L’Australia vuole sparare ai canguri prima che muoiano di fame a milioni
Scienziati e animalisti divisi sull’intervento per tenere sotto controllo il boom demografico dei canguri
[16 Maggio 2023]
Per gli stranieri i canguri sono un simbolo immediatamente riconoscibile della natura selvaggia australiana, ma per gli australiani sono un bel rompicapo ambientale. I canguri hanno un ciclo di popolazione “boom and bust”: quando dopo una buona stagione delle piogge il cibo è abbondante, il loro numero può aumentare di decine di milioni di individui che divorano qualsiasi cosa sia commestibile per loro. Ma Katherine Moseby, ARC Future Fellow e Scientia Fellow all’University of New South Wales, avverte che quando il cibo finirà i canguri moriranno di fame a milioni e che è quello che sta già succedendo dopo l’ultimo boom demografico: «Nell’’ultima siccità abbiamo stimato che in alcune aree sia morto l’80 o il 90 % dei can guri – ha detto ad AFP – Stanno morendo di fame: vanno nei bagni pubblici e mangiano carta igienica, o giacciono per strada affamati mentre i loro cuccioli cercano di nutrirsi».
La Moseby non è l’ultima arrivata: lavora anche per l’università di Adelaide, ha un dottorato in biologia della reintroduzione e più di 20 anni di esperienza nell’ecologia delle zone aride e nella gestione delle specie minacciate, a pubblicato più di 50 studi, libri e articoli peer reviewed e le sue aree di ricerca includono l’ecologia delle zone aride, la mammologia, il recupero delle specie minacciate e la gestione dei parassiti dei vertebrati. Ha anche pubblicato una guida sul campo per l’identificazione delle specie delle zone aride utilizzando tracce e altri segni ed ha fatto parte fin dall’inizio del South Australian Arid Lands Natural Resources Management Board. I suoi principali interessi includono la gestione di progetti di reintroduzione, la supervisione degli studenti, la progettazione di progetti di ricerca e il lavoro sul campo. Eppure, con le sue dichiarazioni è diventata la bestia nera di diverse associazioni animaliste australiane perché ha detto che «Il modo più gentile per salvare i canguri da questo destino è sparargli e raccogliere la loro carne, per tenere sotto controllo il loro numero. Bisogna mantenere bassi i numeri in modo che quando c’è la siccità non abbiamo questi problemi di benessere. Se li vedessimo come una risorsa e li gestissimo in quel modo, non avremmo le morti catastrofiche alle quali assistiamo».
In Australia i canguri sono protetti, ma le specie più comuni non sono in pericolo di estinzione e questo comporta che possono essere abbattuti nella maggior parte degli Stati e territori australiani, ma è necessaria l’autorizzazione del governo. Ogni anno, vengono uccisi fino a 5 milioni di canguri per farne carne, cibo per animali e pelle.
Ogni governo statale australiano, tranne l’Australian Capital territory, ha fissato “quote” di uccisione dei canguri. L’associazione animalista Animals Australia evidenzia che «La metodologia utilizzata per contare i canguri e informare questo “piano di gestione” è stata recentemente criticata per i suoi difetti durante un’inchiesta parlamentare del New South Wales (NSW) del 2021. In realtà, non esistono dati affidabili sulle popolazioni di canguri, eppure vengono uccisi a un ritmo senza precedenti. L’anno scorso, nel solo NSW, sono stati uccisi oltre 40.000 canguri al mese».
La “quota di uccisione” del governo del NSW e del Victoria per l’industria commerciale nel 2023 è di oltre 2 milioni di canguri : 1.850.228 nel NSW e 166.750 nel Victoria. Animals Australia accusa: «Questi Stati hanno aumentato il numero di canguri autorizzati a essere uccisi rispetto allo scorso anno senza una buona comprensione dell’impatto che le recenti gravi inondazioni hanno avuto sul numero di canguri. Se questo non è abbastanza terribile, questi numeri sbalorditivi non includono i joey (i cuccioli di canguro, ndr), le vittime invisibili di questa industria considerate nient’altro che “danni collaterali” quando le loro madri vengono uccise».
Anche Dennis King della Kangaroo Industry Association of Australia ritiene che «Il Paese è all’apice di un altro boom di canguri. Dopo tre anni di La Nina lungo la costa orientale, abbiamo visto lo scenario di crescita perfetto per i canguri nei prossimi due anni. Il ciclo di allevamento sta davvero accelerando. La popolazione nazionale di canguri è scesa sotto i 30 milioni a seguito di una paralizzante siccità nei primi anni 2000, ma potrebbe presto risalire fino a 60 milioni».
Ma gli animalisti hanno definito «Un crudele massacro» l’abbattimento commerciale dei canguri e fanno pressione su multinazionali dell’abbigliamento sportivo come Nike e Puma perché elimino gradualmente l’utilizzo delle pelli di canguro. A marzo, una portavoce della Nike ha annunciato che «Nike ha ceduto il suo unico fornitore di pelle di canguro nel 2021 e smetterà di realizzare qualsiasi prodotto con pelle di canguro nel 2023». Nell’Oregon, dove è stata fondata la Nike, all’inizio di quest’anno è stato presentato un disegno di legge che vieterebbe l’utilizzo di «Qualsiasi parte di un canguro morto».
Per Animals Australia, «La marea si sta finalmente trasformando nel più grande massacro terrestre di fauna selvatica al mondo: l’industria commerciale dell’uccisione di canguri. I marchi sportivi globali Nike e Puma sono gli ultimi ad annunciare che si allontaneranno da questo crudele commercio di animali selvatici. Nike , il più grande fornitore mondiale di scarpe sportive, ha ascoltato gli appelli di migliaia di persone premurose, tra cui molti sostenitori di Animals Australia. Il marchio ha annunciato che smetterà di fabbricare scarpe con la fauna nativa australiana. Questa entusiasmante notizia segue la decisione di Puma di eliminare gradualmente i prodotti a base di canguro quest’anno e l’introduzione di una legislazione per vietare l’importazione di prodotti a base di canguro nello stato dell’Oregon, che ospita uno dei centri di produzione di Nike. Con questo enorme passo in avanti per i canguri, i nostri ringraziamenti vanno all’instancabile lavoro del Center for a Humane Economy per aver guidato la campagna globale per sollecitare Nike a risparmiare i canguri, e alle molte migliaia di sostenitori degli animali in tutto il mondo che hanno sostenuto questa iniziativa critica. Nike e Puma innoveranno invece per utilizzare materiali “migliori”, più gentili e più sostenibili – una mossa che aiuterà a evitare che i canguri vengano uccisi e che i loro joey vengano “smaltiti” in modi orribili ogni notte in tutta l’Australia. Adidas è ora l’unico gigante sportivo che non si è unito a questo potente standard per la fauna selvatica australiana».
Gli animalisti sottolineano che Per fortuna, marchi come Nike, Puma e Intersport si stanno rendendo conto che questa industria crudele sta rapidamente perdendo la sua approvazione sociale. Dopo l’Ue, gli Usa sono il secondo mercato più grande per l’industria della caccia al canguro commerciale, quindi l’effetto domino che si verifica con i legislatori statunitensi che propongono progetti di legge per vietare l’importazione di prodotti a base di canguro e i settori commerciali che prendono decisioni per porre fine al loro sostegno al commercio di fauna selvatica dall’Australia è incoraggiante. Questo dovrebbe servire da campanello d’allarme per il governo australiano. In un momento in cui i politici e le companies dall’altra parte del mondo stanno tagliando i loro legami con l’industria commerciale dei canguri, l’Australia continua a permettere che i suoi iconici animali nativi vengano uccisi a milioni. Invece di mercificare incautamente la fauna selvatica, questi animali unici devono essere protetti».
Ma George Wilson, uno dei principali ricercatori sulla gestione dei canguri, ha risposto che «I tentativi di chiudere questa industria si basano su buone intenzioni, ma alla fine sono sbagliati. Dicono che non è etico, ma non è etico lasciarli morire di fame. La crudeltà è non fare nulla al riguardo».
La Moseby è d’accordo e conclude: «Porre fine all’abbattimento dei canguri sarebbe in realtà più crudele a lungo termine. Cercare di fermare la raccolta di pelle o carne, non avrà alcun beneficio per il loro benessere. Lo peggiorerà».