Presentato a Roma il manifesto del Forum DD

Per ridurre le disuguaglianze occorre liberare la conoscenza, la pandemia (non) insegna

Florio: «Quando gli stati investono a rischio più delle imprese dovrebbero anche rivendicare la comproprietà della conoscenza, nell’interesse della giustizia sociale»

[12 Aprile 2023]

Il Forum Disuguaglianze e Diversità ha presentato oggi a Roma il manifesto Liberare la conoscenza per ridurre le disuguaglianze, elaborato da ricercatori e ricercatrici che collaborano con il Forum stesso, per tracciare una rotta di sviluppo sostenibile adeguata alla transizione digitale che stiamo vivendo.

«Montagne di dati, di informazioni e di conoscenza che anche grazie alla tecnologia digitale potremmo usare collettivamente per prendere decisioni migliori attraverso il confronto, sono invece controllate da pochissimi nel loro interesse, per creare monopoli, alterare le nostre preferenze e dare un velo di oggettività ad assunzioni o decisioni discriminatorie», spiega il co-coordinatore del ForumDD Fabrizio Barca.

Anche l’esperienza della pandemia Covid-19 avrebbe molto da insegnare in tal senso, anche se è una lezione che i decisori sembrano far fatica a metabolizzare.

Come sottolinea Massimo Florio, docente presso l’Università di Milano, illustrando i risultati di uno studio sulla produzione dei vaccini redatto su richiesta dell’Europarlamento, quando «gli stati investono a rischio più delle imprese, in questo caso 30 miliardi di euro pubblici contro 16 di fondi privati, dovrebbero allora anche rivendicare la comproprietà della conoscenza e quindi negoziare condizioni di prezzo e distribuzione nel preminente interesse della giustizia sociale. In alternativa dovrebbero commissionare direttamente a imprese pubbliche o istituti no-profit la fornitura di beni pubblici come i vaccini e altri prodotti essenziali».

Eppure questa lezione non è stata assimilata, come documenta Ugo Pagano (Università di Siena) concentrando il suo intervento su brevetti e proprietà intellettuale: «Al Wto si continua a rimandare l’estensione della moratoria dei brevetti agli strumenti diagnostici per il Covid nonostante il parere favorevole della commissione interministeriale. Particolarmente deludente è la posizione dilatoria dell’Europa. È urgente ampliare il ruolo della scienza aperta liberando la conoscenza da una sua ormai soffocante privatizzazione imponendo investimenti minimi in ricerca pubblica come condizione per partecipare in modo non opportunistico al commercio internazionale. Occorre inoltre istituire una authority internazionale che possa rapidamente espropriare conoscenze private che impediscono il raggiungimento di obiettivi pubblici o di ulteriore avanzamento della ricerca».

Si tratta di temi di grande rilievo anche nell’ottica di realizzare una transizione ecologica che sia pienamente sostenibile, sotto il profilo ambientale come per quello sociale ed economico.

«Sebbene mostri quote non elevate di brevetti verdi rispetto alla Germania e alla Francia, l’Italia si specializza in tecnologie molto complesse e si posiziona in modo continuo tra le prime cinque nazioni europee più competitive. Le regioni italiane hanno diversi vantaggi competitivi nelle tecnologie che potrebbero avere un ruolo cruciale per la transizione verde. L’emergenza climatica potrebbe essere l’ultima opportunità per rilanciare una crescita sostenibile dell’economia italiana. Perché accada, le imprese devono tuttavia essere affiancate da una nuova stagione di interventi statali», conclude nel merito Angelica Sbardella del Centro ricerche Enrico Fermi.