L'inquinamento contribuisce allo sviluppo, alla trasmissione e alla diffusione della resistenza antimicrobica

Resistenza antimicrobica: per ridurre i superbatteri, il mondo deve ridurre l’inquinamento

Entro il 2030, l'AMR potrebbe tradursi in 10 milioni di morti e un calo del PIL di 3,4 trilioni di dollari all'anno

[8 Febbraio 2023]

Durante il sesto meeting del Global Leaders Group on AMR ospitato da Barbados, l’United Nations environment programme (Unep) ha presentato Il rapporto “Bracing for Superbugs: strengthening environmental action in the One Health response to antimicrobial resistance” dal quale emerge che «Limitare l’inquinamento creato dai settori farmaceutico, agricolo e sanitario è essenziale per ridurre l’emergenza, la trasmissione e la diffusione di superbatteri – ceppi di batteri che sono diventati resistenti a tutti gli antibiotici conosciuti – e altri casi di resistenza antimicrobica, noti come AMR».

Il rapporto Unep  evidenzia le dimensioni ambientali della resistenza antimicrobica, che sta già mettendo a dura prova la salute di esseri umani, animali e piante e l’economia e che una risposta multisettoriale  One Health in linea con il lavoro della Quadripartite Alliance che, oltre all’Unep, comprende Fao, Organizzazione mondiale della sanità (Oms) World Organisation for Animal Health (WOAH). Lo sviluppo e la diffusione dell’AMR significano che gli antimicrobici usati per prevenire e curare le infezioni negli esseri umani, negli animali e nelle piante potrebbero diventare inefficaci, con la medicina moderna non più in grado di trattare anche le infezioni lievi.

La premier di Barbados, Mia Amor Mottley, presidente dell’One Health Global Leaders Group on Antimicrobial Resistance, ha ricordato che «La crisi ambientale del nostro tempo riguarda anche i diritti umani e la geopolitica: il rapporto sulla resistenza antimicrobica pubblicato dall’Unep è un altro esempio di iniquità, in quanto la crisi della resistenza antimicrobica sta colpendo in modo sproporzionato i Paesi del Sud del mondo. Dobbiamo rimanere concentrati sull’invertire la tendenza in questa crisi, aumentando la consapevolezza e ponendo questa questione di importanza globale nell’agenda delle nazioni del mondo».

L’AMR è elencata dall’Oms tra le 10 principali minacce globali per la salute e si stima che a livello globale nel 2019 1,27 milioni di decessi siano stati direttamente attribuiti a infezioni resistenti ai farmaci e che 4,95 milioni di decessi in tutto il mondo siano legati  alla resistenza antimicrobica batterica (compresi quelli direttamente attribuibili alla resistenza antimicrobica ). L’Unep avverte che «Si prevede che l’AMR causerà 10 milioni di morti dirette in più all’anno entro il 2050. Questo equivale al numero di decessi causati a livello globale dal cancro nel 2020. Si prevede che il costo economico della resistenza antimicrobica comporterà un calo del PIL di almeno 3,4 trilioni di dollari all’anno entro il 2030, spingendo 24 milioni di persone in più nella povertà estrema. La triplice crisi planetaria comporta temperature più elevate e modelli meteorologici estremi, cambiamenti nell’uso del suolo che ne alterano la diversità microbica, nonché inquinamento biologico e chimico. Tutto ciò contribuisce allo sviluppo e alla diffusione della resistenza antimicrobica».

La direttrice esecutiva dell’Unep, Inger Andersen, ha sottolineato che «L’inquinamento dell’aria, del suolo e dei corsi d’acqua mina il diritto umano a un ambiente pulito e sano. Gli stessi driver che causano il degrado ambientale stanno peggiorando il problema della resistenza antimicrobica. Gli impatti della resistenza antimicrobica potrebbero distruggere la nostra salute e i nostri sistemi alimentari. Ridurre l’inquinamento è un prerequisito per un altro secolo di progressi verso fame zero e la buona salute».

Il rapporto evidenzia una serie completa di misure per affrontare sia il declino dell’ambiente che l’aumento della resistenza antimicrobica, in particolare affrontando le principali fonti di inquinamento da scarse condizioni igienico-sanitarie, fognature, comunità e rifiuti urbani. Secondo l’Unep «Per prevenire e ridurre tali inquinanti è fondamentale: creare quadri di governance, pianificazione, normativi e giuridici solidi e coerenti a livello nazionale e stabilire meccanismi di coordinamento e collaborazione; aumentare gli sforzi globali per migliorare la gestione integrata dell’acqua e promuovere l’acqua pulita, i servizi igienico-sanitari e l’igiene per limitare lo sviluppo e la diffusione della resistenza antimicrobica nell’ambiente, nonché per ridurre le infezioni e la necessità di antimicrobici; aumentare l’integrazione delle considerazioni ambientali nei piani d’azione nazionali contro la resistenza antimicrobica nei piani relativi all’ambiente, come l’inquinamento chimico nazionale e i programmi di gestione dei rifiuti, la biodiversità nazionale e la pianificazione del cambiamento climatico; stabilire standard internazionali per ciò che costituisce un buon indicatore microbiologico di AMR da campioni ambientali, che possono essere utilizzati per guidare le decisioni di riduzione del rischio e creare incentivi efficaci per seguire tale guida; esplorare le opzioni per reindirizzare gli investimenti, stabilire incentivi e schemi finanziari nuovi e innovativi e sostenere gli investimenti per garantire finanziamenti sostenibili, compresa l’assegnazione di risorse nazionali sufficienti per affrontare la resistenza antimicrobica; monitoraggio e sorveglianza ambientale e ulteriori priorità di ricerca per fornire più dati e prove e interventi mirati migliori».

L’Unep conclude: «L’AMR richiede una risposta One Health che riconosca che la salute delle persone, degli animali, delle piante e dell’ambiente sono strettamente collegate e interdipendenti. La prevenzione è al centro dell’azione necessaria per arrestare l’emergenza della resistenza antimicrobica e l’ambiente è una parte fondamentale della soluzione. Il rafforzamento completo e coordinato dell’azione ambientale nella risposta One Health alla resistenza antimicrobica ridurrà il rischio e l’onere della resistenza antimicrobica per gli esseri umani e la natura, oltre ad aiutare ad affrontare la triplice crisi planetaria».