La Nature restoration law e le fake news e il menefreghismo ambientale della destra italiana

Legambiente: «Testo insufficiente e poco ambizioso». Wwf: «Decisione fondamentale. Profonda delusione per il voto contrario dell’Italia»

[21 Giugno 2023]

Al Consiglio europeo l’Accordo sulla Nature restoration law è passato con il voto contrario di Italia, Austria, Belgio, Finlandia, Olanda, Polonia e Svezia e il sostegno degli altri 20 Ministri dell’ambiente favorevoli a un accordo che punta al recupero di almeno il 20% delle terre emerse e il 20% degli ecosistemi marini dell’Unione europea entro il 2030, per arrivare entro il 2050 al ripristino di tutti gli ecosistemi terrestri e marini.

Intervenendo al Consiglio ambiente a Lussemburgo, il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE), Gilberto Pichetto Fratin, aveva ribadito la contrarietà italiana all’orientamento generale sulla Nature restoration law  perché, secondo lui, «La proposta di regolamento per il ripristino della natura non assicura un adeguato bilanciamento tra obiettivi, fattibilità e rischi: non possiamo permetterci che non sia applicabile, efficace e sostenibile da tutte le categorie interessate, tra cui agricoltura e pesca. Anche l’Italia ritiene che il regolamento uno strumento cruciale per arrestare la perdita di biodiversità e affrontare il cambiamento climatico con il suo impatto su società ed economia. Per questo ci siamo impegnati nel negoziato perché il testo, nel rispetto della portata innovatrice del regolamento, possa essere efficace ed attuabile, garantendo la necessaria flessibilità agli Stati membri».

Pur sottolineando alcune modifiche migliorative, Pichetto ha chiarito i motivi per cui il testo non possa essere considerato soddisfacente dall’Italia, comprese «Le deroghe sulle energie rinnovabili, gli obiettivi di ripopolamento dell’avifauna, il tema delle risorse finanziarie, che devono essere chiarite e rese disponibili prima dell’entrata in vigore». E su quest’ultimo argomento, il ministro italiano ha evidenziato che «Le implicazioni finanziarie incidono sull’applicabilità concreta: la disponibilità di risorse certe e adeguate rappresenta una condizione imprescindibile e per questo abbiamo ribadito l’importanza di esplicitare misure aggiuntive e l’inserimento nell’articolato di uno strumento specifico».

In una nota il il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, attacca governo e ministro italiani: «L’intesa raggiunta dal Consiglio Ue sull’ambiente sulla Nature Restoration Law è un passo avanti importante e un segnale forte dell’impegno europeo verso la tutela della biodiversità. L’azione del nostro ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che ha espresso il voto contrario dell’Italia, è da guardare con preoccupazione e come un segnale evidente di un governo che non vede le politiche ambientali come una priorità. Gli argomenti portati avanti da Pichetto Fratin sono vere e proprie fake news su pesca e agricoltura. Constato per l’ennesima volta il “menefreghismo ambientale” che questa destra sta portando avanti. A farne le spese sarà, purtroppo, l’intera collettività».

Le argomentazioni di Pichetto Fratin non convincono per nulla nemmeno Legambiente che ritiene – al contrario del ministro – quello approvato un compromesso al ribasso: «Si può fare molto di più per il ripristino della natura. Auspichiamo che si lavori per migliorarlo.  Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, spiega: «Riteniamo  che bisogna essere più ambiziosi perché, secondo la stessa Commissione, oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni e gli sforzi passati per proteggere e preservare la natura non sono stati in grado di invertire questa tendenza preoccupante. Consideriamo il testo approvato dal Consiglio insufficiente perché, nella ricerca di stabilire un equilibrio politico e contrastare la disinformazione diffusa dei partiti di destra e dalla lobby dell’agricoltura e della pesca, garantisce troppa flessibilità per gli Stati membri nell’attuazione del regolamento. È necessario un rafforzamento del regolamento durante i negoziati con il Parlamento Europeo, e stabilire un quadro giuridico completo e vincolante al posto di un approccio volontario e frammentario che finora non ha avuto successo, anche per dare seguito alle numerose richieste di cittadini, scienziati e associazioni e imprese che si sono espresse a favore della Nature restoration law».

Più positIvo il giudizio generale del Wwf che ricorda che «Nonostante gli sforzi dell’ultimo minuto da parte della presidenza svedese di posticipare l’Accordo sulla Nature Restoration Law, il Consiglio Ambiente ha raggiunto un accordo sulla propria posizione finale – “l’approccio generale” – a sostegno della proposta di legge. Se la Nature Restoration Law è riuscita a sfuggire al rischio di essere bloccata dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo la scorsa settimana, gli Stati Membri hanno dimostrato ai gruppi parlamentari di opposizione che c’è sia la volontà che la necessità di ripristinare la natura in Europa. Questa decisione è fondamentale, alla luce degli impegni sottoscritti per la Strategia Globale sulla Biodiversità della Convenzione sulla Biodiversità e degli obiettivi sul clima all’interno del Green Deal, dato che l’Unione Europea rischia di non riuscire a raggiungerli senza questa nuova legge».

Anche il Wwf ammette però che «Il testo approvato risulta un po’ indebolito rispetto all’impianto originario: sarà compito della presidenza spagnola, che avrà inizio il 1° luglio 2023, farsi portavoce di obiettivi ambiziosi per la Nature Restoration Law, lavorando sulla posizione adottata oggi ed evitando ulteriori indebolimenti nei successivi passaggi».

Durissimo invece il giudizio del Panda sull’operato del governo di destra di Giorgia Meloni: «In questa giornata di gioia, dobbiamo però registrare come italiani la profonda delusione per il voto contrario dell’Italia attraverso il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin. E’ inspiegabile la posizione dell’Italia che, essendo uno dei Paesi a più alta biodiversità di tutta l’Europa, dall’entrata in vigore della Nature Restoration Law potrà avere effetti positivi, non solo per la natura e l’ambiente, ma anche per la stessa economia. Quella espressa dal Governo per il tramite del Ministro Pichetto Fratin è una scelta politico-ideologica che contrasta con gli interessi del nostro Paese. Auspichiamo che gli europarlamentari italiani, chiamati a metà luglio a votare la legge, vorranno assumere una posizione diversa, più in linea con l’Europa e con la storia del nostro Paese. Con questo Accordo gli Stati Membri hanno mandato un segnale molto forte al Parlamento europeo. La grande maggioranza dei Governi sostiene questa legge e riconoscere la necessità di obiettivi di ripristino della natura vincolanti».

Ora il Wwf «Chiede ai rappresentanti dei popoli europei che siedono all’Europarlamento di considerare seriamente questo segnale e di ascoltare la richiesta di approvare la legge nella plenaria di luglio come chiedono la società civile, molte imprese e ora anche i governi europei».

Legambiente concorda e ricorda che l’orientamento generale approvato a maggioranza, fungerà da mandato per i negoziati con il Parlamento Europeo sulla forma finale che assumerà la direttiva che dovrà stabilire obiettivi e obblighi giuridicamente vincolanti per il ripristino di ognuno degli ecosistemi della UE, e sarà un elemento centrale dell’applicazione dell’Accordo di Montreal-Kunming dello scorso dicembre. Nulla di definitivo, ancora, e molto può cambiare durante i passaggi che completeranno l’adozione definitiva del testo della direttiva. La palla passa ora alla Commissione ambiente dell’europarlamento che dovrà votare i suoi emendamenti alla proposta della commissione europea il prossimo 27 di giugno».