Siccità: nei Pirenei Orientali sarà vietata la vendita di piscine da giardino
Molti dipartimenti francesi verso restrizioni per piscine, giardini e stadi, campi da golf e agricoltura
[8 Maggio 2023]
Il 5 maggio il ministro per la transizione ecologica della Francia, Christophe Béchu , ha presentato una delle nuove misure per limitare l’uso dell’acqua previste nei Pirenei orientali, annunciando così l’inizio della guerra alle piscine. Mentre una parte del dipartimento, colpito da una siccità storica. Dal 10 maggio passa alla fase di crisi, a partire da questa settimana la prefettura vieterà l’acquisto di piscine da giardino e Béchu ha spiegato: «I Pirenei Orientali sono un dipartimento che non conosce un giorno intero di pioggia da più di un anno. Quando sei in una crisi come questa, è davvero molto semplice: c’è l’acqua potabile e nient’altro. Si possono concedere deroghe a margine, ad esempio per irrigare alberi appena piantati. Il divieto di vendita di piscine fuori terra è per evitare che le persone siano tentate di fare ciò che in realtà non gli è permesso fare comunque, ovvero riempirle. Non è una decisione del governo, è la realtà della natura e la situazione in cui ci troviamo, dobbiamo abituarci all’idea che il riscaldamento globale è cambiamento climatico è qui e ora. Dobbiamo uscire dalla nostra cultura dell’abbondanza. Dobbiamo mostrare molta più moderazione nel modo in cui utilizziamo le risorse che abbiamo».
Dopo una riunione del comité ressource en eau locale, a fine aprile il prefetto Rodrigue Furcy aveva annunciato che i territori di Têt e Agly, due fiumi con una portata ridottissima, sarebbero stati oggetto di ulteriori misure di restrizione idrica, diventando così la quarta zone in Francia “rosso vivo” ad elevata crisi idrica, una cosa mai vista finora durante il primo periodo dell’anno. Il prefetto aveva detto che le misure di contenimento dell’utilizzo di acqua avrebbero preso di mira campi da golf e autolavaggi, piscine e pozzi, ma non aveva spiegato se sarebbero state concesse esenzioni per l’irrigazione, in particolare quella dei frutteti. Il resto del dipartimento rimarrà in “allerta rafforzata” che vieta l’irrigazione agricola a giorni alterni e del tutto l’irrigazione di giardini e stadi così come il riempimento delle piscine.
Béchu ha detto che nei prossimi giorni sarà presentata una guida aggiornata sulla siccità per armonizzare le decisioni dei rappresentanti statali.< e che dettaglierà «Le regole minime che devono essere messe in atto dai prefetti in base ai livelli di restrizione. Ma un prefetto può andare oltre», come nei Pirenei Orientali con la decisione di vendere le piscine da giardino. Nel dipartimento, i terreni sono aridi come a metà agosto, che dovrebbe essere il picco della mancanza d’acqua. I fiumi, quando non sono in secca, hanno una portata molto inferiore al normale e le falde acquifere della pianura del Roussillon registrano livelli molto bassi, con un altissimo rischio di intrusione del cuneo salino nelle riserve sotterranee più profonde. Comunque, quel che è certo è che «L’acqua disponibile non sarà in grado di coprire tutti gli usi abituali – ha avvertito il prefetto – Intendo dare priorità alla continuità dell’acqua potabile e alla sicurezza contro i rischi di incendio». Secondo la prefettura, 20 comuni rischiano di restare senza una goccia d’acqua entro la fine dell’estate e 4 paesi sono già riforniti di acqua in bottiglia da metà aprile. Dopo un primo grande incendio all’inizio della primavera, i vigili del fuoco del dipartimento stanno cercando di rifornirsi di acqua non potabile perché i punti abitualmente utilizzati (fiumi, laghi, ecc.) per spegnere gli incendi si stanno prosciugando.
Un marzo umido ha fornito un parziale sollievo agli agricoltori, inumidendo il terreno prima della semina, ma i livelli delle acque sotterranee rimangono pericolosamente bassi, soprattutto intorno al Mediterraneo. Solo la Bretagna e l’Aquitania nel sud-ovest sono in una posizione relativamente sicura.
Ad aprile, il presidente francese Emmanuel Macron aveva annunciato un programma idrico nazionale, con promesse di investimenti per ridurre le perdite e aumentare il riciclaggio e ha anche delineato una “tariffa progressiva dell’acqua” in base alla quale i consumi superiori a una certa quantità – ad esempio, per le piscine – saranno sottoposti a tariffe più elevate.
Béchu ha avvertito: «Questo dipartimento sta vivendo in anticipo ciò che probabilmente vivranno alcuni dipartimenti intorno al Mediterraneo». Allo stato attuale, una trentina di dipartimenti francesi sono in fase di vigilanza, mentre una ventina sono in “allerta”, “allerta potenziata” o “crisi”, e quindi soggetti a restrizioni idriche, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022, quando 1.000 comuni hanno avuto seri problemi idrici e circa 400 hanno dovuto essere forniti con bottiglie o cisterne mobili. Quest’anno circa 2.000 villaggi e città rischiano di non avere approvvigionamento idrico autonomo.
Béchu ha concluso: «La guerra per l’acqua innescata dal calo degli stock è una vera minaccia per la nostra coesione nazionale».