La proposta di decreto sulle Comunità energetiche rinnovabili è arrivata alla Commissione Ue
Pichetto: «Se sapremo svilupparle come sistema Paese, le Comunità energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale»
[24 Febbraio 2023]
Con un anno di ritardo rispetto alle tempistiche previste, e dopo un’ampia mobilitazione del fronte ambientalista, il ministero dell’Ambiente ha inviato alla Commissione Ue la proposta di decreto per incentivare la creazione di Comunità energetiche rinnovabili (Cer).
Si tratta di nuovi soggetti giuridici, delineati dal recepimento della direttiva europea Red II, costituibili a partire da un gruppo di singoli soggetti – come famiglie, stabilimenti produttivi e Comuni – che decidono di autoprodurre, accumulare e scambiarsi energia generata da fonti rinnovabili, nello spirito di una vera comunità e aprendo al contempo realizzazione di nuovi modelli di business.
«Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica, è uno strumento coerente – commenta il ministro Gilberto Pichetto – con il doppio obiettivo di questo Governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica. La ricchezza dell’Italia sono le sue comunità. Il decreto le pone al centro di una strategia volta a produrre e consumare energia da fonti pulite risparmiando sui costi delle bollette. Se sapremo svilupparle come sistema Paese, le Comunità energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale».
La proposta di decreto dovrà ora attendere il via libera della Commissione Ue, prima di poter entrare in vigore. La proposta è incentrata su due misure: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto.
La prima riguarda una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili, per una potenza finanziabile pari ad un massimo di 5 GW, con un limite temporale fissato a fine 2027; chi sceglierà di associarsi ad una Comunità, dovrà innanzitutto individuare sia un’area dove realizzare l’impianto rinnovabile sia altri utenti connessi alla stessa cabina primaria.
Nei Comuni sotto i 5mila abitanti, le Cer potranno invece accedere anche a un finanziamento a fondo perduto – cumulabile con l’incentivo in tariffa – fino al 40% dell’investimento previsto.
«L’intervento – ricordano dal ministero – può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti: in questo caso la misura è finanziata con 2,2 miliardi di euro del Pnrr e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno 2 GW e una produzione indicativa di almeno 2,5 GWh ogni anno», quanto basta per evitare l’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 l’anno.