Riceviamo e pubblichiamo
In Parlamento una nuova mozione per promuovere l’economia circolare
L’Abbate: «Proponiamo di creare le condizioni per un mercato delle materie prime seconde, in sostituzione delle materie prime tradizionali»
[7 Giugno 2023]
Nella Giornata mondiale per l’ambiente abbiamo deciso di presentare la nostra mozione sull’economia circolare.
Il modo di produrre e consumare sono alla base del nostro modello economico, che non ha funzionato fin ora: ha portato ad un cambiamento del clima che dobbiamo assolutamente mitigare per evitare siccità e alluvioni e dunque tutelare la salute dei cittadini e la resilienza del nostro territorio.
Nella strategia Green new deal, tutti gli Stati sono chiamati a raggiungere gli obbiettivi dell’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile, fra cui vi è appunto il n. 12: produzione e consumo consapevoli. Cosa ci chiede? Di ridurre entro il 2030 gli sprechi di risorse naturali, dimezzare lo spreco alimentare globale. Ed entro il 2020 ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo, considerando il loro intero ciclo di vita.
In definitiva, per consumo e produzione sostenibili si intende la promozione dell’ecoefficienza delle risorse naturali e dell’energia, ma anche la garanzia dell’accesso ai servizi di base per tutti i cittadini, e la garanzia di avere un lavoro dignitoso e utile, nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini, disaccoppiare il depauperamento delle risorse naturali dallo sviluppo e dal miglioramento degli stili di vita di ogni comunità.
Il tema della Giornata per l’ambiente del 2023 scelto dall’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente è Beat plastic pollution, ovvero sconfiggi l’inquinamento da plastica: dobbiamo dunque accelerare, l’economia circolare non può restare uno slogan, la decarbonizzazione non è uno slogan.
Oggi produciamo circa 400 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ogni anno, in previsione nel 2050 il dato raggiungerà i 1.100 milioni di tonnellate. Purtroppo a livello globale si ricicla meno del 10%: dobbiamo invertire la marcia.
In Europa, l’economia circolare ha generato 4 milioni di posti di lavoro dal 2012 al 2018, e possono essere aumentati ulteriormente utilizzando come leva finanziaria il fondo sociale europeo plus, il fondo della politica di coesione, il fondo per la Just transition, InvestEu e fondi collegati al Green deal, e altre iniziative dedicate alle città, come la Circular cities e l’Intelligent cities challenge.
Con questa mozione proponiamo di creare le condizioni per un mercato delle materie prime seconde, in sostituzione delle materie prime tradizionali, competitive in termini di disponibilità, prestazioni e costi, agendo sui criteri per togliere la qualifica di rifiuto ai materiali “End of waste”.
Questo può accadere solo se il Governo è incisivo in Europa, perché in questi giorni si discute del futuro delle nostre materie seconde riciclate; altrimenti sarà inutile essere i primi della classe se poi le nostre imprese non possono esportare le materie riciclate, visto che in Europa li considerano rifiuti.
Proponiamo inoltre di incentivare un approccio Life cycle thinking, ovvero utilizzare lo strumento Lca per valutare gli impatti generati lungo tutto l’intero ciclo di vita del prodotto e del servizio, rafforzare le azioni mirate all’ecodesign sistemico, all’ estensione della durata dei prodotti, alla riparabilità e riuso, in particolar modo recependo con attenzione le normative europee in materia di eco-design e prodotti sostenibili. Rafforzare il riciclo con il recupero dei ritardi territoriali nella raccolta differenziata, il miglioramento della raccolta dei Raee e a ottimizzare la tracciabilità dei flussi di rifiuti.
Realizzare i progetti per l’economia circolare finanziati col Pnrr e orientare maggiormente l’utilizzo del credito di imposta previsto da Transizione 4.0 e le misure di fiscalità in direzione della circolarità; supportare la ricerca applicata per sviluppare l’economia circolare delle materie prime critiche tra le quali cobalto, litio, fosforo, alluminio necessarie per la transizione energetica e digitale.
Promuovere la formazione di figure con adeguate competenze nell’ambito pubblico e privato in materia di economia circolare come volano di sviluppo dell’occupazione giovanile e femminile.
Sviluppare una fiscalità favorevole alla transizione verso l’economia circolare, da realizzarsi con la progressiva eliminazione dei sussidi dannosi all’ambiente.
Incentivare proposte commerciali di condivisione di noleggio e di leasing che indicano lo spostamento dalla proprietà individuale del bene alla sua fruizione come servizio;
Supportare sistemi di etichettatura che permettano di fornire al consumatore corrette informazioni relative al materiale di cui sono composti i prodotti e i loro imballaggi, e adottare misure volte a prevenire e contrastare il greenwashing, ossia vietare dichiarazioni e pratiche scorrette e ingannevoli sulla sostenibilità di prodotti e servizi offerti sul mercato, al fine di fornire idonei strumenti di tutela per i consumatori;
Supportare, con adeguate misure di incentivazione fiscale una maggiore diffusione negli esercizi commerciali di appositi spazi dedicati alla vendita di prodotti alimentari e detergenti, sfusi o alla spina.
Adottare iniziative volte ad incrementare l’utilizzo dell’acqua reflua in agricoltura o per usi industriali.
Nella giornata di ieri anche Papa Francesco ha richiamato il modello di ecologia integrale che mette in luce il danno creato da un sistema tecnocratico, e ha ribadito “nessuno si salva da solo”, l’economia circolare è anche questo fare rete, creare un cerchio di solidarietà e sinergia per la cura della casa comune, per contrastare la povertà, per avere un futuro.
di Patty L’Abbate, vicepresidente commissione Ambiente – Camera dei Deputati