Tar di Trento: gli orsi Jj4 e Mj5 non saranno abbattuti. Decisione sospesa fino al 27 giugno
Esultano ambientalisti e animalisti, sconfitto ancora una volta il presidente della Provincia di Trento Fugatti
[26 Maggio 2023]
Il Tar di Trento, respingendo le richieste del presidente leghista della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, e ha deciso di sospendere l’uccisione degli orsi Jj4 e Mj5 fino al 27 giugno. La LAV parla di nuova vittoria: «La vita degli orsi per ora è salva! Sono stati accolti i nostri ricorsi. È una seconda sconfitta per Fugatti. Le possibilità di trasferire gli orsi sono concrete e reali e depositeremo l’approfondimento richiesto del progetto per portare in salvo gli animali in un rifugio santuario sicuro, sostenendone interamente le spese. Il 14 dicembre ci sarà l’udienza di merito del TAR. Riteniamo che fino a questa data gli orsi Jj4 e Mj5 non possano essere uccisi».
In un comunicato congiunto, Enpa, Leidaa e Oipa che hanno presentato congiuntamente ricorso contro i decreti di Fugatti, commentano: «Accogliamo con soddisfazione la decisione del Tar di Trento di sospendere provvisoriamente il provvedimento di abbattimento nei confronti dell’orsa JJ4. Il provvedimento di abbattimento e quindi l’uccisione dell’orsa JJ4 non ha alcun fondamento, dal momento che esistono valide alternative», affermano le tre associazioni. «Noi abbiamo elaborato delle proposte, che svilupperemo ulteriormente nelle prossime settimane, proprio per dimostrare che non c’è alcuna necessità di abbattere JJ4. L’orsa potrà andare a vivere in un posto molto lontano dal Casteller e soprattutto molto diverso. Ci sono dei precedenti molto incoraggianti dove gli animali sono stati trasferiti e stanno bene e vivono in situazioni compatibili con le loro esigenze etologiche. Si è cercato, con la prepotenza, d’imporre un provvedimento di abbattimento che non ha nessun fondamento perché le alternative praticabili ci sono. Lo abbiamo in parte già dimostrato e nelle prossime settimane lo dimostreremo ancora di più. Resta inspiegabile e assurdo che la Provincia di Trento ieri abbia insistito sull’abbattimento come se fosse l’unica soluzione possibile e che il Ministero dell’Ambiente si sia “chiamato fuori” dalla decisione sulla vita dell’orsa, patrimonio dello Stato».
La Presidente di LNDC Animal Protection, Piera Rosati. Ha dichiarato: «Per il momento siamo soddisfatti di questa nuova presa di posizione da parte del TAR. Fino al 27 giugno, JJ4 e MJ5 non potranno essere uccisi dalla Provincia autonoma di Trento che si ostina a volerli sopprimere nonostante l’orso sia una specie particolarmente tutelata a livello comunitario. Dal canto nostro, sono anni che seguiamo le vicende degli orsi in Trentino e ci battiamo per loro a colpi di provvedimenti di sospensione. Il nostro impegno ha continuato a dare risultati e ne andiamo fieri. Noi perseveriamo nel difendere tutti gli orsi trentini e non molleremo la presa finché non sapremo che questi animali sono al sicuro e protetti come avrebbero sempre dovuto essere».
Michele Pezone, responsabile nazionale diritti animali LNDC Animal Protection, aggiunge: «Vogliamo ribadire ancora una volta a gran voce che la gestione della fauna selvatica protetta, e in particolare di quelle specie particolarmente tutelate a livello europeo, è di competenza dello Stato. Il Ministero dell’Ambiente, che sorprendentemente si è costituito in giudizio eccependo il proprio difetto di legittimazione e la mancanza di competenze in questa vicenda, dovrebbe rivendicare il proprio ruolo nella gestione degli orsi trentini che, dati i trascorsi, non può più essere di competenza della Provincia Autonoma di Trento. Non c’è più tempo, il Ministero deve concretamente dare il proprio contributo nella individuazione di una struttura e quindi di una soluzione alternativa all’abbattimento, tanto più che, nelle scorse settimane, si era pubblicamente impegnato a fornire aiuti concreti per la gestione di questi orsi».
Per Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, «La decisione presa oggi dal Tar di Trento di sospendere l’abbattimento degli orsi Jj4 e di Mj5 rappresenta una prima buona notizia. Il nostro auspicio è che quanto accaduto in Trentino nei mesi scorsi apra una riflessione importante, accompagnata da interventi concreti non più rimandabili, sul futuro e sul miglioramento della gestione dell’orso bruno sulle Alpi e la coesistenza con l’uomo partendo dal fatto che in natura il rischio zero non esiste. Quello che serve mettere in campo è un nuovo approccio e metodo unito al rafforzamento del PACOBACE. Serve da un lato un nuovo patto tra le istituzioni, gli enti che si occupano di conservazione, in primis le aree protette, e le comunità locali. Dall’altro lato la gestione dell’orso bruno sulle Alpi, insieme a quella degli altri animali selvatici, deve essere affrontata come una questione nazionale di ampio respiro attraverso un piano strategico che abbia un approccio scientifico e persegua l’obiettivo della coesistenza. A tal riguardo auspichiamo che il tavolo tecnico promosso dal MASE, a fine aprile e che ha coinvolto associazioni ambientaliste e animaliste, diventi al più presto operativo con l’attuazione di un piano strategico nazionale per la gestione dell’orso sulle Alpi e coinvolga oltre al Trentino anche le altre Regioni e province autonome in coerenza con quanto prevede il PACOBACE».
Per quanto riguarda il rafforzamento del PACOBACE, Legambiente indica nel suo report “Biodiversità a rischio 2023” 10i azioni preventive da mettere in campo: 1) la rimozione delle fonti di cibo di natura antropica e il controllo dell’accesso alle stesse da parte degli animali; 2) Le azioni di dissuasione verso gli animali confidenti (deterrenti, barriere fisiche ecc); 3) più campagne di informazione e sensibilizzazione tra le comunità locali, 4) più attività di monitoraggio dell’orso; 5) una comunicazione trasparente sui casi problematici, 6) il coinvolgimento della comunità locale nella gestione dei conflitti, suddividendo correttamente le responsabilità. 7) La revisione e il monitoraggio dei piani di gestione dei conflitti. 8) Il coinvolgimento dei tecnici e degli esperti della specie nella gestione delle situazioni critiche e nelle decisioni politiche. 9) Il coinvolgimento delle istituzioni, delle aree protette e delle associazioni ambientaliste di tutto il territorio alpino nella governance e nelle strategie per la conservazione dell’Orso e rendere operativo il Tavolo Tecnico promosso dal MASE in coerenza di quanto prevede il PACOBACE. 10) Il finanziamento e la realizzazione di corridoi faunistici.
il Wwf Italia da un lato esprime «La preoccupazione di garantire un benessere psico-fisico all’orsa JJ4, rinchiusa da settimane nel centro faunistico del Casteller in condizioni di reclusione insostenibili, dall’altro ribadisce l’importanza di concentrare attenzioni ed energie nel trovare soluzioni reali e condivise per la coesistenza uomo-orso in Trentino, per evitare che queste situazioni possano ripetersi in futuro. La drammatica vicenda dell’uccisione di Andrea Papi da parte dell’orsa JJ4 nell’aprile scorso ha evidenziato chiare responsabilità. Garantire la sicurezza delle persone e diffondere una reale conoscenza dell’orso nelle aree di presenza di questa specie deve restare la priorità di tutti gli attori in gioco. E’ doveroso per il WWF Italia lavorare per ridurre al minimo le probabilità che episodi tragici di questo tipo non si ripetano in futuro».
Il Panda evidenzia che «Come abbiamo ribadito nelle settimane scorse, anche con il nostro documento di proposte operative al MASE, la questione della gestione dell’orso in Trentino è estremamente complessa. E’ doveroso riaffidarci alla scienza, approccio purtroppo dimenticato negli ultimi anni, durante i quali l’orso è stato “gestito” più sul piano politico e demagogico che non su quello tecnico-scientifico. La priorità è prevenire simili situazioni.
La gestione dell’orso richiede un impegno nazionale, e la costruzione della coesistenza tra l’uomo e il plantigrado non può discutersi solo nei tribunali, come accade da troppi anni. Le responsabilità da parte della Provincia di Trento sono evidenziabili anche approfondendo la lettura del PACOBACE (Piano di Conservazione Interregionale dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali). Il Piano prevedeva infatti eventi di comunicazione ed educazione rivolti a residenti e turisti che in buona parte risultano inattuati. In questi anni nonostante il prevedibile aumento del numero di orsi, non si è lavorato per favorire l’espansione della popolazione in altre aree dell’arco alpino centro-orientale, come previsto inizialmente dal Progetto Life Ursus. E non si è lavorato in maniera efficace sulla prevenzione dell’insorgenza di comportamenti di abituazione e/o problematici negli orsi».
Per il Wwf Italia, «Un efficace lavoro volto a migliorare la connettività ambientale a livello di areale alpino, l’incremento delle attività di prevenzione e comunicazione e il miglioramento delle opzioni gestionali dei singoli individui, basate su un principio di maggiore proporzionalità, rappresentano le uniche strade nel medio-lungo periodo per migliorare la coesistenza uomo-orso per non dover più parlare di conservazione dell’orso, sicurezza delle persone e benessere animale nelle aule dei tribunali»