Benessere animale ed etichettatura nazionale di qualità, ancora nessuna consultazione con la società civile

Il Comitato tecnico scientifico per il benessere animale è stato nominato a febbraio

[5 Maggio 2023]

Sono passati più di due mesi dalla nomina ufficiale del Comitato Tecnico Scientifico per il benessere animale (CTSBA) che dovrebbe stabilire gli standard e produrre i disciplinari della nuova etichettatura di Stato per il benessere animale ma le 14 Associazioni aderenti alla “Coalizione contro le #BugieInEtichetta  (Animalisti Italiani, Animal Law Italia, Animal Equality, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Greenpeace, LAV, LEIDAA, Legambiente, OIPA, The Good Lobby) che si occupano attivamente del tema non sono ancora state né convocate né informate sui lavori che il Comitato sta attualmente affrontando.

Infatti, il decreto firmato dai ministri della salute e dell’agricoltura prevede  che  i lavori del Comitato Tecnico dovrebbero trasparentemente portare alla stesura degli standard di benessere animale per tutte le specie allevate in Italia, ma finora su questo non ci sono informazioni ufficiali né accessibili.

Le associazioni della “Coalizione contro le #BugieInEtichetta” hanno quindi scritto agli uffici competenti del ministero dell’Agricoltura, che svolge funzioni di segreteria del Comitato, per sottoporre le osservazioni sulle bozze di disciplinari ricevuti in visione a gennaio (prima della costituzione del CTSBA) e per sottolineare «L’importanza di un processo chiaro e trasparente circa l’etichettatura nazionale Sistema Qualità di Benessere Animale»

In particolare, le 14 associazioni hanno avuto accesso solo a due disciplinari, quelli relativi ad “allevamento suini all’ingrasso (oltre i 50 kg) all’aperto” e “allevamento bovine da latte in sistemi di allevamento stallino con o senza ricorso al pascolo” e fanno notare che «Entrambi sono oggetto di numerose richieste di chiarimento, in particolare per tutto ciò che concerne le condizioni di allevamento dei suini classificati come allevati all’aperto precedenti al raggiungimento dei 50 kg previsti dal disciplinare, che potrebbero essere allevati al chiuso con metodo convenzionale per buona parte della loro vita ma essere comunque classificati come “all’aperto”».

Le associazioni ricordano anche che «Il progetto SQNBA prevede l’uso di fondi pubblici e pertanto è fondamentale che le misure previste per l’utilizzo dei fondi siano ambiziose e garantiscano realmente standard più elevati di tutela degli animali allevati, nel rispetto di un uso responsabile e utile a tutta la cittadinanza dei fondi Ue. Qualunque forma di ribasso atta a certificare la mera situazione produttiva attuale presenterebbe, di fatto, un potenziale inganno nei confronti dei consumatori e dei cittadini in quanto non rappresenterebbe un percorso di qualità rispetto ai requisiti minimi già previsti dalla normativa».

Per tutti questi motivi le associazioni chiedono al Presidente del Comitato Tecnico Scientifico Giuseppe Blasi, al Vicepresidente Pierdavide Lecchini e a tutti i componenti il CTSBA «Un incontro urgente per poter essere ascoltati in relazione ai disciplinari in esame e quelli attualmente in sviluppo da parte del Comitato Tecnico Scientifico, così come espressamente previsto dal decreto n. 341750 del 2 agosto 2022».