La digitalizzazione può favorire il passaggio a trasporti più sostenibili in Europa

Il telelavoro fa bene all'ambiente?

[11 Maggio 2023]

Secondo il “Transport and environment report” pubblicato oggi dall’European Environment Agency (EEA), «Le tecnologie digitali offrono l’opportunità di mitigare gli impatti del settore della mobilità in Europa, dall’inquinamento atmosferico al rumore, agli incidenti e al tempo sprecato negli ingorghi, al consumo di suolo, alla frammentazione degli habitat e all’aumento delle emissioni di gas serra. Tuttavia, questi progressi dipendono da come vengono implementate le soluzioni digitali e da come influenzano la domanda complessiva di trasporti».

L’European Green Deal punta a raggiungere una riduzione del 90% delle emissioni di gas serra legate ai trasporti entro il 2050, ma finora si è rivelato uno dei settori più difficili da decarbonizzare. Il nuovo rapporto EEA si concentra sulla digitalizzazione nel sistema di mobilità europeo, «Un sistema che è una componente chiave dell’economia dell’Ue e soddisfa un’ampia gamma di esigenze sociali vitali».

La trasformazione digitale della società sta cambiando anche il modo in cui funziona il sistema di mobilità in Europa e offre opportunità per una migliore sostenibilità del settore. Secondo l’analisi dell’AEA, «La digitalizzazione può influenzare l’efficienza dei trasporti, le infrastrutture, il fabbisogno energetico e le politiche, ma i suoi effetti sono ancora incerti e dipendono fortemente dall’evoluzione della domanda di trasporto. Fino ad ora, la crescita della domanda di trasporto ha sbilanciato i guadagni di efficienza tecnologica, come il minor consumo di carburante».

Una grossa opportunità offerta dalla digitalizzazione del sistema della mobilità è il volume di nuovi dati e informazioni che fornisce che «Possono essere utilizzati per informare politiche più efficaci e mirate, che possono supportare il passaggio a un sistema di mobilità più sostenibile ed equo . afferma il rapporto – Inoltre, la mobilità automatizzata dovrebbe migliorare la sicurezza e l’accessibilità del trasporto passeggeri e potrebbe essere utilizzata per sostenere il passaggio alla mobilità collettiva e condivisa».

Ma le incertezze su questi sviluppi rimangono elevate e anche i costi inferiori raggiunti attraverso l’automazione potrebbero far aumentare la domanda di trasporti. L’EEA fa notare che «Allo stesso modo, le nuove tecnologie possono ottimizzare la logistica, ma possono anche innescare un ulteriore aumento della domanda, che potrebbe contrastare qualsiasi vantaggio ambientale».

L’EEA oggi ha pubblicato anche il briefing “‘From the daily office commute to flexible working patterns — teleworking and sustainability” che esamina più da vicino un altro esempio di digitalizzazione, il telelavoro, e la sua sostenibilità, in particolare il suo impatto ambientale è ancora incerto a causa degli effetti di rimbalzo potenzialmente significativi.

L’EEA ricorda che «Recenti studi sui trasporti stimano che il lavoro ibrido potrebbe avere solo effetti positivi limitati sui costi ambientali e sull’inquinamento».  Ma il briefing indica anche «Un possibile livello più profondo di cambiamento comportamentale o indiretto, ad esempio il ridimensionamento degli spazi per uffici o la suburbanizzazione, che potrebbe derivare dall’adozione su larga scala del lavoro ibrido e del telelavoro».

L’EEA avverte comunque che questi cambiamenti nelle modalità di lavoro non sono privi di problemi e di potenziali effetti rimbalzo. Il briefing ne esplora solo alcuni e sottolinea che «Sono necessari studi approfonditi e proattivi per valutare i potenziali impatti del lavoro ibrido sulla nostra società, salute e ambiente. I risultati di tali studi dovrebbero informare le scelte politiche strategiche e lungimiranti necessarie per esplorare nuove opzioni di lavoro ed evitare di innescare effetti di rimbalzo e trade-offs che ostacolerebbero il progresso verso la sostenibilità».

L’EEA conclude: «Il passaggio al lavoro ibrido ha evidenziato come il nostro attuale equilibrio tra lavoro e vita privata e la connessione con uno spazio di lavoro fisso possano improvvisamente essere messi alla prova da eventi esterni e dalla necessità di adattarsi a una “nuova normalità”. Combinato con risposte politiche strategiche, questo potrebbe in definitiva aiutarci a rivisitare la nostra dipendenza dal pendolarismo e dai nostri stili di vita incentrati sull’auto. Inoltre, potremmo ripensare alcuni aspetti della nostra vita quotidiana che sembravano ben consolidati solo un paio di anni fa, in particolare quelli che limitano le nostre prospettive per un futuro più sostenibile».