Geotermia, i sindaci toscani contrari alla proroga di 1 anno delle concessioni
Balocchi (Anci): «È la peggiore soluzione possibile. I nostri territori, dall’Amiata alla Valdicecina, sono contrari a questa decisione»
[23 Giugno 2023]
Non è andata giù all’Anci Toscana – l’Assocazione che riunisce i Comuni presenti sul territorio regionale – la decisione parlamentare di prorogare per un solo anno la durata delle concessioni minerarie che sottendono la coltivazione geotermica in Toscana.
«È la peggiore soluzione possibile. I nostri territori, dall’Amiata alla Valdicecina, sono contrari a questa decisione, perché trascina una situazione insostenibile», dichiara nel merito Federico Balocchi, responsabile Geotermia in Anci Toscana nonché sindaco di Santa Fiora, dove ormai 9 anni fa è entrata in funzione l’ultima centrale geotermoelettrica realizzata in Italia (Bagnore 4).
«Sulla geotermia – continua Balocchi – è necessario un piano di investimenti serio e concordato che consenta prospettive di vita e sviluppo economico nei nostri Comuni. Così come è necessaria una presa di posizione seria e lungimirante, da parte di Governo e Parlamento, per promuovere lo sviluppo del settore che va di pari passo con la salvaguardia dell’ambientale e lo sviluppo del territorio».
L’emendamento presentato dal deputato Riccardo Zucconi, e poi approvato durante la conversione in legge del dl 51/2023 su Enti pubblici e proroghe, ha invece fatto slittare di 12 mesi – dal 31 dicembre 2024 all’anno successivo – una situazione d’incertezza per il comparto che si prolunga già da lungo tempo; lo stesso Zucconi ha avuto modo di spiegare che il suo intento era quello di promuovere una proroga ben più ampia, ma le “dinamiche parlamentari” non hanno finora permesso di traguardare tale obiettivo.
La stessa Anci, del resto, in coerenza con tale quadro aveva presentato un emendamento al ddl Concorrenza 2022 che prevedeva una finestra temporale più ampia – da 10 a 15 anni – per andare a gara, ma che obbligava l’attuale concessionario (Enel green poewer) a investire sul rifacimento e riammodernamento delle centrali. Un’intenzione peraltro già manifestata un anno fa da Egp, illustrando al mondo sindacale la prospettiva di investimenti da 3 mld di euro a fronte di una proroga quindicennale.
«Governo e Parlamento – conclude Balocchi – rivedano la scelta di prorogare incondizionatamente le scadenze. Altrimenti i territori coinvolti rimarranno senza una strategia e senza risposte. Di proroga in proroga si rischia di trascinare avanti una situazione insostenibile, congelando investimenti e impedendo la realizzazione di un piano di rilancio dell’economia dei territori geotermici».