Il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga dice no a zipline e ferrata: troppi rischi per i falchi pellegrini e le aquile reali

L’Ente Parco boccia il progetto e accoglie le osservazioni di Soa, Lipu e Altura

[31 Gennaio 2023]

L’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ha espresso «Parere negativo in merito allo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale relativamente agli interventi per come ubicati di: 1, Realizzazione impianto Zip Line; 2. Realizzazione nuova Via Ferrata in quanto incompatibile con la normativa vigente  in materia di tutela e conservazione della fauna. Relativamente al progetto di riqualificazione della parete rocciosa “Vena Rossa”, sulla base delle considerazioni sopra esposte, questo Ente, per quanto di competenza, rinvia l’espressione di un parere in merito al suo utilizzo come sito di arrampicata, ad un nuovo Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale da ripetersi a cura del proponente. Tale studio dovrà essere adeguato alle indicazioni normative in materia, che deve prevedere una specifica e propedeutica azione di monitoraggio dell’ornitofauna che vive sulle pareti oggetto degli interventi, in modo da poter escludereogni eventuale incidenzasu specie ed habitat di interesse comunitario».      »

La valutazione di Incidenza Ambientale una zipline (il cosiddetto “volo d’angelo”) tra Pietracamela e Fano Adriano e la realizzazione di una ferrata era stata avviata dalla Provincia di Teramo. La parola finale sul progetto che si basa su  risorse del PNRR la dovrà dare ora il Comitato V.IA. della Regione Abruzzo. La Ma la Stazione Ornitologica Abruzzese (SOA), la Lega Italiana Protezione Uccelli (Lipu) e l’associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci e dei loro Ambienti (ALTURA) ric ordano che «La stessa Commissione Europea ha specificatamente richiesto che i progetti PNRR non comportino danni al patrimonio faunistico e ambientale in genere».

Le tre associazioni avevano fin dall’inizio segnalato «I rischi da collisione con i cavi della zipline per i rapaci che nidificano nell’area, dall’aquila reale al falco pellegrino. Tutto fondato su una enorme mole di studi scientifici pubblicati a livello internazionale e stranoti agli specialisti del settore ma incredibilmente ignorati dalla provincia».

Augusto De Sanctis, consigliere della SOA, conclude: «Alcune attività turistiche che a prima vista sembrano molto accattivanti e prive di conseguenze negative possono invece comportare impatti rilevanti sulla fauna, fino addirittura a provocare la morte dei rapaci che impattano durante il volo con i cavi tesi nel caso delle zipline. La stessa attività di arrampicata sportiva in alcuni specifici contesti e periodi può determinare il fallimento per disturbo delle covate di aquile reali e falchi pellegrini, come dimostrano studi specifici realizzati in diverse parti del mondo. Gli adulti in cova si alzano dalle uova e lasciano il nido anche per ore per l’avvicinarsi delle persone e a quel punto l’embrione nell’uovo muore e la riproduzione fallisce. Le attività turistiche sono importanti ma vanno inserite in maniera adeguata in ambienti così delicati come quelli dei parchi nazionali, soprattutto per le falesie idonee alla riproduzione delle diverse specie che sono in numero limitato. Invece questo progetto è a nostro avviso estremamente carente da questo punto di vista addirittura ignorando queste problematiche note a tutti gli specialisti del settore. Quindi bene ha fatto l’ente parco a rilevare queste criticità. Crediamo che si possano destinare questi fondi alla riqualificazione dei sentieri dell’area che spesso versano in condizioni non ottimali nonché al recupero di detrattori ambientali diffusi che peggiorano anche la qualità di visita da parte dei turisti».