Dal 2022 i governi di tutto il mondo hanno investito 1,34 trilioni di dollari nelle energie rinnovabili

Ma nello stesso periodo la spesa a breve termine per contrastare gli aumenti record delle bollette energetiche è aumentata a dismisura

[5 Giugno 2023]

Secondo l’ultimo aggiornamento del rapporto “Government Energy Spending Tracker” dell’Internationa energy Agency (Iea) «Dal 2020, la quantità di denaro stanziata dai governi per sostenere gli investimenti in energia pulita è salita a 1,34 trilioni di dollari» ma «Negli ultimi 6 mesi sono stati annunciati circa 130 miliardi di dollari di nuove spese, tra i periodi più deboli per i nuovi stanziamenti dall’inizio della pandemia di Covid-19». Secondo l’Iea, questo rallentamento potrebbe essere di breve durat perché Australia, Brasile, Canada, Unione europea e Giappone si stanno prendendo in considerazione una serie di ulteriori pacchetti di politiche green.

Il rapporto evidenzia che «La spesa pubblica sta già svolgendo un ruolo centrale nella rapida crescita degli investimenti in energia pulita e nell’espansione delle catene di approvvigionamento di tecnologia pulita ed è destinata a spingere entrambi a raggiungere nuovi traguardi negli anni a venire. In particolare, gli incentivi diretti per i produttori volti a rafforzare la produzione nazionale di tecnologie per l’energia pulita ammontano ora a circa 90 miliardi di dollari».

Allo stesso tempo, i governi di tutto il mondo continuano ad aumentare la spesa per gestire gli shock immediati dei prezzi dell’energia sui consumatori: «Fin dal principio della crisi energetica globale all’inizio del 2022, i governi hanno stanziato 900 miliardi di dollari per misure di accessibilità a breve termine per consumatori, oltre a programmi di sostegno e sussidi preesistenti. Circa il 30% di questa spesa per l’accessibilità è stata annunciata negli ultimi 6 mesi – ricorda l’Iea – Queste misure hanno avuto un ruolo importante nel moderare gli aumenti dei prezzi per gli utenti finali, ma la crisi energetica ha comunque messo a dura prova i bilanci di molte persone. Secondo gli ultimi dati dell’iea sui prezzi all’utente finale in 12 Paesi, che insieme rappresentano quasi il 60% della popolazione mondiale, la famiglia media ha speso una quota maggiore del proprio reddito in energia nel 2022 poiché i prezzi dell’energia hanno superato la crescita dei salari nominali. In media, le famiglie nelle principali economie spendono tra il 3% e il 7% del proprio reddito per riscaldare e raffreddare le proprie case, alimentare elettrodomestici e cucinare, anche se le quote sono più elevate per le famiglie a basso reddito. Nella maggior parte delle principali economie, la quota di reddito spesa per l’energia è aumentata di meno dell’1% grazie agli interventi del governo».

Lìimpatto sui prezzi si è fatto semntire in maniera più acuta ai distributori di carburante, soprattutto nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, dove i carburanti per i trasporti hanno rappresentato il maggiore aumento per la spesa delle famiglie nel 2022 insieme al cibo. Un costo che senza l’intervento dei governi sarebbe stato molto più alto, come in Indonesia, dove, se non ci fosse tato un intervento governativo sui prezzi dei carburanti, nel 2022  la spesa energetica totale media delle famiglie sarebbe triplicata.

Il rapporto fa notare che le prime cifre per il 2023 mostrano che i prezzi dell’energia all’ingrosso stanno diminuendo, ma conclude avvertendo che «Tuttavia, è improbabile che i prezzi al dettaglio scendano così rapidamente. I prezzi elevati stanno già rendendo le tecnologie energetiche pulite più competitive in termini di costi, in particolare i veicoli elettrici e le pompe di calore, che hanno registrato vendite record nel 2022. Poiché i prezzi elevati persistono, l’adozione delle tecnologie energetiche pulite è destinata ad accelerare ulteriormente, accelerando l’emergere della nuova economia dell’energia».