gli obiettivi, ma anche per mantenere tali benefici in Galles. Per poter raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno di un sistema diversificato e flessibile, che includa l’eolico offshore fisso dalla costa del nord del Galles, ma anche la significativa opportunità che abbiamo dell’eolico offshore galleggiante nel Mar Celtico. Dobbiamo sbloccare alcune barriere chiave, principalmente il consenso e le licenze, e anche lavorare a stretto contatto con il governo del Regno Unito per garantire investimenti nei nostri porti e nelle nostre infrastrutture. Abbiamo davvero bisogno di investimenti preventivi per assicurarci che la rete sia adatta allo scopo, per sfruttare le opportunità».

Al centro della visione del governo gallese c’è la necessità di garantire che i benefici rimangano il più possibile nelle comunità locali e che i profitti non lascino il Galles alle grandi multinazionali. Ynni Ogwen è un esempio di un progetto comunitario che la Jones vorrebbe vedere adottato anche altrove. Si tratta di un progetto idroelettrico sull’Afon Ogwen vicino a Bethesda a Gwynedd, che produce elettricità e restituisce i profitti alla comunità. ecentemente il programma ha stanziato  20.000 sterline per aiutare ad alleviare la crisi del costo della vita nell’area.

Meleri Davies, una fondatrice di Ynni Ogwen, ha detto a BBC News che «E’ fantastico che ci siano nuovi obiettivi, ma il governo gallese deve garantire che i progetti siano basati sulle  comunità. Abbiamo bisogno di più progetti come questo, semplicemente grazie all’impatto economico, sociale e ambientale di questo programma. Vorrei però che il governo andasse oltre e garantisse che l’energia prodotta possa essere utilizzata localmente. Al momento l’energia che produciamo qui viene esportata nella rete che ci paga. Se potessimo usare quell’energia per alimentare le case a livello locale a una tariffa ridotta sarebbe fantastico. Questo è il tipo di aspirazione verso cui vorremmo che il governo gallese si muovesse. Sono necessari maggiori finanziamenti per facilitare il decollo di progetti come Ynni Ogwen. Abbiamo bisogno di finanziamenti, l’anno scorso sono stati sviluppati solo 4 progetti di proprietà della comunità. Sono necessari molti investimenti, una sovvenzione o un sostegno, per consentire la realizzazione di questo tipo di progetto».

La Miller ha fatto notare che «Con il consumo di elettricità che dovrebbe aumentare nei prossimi anni, mentre andiamo verso i veicoli elettrici e ci allontaniamo dalle caldaie a gas, se vogliamo avere la possibilità di raggiungere l’obiettivo del 100%, il ritmo dell’introduzione delle energie rinnovabili dovrà aumentare. Parte di questa ambizione passa dall’incoraggiare più persone  a installare pompe di calore, ma questo non sta accadendo abbastanza velocemente. E’ importante non attribuire troppe responsabilità agli individui. Il governo gallese [e il governo del Regno Unito] devono pensare ad investire affinché ciò accada e quindi anche al dispiegamento di quegli investimenti. Quindi, l’efficientamento energetico delle case è fantastico, ma al momento non sta avvenendo  abbastanza velocemente».

L’industria rinnovabile gallese e britannica sembra pronta a sfruttare le opportunità disponibili, ma la Kynaston ricorda che «Spetta ai governi fare di più per garantire che i progetti si possano realizzare più rapidamente. Siamo in un’emergenza climatica, il momento di muoversi è adesso».

La Miller conclude: «Il tempo è essenziale. Sappiamo dalla sfida del cambiamento climatico globale che abbiamo dieci anni per fare davvero la differenza in termini di salvaguardia del futuro del nostro pianeta. Questo vale anche per noi qui in Galles».