Israele attacca ancora la Striscia di Gaza, 13 morti e 20 feriti

Nei raid aerei uccisi tre leader della Jihad islamica palestinese

[9 Maggio 2023]

Almeno 13 persone sono state uccise e 20 sono rimaste ferite negli attacchi aerei sferrati stanotte da Israele nella Striscia di Gaza. Il  ministero della Salute palestinese di Gaza ha sottolineato che  le ambulanze stanno continuando a evacuare le vittime dalle aree colpite e che nei raid israeliani sono morti almeno 9 civili. Tutti feriti sarebbero civili.

Secondo l’agenzia palestinese InfoPal, «Testimoni hanno riferito che un’esplosione ha colpito l’ultimo piano di un condominio nella città di Gaza e una casa nella città meridionale di Rafah, nella tarda serata di lunedì e all’alba di martedì».

L’esercito israeliano ha detto che gli attacchi aerei dell’“Operazione Scudo e Freccia”, hanno preso di mira tre membri del Jihad islamico palestinese, ritenuti responsabili dei recenti razzi lanciati contro Israele. La Jihad islamica palestinese (PIJ) ha confermato che negli attacchi israeliani  3 dei suoi leader – Jihad al-Ghannam, Khalil al-Bahtini e Tariq Izz ad-Din –  appartenenti alle Brigate al-Quds, sono stati uccisi insieme alle loro mogli e ad alcuni dei loro figli.

L’esercito israeliano ha dichiarato che 40 tra aerei e droni sono stati coinvolti negli attacchi alla Striscia di Gaza. I militari israeliani hanno anche chiuso fino a nuovo avviso il checkpoint Erez/Beit Hanun e il valico commerciale di Kerem Shalom/Abu Salam, a nord e a sud della Striscia di Gaza, bloccando così i rifornimenti di energia e cibo e il passaggio di lavoratori. La più grande prigione all’aperto del mondo è di nuovo praticamente inaccessibile.

Poco dopo gli attacchi aerei, il governo israeliano ha ordinato ai residenti nel sud del Paese di stare vicino ai rifugi, vietando assembramenti di più di 10 persone in spazi aperti e assembramenti di più di 100 persone negli edifici. Sono state chiuse anche diverse scuole.

L’attacco israeliano è avvenuto pochi giorni dopo che più di 100 razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza nel sud di Israele in seguito alla morte di un leader della Jihad islamica, Khader Adnan il 2 maggio, dopo uno sciopero della fame di oltre 80 giorni in una prigione israeliana.

Una spirale di lutti, odio e morte che non sembra mai avere fine.