Richiami vivi: il viaggio dell’orrore dalla Polonia a Udine

Vasta operazione dei Carabinieri forestali per stroncare un traffico illecito di avifauna selvatica

[27 Giugno 2023]

Una vasta operazione della  Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno agli animali del reparto Operativo – Raggruppamento Carabinieri Cites di Roma (Soarda) e del Nucleo Carabinieri Cites di Perugia e al Centro anticrimine natura di Udine, ha scoperto un presunto traffico internazionali di animali e che ha portato alla denuncia di due persone di nazionalità italiana e due di nazionalità e al sequestro  di 559 uccelli selvatici nati da pochi giorni e strappati alla vita selvatica per farne richiami vivi da vendere ai cacciatori.

Lo annuncia la Lipu  che spiega che «Per i due soggetti [italiani] i militari hanno ipotizzato i reati di ricettazione e maltrattamento di animali. Sfumato un bottino di 25mila euro: tanto avrebbero percepito i bracconieri dalla vendita degli animali i quali, una volta dotati di un anello identificativo inamovibile contraffatto, avrebbero potuto essere venduti ai cacciatori fino a 200/300 euro, spacciandoli per richiami legali. Tra le centinaia di uccelli presenti all’interno dell’autovettura di uno dei soggetti italiani varie specie di turdidi (cesene e tordi bottacci), tutti prelevati illegalmente in natura, in territorio polacco. Essendo animali con pochi giorni di vita, e avendo necessità di essere alimentati due volte al giorno, gli uccelli sono stati ricoverati nel Centro di recupero fauna esotica selvatica e tartarughe marine di Terranova (Gorizia)».

Il presidente della Lipu-BirdLife Italia, Aldo Verner, denuncia però che «A sei anni dall’entrata in vigore del Piano nazionale Antibracconaggio possiamo ormai dire che si tratta di uno strumento inutilizzato, che non ha portato alcun reale beneficio alla causa e, anzi, rischia oggi di rappresentare una foglia di fico che copre il disimpegno delle istituzioni italiane, sul fronte della lotta al bracconaggio, a quasi tutti i livelli. Un ringraziamento particolare va tuttavia ai Carabinieri forestali, che con le loro operazioni rappresentano ad oggi, assieme all’incessante lavoro delle organizzazioni ambientaliste e a quel che rimane delle Polizie provinciali, l’unica vera forma di contrasto al dilagare del bracconaggio. Il ministro Pichetto Fratin e gli uffici del ministero dell’ambiente non possono più restare inerti di fronte a fatti come questi, e così la Commissione europea, alla quale abbiamo inviato, di recente, con altre associazioni, una dettagliata denuncia della situazione italiana, sia della caccia grigia che della diffusa illegalità, e dalla quale ci attendiamo interventi urgenti e decisivi».