Ricostruiamo il cuore verde dell’Emilia-Romagna (VIDEO)

Raccolta fondi promossa da Legambiente per sostenere e aiutare con azioni concrete le aziende agricole della Romagna e dell'Appennino colpite dall'alluvione

[13 Giugno 2023]

Il cuore verde dell’Emilia-Romagna deve tornare a battere forte. Per questo Legambiente lancia la raccolta fondi “Ricostruiamo il cuore verde dell’Emilia Romagna” per sostenere con azioni concrete diverse aziende agricole della Romagna e dell’Appennino, colpite nelle scorse settimane da una violenta alluvione che ha provocate frane, esondazioni, danni al territorio e perdite di vite umane. Si tratta di realtà che da anni vivono in queste zone e che incentrano la loro attività sulla valorizzazione della terra, dei prodotti locali, sul biologico, facendo anche rete con altre aziende.

Con una piccola donazione – andando sul sito di Legambiente e su sostieni.legambiente.it/cuoreverdemiliaromagna – si potranno sostenere diversi interventi concreti, utili e preziosi. In particolare, nell’Appennino bolognese si potrà contribuire a riaprire alcune strade per poter raggiungere i castagneti secolari della zona adesso isolati e a rischio crollo; nella zona dell’appennino forlivese a realizzare una strada provvisoria per permettere ad una comunità di raggiungere il borgo vicino; ad acquistare essenze rigenerative e siepi per dare una mano alle aziende bio della Romagna. Ed ancora si potranno aiutare gli apicoltori della Romagna acquistando nuove arnie da donare loro affinché possano riprendere le attività; infine, si potrà contribuire a velocizzare nell’Appennino bolognese alcuni interventi urgenti per poter di nuovo raggiungere i campi e stabilizzare i terreni.

A chi donare:

Appennino bolognese. Azienda agricola il Regno del Marrone. Qui i castagneti coprono una superficie di più di 40 ettari. Una frana ha fatto scivolare a valle moltissimi castagni secolari, e le strade interne all’azienda sono interrotte a causa degli alberi caduti e del fango. Occorre intervenire subito per riaprire le strade e consentire le lavorazioni per salvare i castagni ancora presenti.

Appennino Forlivese. Comunità Ca’ Biondae Borgo Basino. Una comunità di 6 famiglie è rimasta isolata a causa di una frana che ha interrotto l’unica strada di collegamento con il vicino comune. Gli interventi per il ripristino impiegheranno probabilmente più di un anno. La comunità si sta attivando per realizzare una strada provvisoria e ci occorre il tuo aiuto per coprire i costi delle prime lavorazioni.

Rete di Azione Aziende Agricole Biologiche: Rete Humus, in collaborazione con l’Associazione Agricoltura di Confine di Cesena, il Biodistretto dell’Appennino Bolognese e Legambiente, ha individuato aziende agricole bio in cui ripristinare la fertilità dei terreni coperti dal fango seminando essenze rigenerative e la messa dimora di siepi per il contenimento del dissesto.

Faenza. Apicoltori della Romagna. Interi apiari sono stati sommersi dal fango e le colonie di api distrutte. In molti casi è stato impossibile raggiungere in tempo gli apiari a causa delle frane e delle inondazioni. Insieme possiamo acquistare nuove arnie da donare agli apicoltori affinché possano riprendere le loro attività.

Appennino Bolognese. Azienda Agricola Bordona. In questa piccola azienda biologica nell’alta valle del Santerno ai confini con la Toscana l’alluvione ha causato frane e smottamenti e ancora in alcune parti dell’azienda sono presenti ruscellamenti sotterranei che possono portare a cedimenti del terreno. Sono necessari interventi urgenti per poter di nuovo raggiungere i campi e stabilizzare i terreni.

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, sottolinea che «L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia-Romagna  mostra chiaramente come la crisi climatica abbia ormai accelerato la sua corsa con eventi climatici estremi sempre più frequenti e intensi che causano devastazione e purtroppo tragedie. Se da un lato è fondamentale che il governo intervenga con politiche e interventi non più rimandabili a partire dal Piano di adattamento al Clima, dall’altra parte è fondamentale non lasciare soli questi territori, comunità e realtà locali. Legambiente fin dai primi momenti è presente con i circoli e i gruppi di protezione civile regionali e i volontari, per aiutare le persone colpite. Ma ad oggi anche molte aziende agricole stanno lottando per ripristinare i terreni coperti dal fango che si sta indurendo, per superare l’isolamento generato dalle frane, per recuperare caseggiati e mezzi andati distrutti. Intere comunità rischiano di dover abbandonare i borghi dell’Appennino e della Romagna. Per questo nasce la raccolta fondi “Ripartiamo dal cuore verde dell’Emilia-Romagna”: per sostenere chi si è impegnato in questi anni per promuovere nei territori attività imprenditoriali importanti per l’ambiente e la comunità. Un’azione e un impegno che auspichiamo di portare avanti insieme a tutti coloro che ci vorranno dare una mano».

Paola Fagioli, direttrice Legambiente Emilia-Romagna, conclude: «Questa alluvione ha lasciato ferite profonde nel territorio. Interi centri abitati stanno ancora lottando con il fango, ma l’altra grande emergenza è la ripresa delle attività agricole in pianura e in montagna. Il fango depositato sui campi in pianura ha provocato la perdita di intere coltivazioni e la progressiva sterilità dei terreni mentre le numerose frane in montagna impediscono di raggiungere campi e boschi. Spesso queste aziende e piccole comunità sono dei veri presidi del territorio che rischiamo di perdere se non potranno avere più una fonte di guadagno certa. Ecco perché la nostra azione si è concentrata su queste realtà, spesso di piccole dimensioni, che lavorano seguendo il disciplinare del biologico e che stanno lottando per non dover rinunciare a vivere in quelle aree, nonostante tutte le difficoltà. Il nostro lavoro nei prossimi mesi sarà quello di portare un aiuto concreto a queste aziende e piccole comunità ma anche di accendere un faro perché queste realtà non siano dimenticate una volta finita l’emergenza, ma possano contare anche su una diversa e più attenta gestione del territorio».

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