Gli investimenti nel solare supereranno per la prima volta quelli per la produzione di petrolio

Nel 2023 gli investimenti globali nell'energia pulita saliranno a 1,7 trilioni di dollari, quelli nelle energie fossili si fermeranno a poco più di un trilione

[29 Maggio 2023]

Secondo il rapporto “World Energy Investment 2023” pubblicato dall’Internationa energy agency (Iea), «Gli investimenti nelle tecnologie per l’energia pulita stanno superando significativamente la spesa per i combustibili fossili, poiché i problemi di accessibilità e sicurezza innescati dalla crisi energetica globale rafforzano lo slancio verso opzioni più sostenibili».

Infatti da nuovo rapporto Iea  emerge che, a livello globale, nel 2023 dovrebbero essere investiti nelle energie circa 2,8 trilioni di dollari, di cui oltre 1,7 trilioni di dollari dovrebbero essere destinati a tecnologie pulite, tra le quali l’Iea annovera «Energie rinnovabili, veicoli elettrici, energia nucleare, reti, stoccaggio, combustibili low carbon, miglioramenti dell’efficienza e pompe di calore». Il resto, poco più di mille miliardi di dollari, andrà a carbone, gas e petrolio.

Il rapporto  prevede anche che tra il 2021 e il 2023 «Gli investimenti annuali in energia pulita aumenteranno del 24%, trainati da fonti rinnovabili e veicoli elettrici, rispetto a un aumento del 15% degli investimenti in combustibili fossili nello stesso periodo». Ma avverte che «Oltre il 90% di questo aumento proviene dalle economie avanzate e dalla Cina, presentando un serio rischio di nuove linee di divisione nell’energia globale se le transizioni energetiche pulite non si riprenderanno altrove».

Un percorso completamente diverso a quello sul quale si è incamminato il governo di destra italiano con il suo “Piano Mattei” fatto di gas e petrolio e con l’ossessione di diventare l’hub del gas europeo con gasdotti e rigassificatori.

Presentando il “World Energy Investment 2023”, il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol, ha sottolineato che «L’energia pulita si sta muovendo velocemente, più velocemente di quanto molte persone credano. Questo è evidente nei trend degli investimenti, nei quali le tecnologie pulite stanno distaccando i combustibili fossili. Per ogni dollaro investito in combustibili fossili, ora circa 1,7 dollari vanno in energia pulita. Cinque anni fa, questo rapporto era uno a uno. Un esempio lampante è l’investimento nel solare, che è destinato a superare per la prima volta la quantità di investimenti destinati alla produzione di petrolio».

E l’Iea prevede che, guidate dal solare, le tecnologie elettriche low-emissions  rappresenteranno quasi il 90% degli investimenti nella produzione di energia. Anche i consumatori stanno investendo in utilizzi finali più elettrificati. Dal 2021, le vendite globali di pompe di calore hanno registrato una crescita annuale a due, quest’anno le vendite di veicoli elettrici dovrebbero aumentare di un terzo, dopo essere già aumentate nel 2022.

Negli ultimi anni gli investimenti in energia pulita sono stati stimolati da una serie di fattori, compresi periodi di forte crescita economica e la volatilità dei combustibili fossili che hanno sollevato preoccupazioni sulla sicurezza energetica, in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Hanno avuto un forte ruolo anche il rafforzamento del sostegno politico alle rinnovabili attraverso azioni importanti come l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti e le iniziative in Europa, Giappone, Cina e altrove.

Il nuovo rapporto prevede che nel 2023 la spesa per petrolio e gas upstream dovrebbe aumentare del 7%, ritornando così del 2019 ed evidenzia che «Le poche compagnie petrolifere che stanno investendo più di prima della pandemia di Covid-19 sono per lo più grandi compagnie petrolifere nazionali del Medio Oriente. Molti produttori di combustibili fossili hanno realizzato profitti record lo scorso anno a causa dell’aumento dei prezzi del carburante, ma la maggior parte di questo flusso di cassa è andata a dividendi, riacquisti di azioni proprie e rimborso del debito, piuttosto che tornare alla fornitura tradizionale». Ma l’Iaea avverte che «Tuttavia, il previsto rimbalzo degli investimenti in combustibili fossili significa che è destinato a salire nel 2023 a più del doppio dei livelli necessari nel 2030 nello scenario Net Zero Emissions by 2050 dell’Iea. La domanda globale di carbone ha raggiunto il massimo storico nel 2022 e quest’anno gli investimenti nel carbone dovrebbero raggiungere quasi 6 volte i livelli previsti nel 2030 nello scenario Net Zero».

E il rapporto Iea conferma anche che la pubblicità “verde” delle grandi compagnie petrolifere è spesso poco più che greenwashing: «La spesa in conto capitale dell’industria petrolifera e del gas per alternative a basse emissioni come elettricità pulita, combustibili puliti e tecnologie per la cattura del carbonio è stata inferiore al 5% della sua spesa a monte nel 2022. Tale livello è cambiato di poco rispetto allo scorso anno, sebbene la quota sia più alta per alcune delle più grandi aziende europee».

Le maggiori carenze negli investimenti in energia pulita si registrano nelle economie emergenti e in via di sviluppo, anche se ci sono alcuni casi positivi,  come gli investimenti nel solare in India e nelle rinnovabili in Brasile e in alcune aree  del Medio Oriente. Tuttavia, «Gli investimenti in molti Paesi sono frenati da fattori quali tassi di interesse più elevati, quadri politici e schemi di mercato poco chiari, infrastrutture di rete deboli, servizi pubblici in difficoltà finanziarie e un costo elevato del capitale. Molto di più deve essere fatto dalla comunità internazionale, in particolare per guidare gli investimenti nelle economie a basso reddito, dove il settore privato è stato riluttante ad avventurarsi».