Uso del suolo, la Royal Society boccia il governo britannico: troppe promesse difficili da mantenere
Una politica unitaria e dati migliori sul suolo per affrontare le sfide ambientali, climatiche e sociali del XXI secolo
[2 Febbraio 2023]
Poche ore dopo la presentazione dell’Environmental Improvement Plan 2023 da parte del governo conservatore del Regno Unito, la pubblicazione del rapporto “Multifunctional Landscapes: Informing a long-term vision for managing the UK’s land”, della Royal Society mette in dubbio le reali possibilità di realizzare gli ambiziosi obiettivi che finora si è dato il Regno Unito in campo energetico, climstico e ambientale.
Infatti, per l’autorevolissima Royal Society «Le ambizioni del governo di aumentare la produzione alimentare, proteggere la natura e combattere il cambiamento climatico, rischiano di “promettere troppo” a causa della mancanza di dati solidi e di decisioni politiche sconnesse».
Dal rapporto emerge che per rispettare gli attuali obiettivi politici che si è dato il governo entro il 2030, sarebbe necessario utilizzare un’area grande quanto l’Irlanda del Nord. Il governo conservatore ha piani ambiziosi per il territorio del Regno Unito, dall’aumento della biodiversità alla costruzione di più case, ma punta anche ad aumentare la copertura boschiva dall’attuale 13,2% al 17% entro il 2050; ad incrementare le colture per produrre energia a 23.000 ettari all’anno entro la metà degli anni ’20, a preservare il 30% del territorio con aree protette entro il 2030; costruire 300.000 nuove case all’anno in Inghilterra, entro la metà degli anni ’20. La Royal Society ha riesaminato questi impegni e ha concluso che, per rispettarli, «Entro il 2050 sarebbero necessari altri 4,4 milioni di ettari di terreno, il doppio del Galles».
Le associazioni di agricoltori e silvicoltori hanno accolto con favore il rapporto e affermano che dimostra la necessità di avere un quadro per l’uso del suolo nel Regno Unito. Nel Regno Unito circa il 72% de territorio è già utilizzato per l’agricoltura, ma il Climate Change Committee – il consulente climatico indipendente del governo – nel 2020 ha concluso che «Per per sostenere gli sforzi sul cambiamento climatico, fino al 16% della terra del Regno Unito dovrebbe essere liberato dall’agricoltura». Nel 2020, l’agricoltura ha rappresentato l’11% dei gas serra britannici ed è uno dei principali problemi legato all’inquinamento delle acque dolci.
La scorsa settimana, il governo ha annunciato i tanto attesi dettagli del regime di pagamento dell’Inghilterra per i proprietari terrieri e gli agricoltori per premiarli per il lavoro ambientale e pratiche agricole più sostenibili, ma Tom Bradshaw, vicepresidente della National Farmers’ Union of England and Wales (NFU), ha detto alla BBC che «I miei associati stanno ancora faticando per capire dove dovrebbero concentrare i loro sforzi. Abbiamo sempre seguito la politica del governo e crediamo di poter raggiungere obiettivi ambientali, ma in questo momento non sappiamo quale sia la priorità del governo».
Alla fine del 2022 il Lords Urban Use Committee ha raccomandato che «Il governo istituisca un quadro sull’uso del suolo per l’Inghilterra per fornire chiarezza agli agricoltori, ai proprietari terrieri e ai gestori del territorio per fare l’uso più efficace della loro terra».
Emily Norton, responsabile della ricerca rurale di Savills, fa notare che «Ogni volta che il governo fissa un nuovo obiettivo ambientale, la domanda è: da dove verrà. Ci saranno molte tensioni e compromessi, motivo per cui le persone continuano a chiedere un quadro sull’uso del suolo».
Un portavoce del Department of Environment, Food and Rural Affairs del governo ha ribattuto che «Il nostro quadro sull’uso del suolo, che dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno, aiuterà gli agricoltori ad adattarsi a un clima che cambia. Maggiori informazioni saranno disponibili a tempo debito».
Il rapporto dall’Accademia nazionale delle scienze del Regno Unito, evidenzia che e le attuali politiche sull’uso del suolo sono “sconnesse” e illustra come la scienza e l’innovazione possono aiutare a ottenere il massimo dalla territorio e sottolinea che «Al centro di tutto ciò c’è una spinta verso una misurazione più sofisticata e basata sui dati dei molteplici vantaggi offerti dalla terra; dai prodotti commerciabili, come cibo e legname, a beni pubblici essenziali, come le attività ricreative, la cattura del carbonio e la biodiversità, che in genere non forniscono un ritorno economico».
Per garantire che la terra sia utilizzata in modo produttivo, efficiente e sostenibile, il rapporto raccomanda di: «Sviluppare una base di prove condivisa e accessibile, che incorpori l’intera gamma di informazioni necessarie per supportare solide decisioni sull’uso del suolo. Questo include i dati delle scienze naturali, come la qualità del suolo, il clima e l’ecologia, e le scienze sociali, per garantire che i valori delle persone che visitano, vivono e lavorano nei territori siano presi in considerazione nel processo decisionale. Stabilire quadri di utilizzo del suolo interdipartimentali basati sulle prove per unire le politiche e aiutare a gestire i compromessi tra i molteplici e diversi usi del suolo e sostenere la coerenza delle politiche nelle quattro Nazioni del Regno Unito. Riformare il sostegno finanziario per incentivare esplicitamente la fornitura di benefici non commerciabili, come la biodiversità, e garantire che siano adattabili a livello locale per riflettere la diversa idoneità del terreno rispetto alle diverse funzioni. Investire in competenze, ricerca e tecnologia per massimizzare la combinazione di vantaggi che la terra sta offrendo, aumentare la produttività e consentendo ai gestori del territorio di innovare e capitalizzare nuovi flussi di reddito. Questa è un’opportunità per il Regno Unito di dimostrare una leadership globale, mentre Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord continuano a sviluppare le loro nuove politiche agricole e fondiarie al di fuori dell’Ue».
La Royal Society è convinta che «Le raccomandazioni del rapporto per un approccio multifunzionale basato su prove alle questioni che dipendono dalla terra che definiscono il XXI secolo – come la sicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità – potrebbero essere un modello replicato in tutto il mondo. Ciò dovrebbe basarsi sui progressi dell’Office of National Statistics e della Geospatial Commission, che pongono le basi per una risorsa di informazioni su suolo in continua evoluzione e miglioramento per tutte e quattro le Nazioni».
Ma Sir Charles Godfray, direttore della Oxford Martin School, ha fatto notare che «Il Regno Unito non ha abbastanza territori perché nessuno di essi sia non produttivo. La produttività è molto più che cibo, legname e prodotti che possono essere venduti sui mercati. Dovrebbe comprendere tutti i preziosi prodotti terrestri, come la biodiversità e il sequestro del carbonio, che sono di fondamentale importanza per il Regno Unito e per i quali normalmente non esistono valori di mercato. Questo rapporto illustra come i dati e l’analisi moderni possono perfezionare la nostra contabilità dell’intera gamma di servizi forniti dal suolo. In che modo la ricerca e la tecnologia aiutano a massimizzare l’ampia produttività di ogni acro. E il modo in cui un quadro politico sull’uso del suolo può garantire un processo decisionale coordinato è informato dalle ultime prove sui nostri territori e sulle persone al loro interno».
Il rapporto attinge all’esperienza di tutto il mondo accademico, politico, delle organizzazioni di gestione del territorio e della Society’s Fellowship del Regno Unito, nonché ad esempi di cambiamenti nell’uso del suolo multifunzionali e basati su prove che sono già in corso. Come il Lower Otter Restoration Project nel Devon che sta cercando di ripristinare la serpeggiante pianura alluvionale dell’estuario del fiume Otter, che è stata raddrizzata e recintata per fornire terreno agricolo durante le guerre napoleoniche. L’obiettivo di questo progetto è quello di «Migliorare in modo significativo la resilienza alle inondazioni e la qualità dell’acqua, espandere gli habitat intertidali sempre più minacciati – con benefici per la biodiversità e il sequestro del carbonio – e preservare le strade di accesso e un tratto del sentiero costiero sud-occidentale». Ma questo ha comportato modifiche al territorio, lo spostamento di un club di cricket locale e di alcuni terreni agricoli, che erano sempre più soggetti alle inondazioni.
John Varley Obe, del gruppo di lavoro che ha realizzato il rapporto e CEO of Clinton Devon Estates, che sta implementando i principi multifunzionali e basati su prove nei 25.000 acri che gestisce, incluso il lower Otter, spiega che «Questo è un ripristino gestito. Il terreno lungo il Lower Otter era vulnerabile alle mareggiate e sapevamo che dovevamo pianificare se dovevamo utilizzare meglio il terreno preservando le infrastrutture essenziali. Arrivare a questa fase ha comportato una notevole quantità di lavoro: dalla consultazione pubblica, alle indagini sulla biodiversità e all’uso del lidar e di altre tecniche per comprendere meglio la topografia e l’idrologia dell’area. Ma, come afferma questo rapporto della Royal Society, quella base di prove è stata essenziale per portare dalla nostra parte la comunità locale e mostrare la nostra visione di ciò che l’area poteva offrire».
Come parte dello sviluppo del rapporto, il gruppo direttivo ha commissionato una simulazione di coinvolgimento pubblico che prevede di parlare a tutti i cittadini del Regno Unito del futuro dell’uso del suolo e ha determinato che «Persone con prospettive diverse condividono il desiderio di comprendere le sfide ed essere più coinvolte nelle decisioni sul futuro dei nostri territori».
Dame Fiona Reynolds, del gruppo direttivo del rapporto ed ex direttrice generale del National Trust, conclude: «La multifunzionalità è importante per le persone quanto per l’ambiente e l’economia. Questo rapporto sostiene un sistema che soddisfi questi bisogni pubblici di cibo, natura, carbonio e accesso alle risorse in modo coordinato e trasparente. Dobbiamo anche pensare in modo creativo a i posti di lavoro e alle opportunità create da questo approccio multifunzionale e a come possono aiutare a costruire comunità rurali fiorenti e sostenibili».