Indagine Ipsos: tre quarti dei cittadini europei vogliono che le aree marine siano veramente protette

BLOOM Association: la disinformazione portata avanti dai governi sulla protezione dell'ambiente marino è molto efficace

[4 Luglio 2023]

Mentre il Parlamento europeo si prepara a un voto cruciale sulla  Nature restoration law previsto per la settimana del 10 luglio (compreso un emendamento che chiede di istituire aree marine veramente protette), La BLOOM Association pubblica i risultati di un sondaggio esclusivo IPSOS, al quale  hanno partecipato 2.500  cittadini europei, e sottolinea che «Il sondaggio rivela un chiaro sostegno pubblico per una vera protezione delle aree marine».

BLOOM denuncia che «Ad oggi, le cosiddette “Aree marine protette” (AMP) d’Europa rimangono non tutelate. L’86% di esse è soggetto a delle tecniche di pesca industriali che raschiano il fondale marino e distruggono gli ecosistemi, come la pesca a strascico e altre tecniche similari. In questo contesto di scarsa protezione degli oceani e del clima, la nostra indagine, condotta in collaborazione con l’istituto IPSOS, rivela che il divieto di metodi di pesca distruttivi nelle aree protette è ampiamente sostenuto dai cittadini europei, la cui maggioranza ritiene, a torto, che tali misure di buon senso siano già state attuate (44% dei francesi, 52% dei tedeschi, 60% degli spagnoli, 68% degli italiani)».

Dal sondaggio emerge che «C’è un netto contrasto tra, da un lato, i governi europei che si oppongono al divieto di pesca industriale nelle cosiddette AMP e il 79% dei cittadini italiani, francesi, tedeschi e spagnoli che chiedono un’effettiva protezione delle loro acque vietando i metodi di pesca distruttivi, in linea con gli standard internazionali dell’ International Union for Conservation of Nature (IUCN). Inoltre, il fatto che una così ampia frazione dei cittadini europei intervistati ritenga che la pesca industriale sia già vietata nelle AMP é un’illustrazione lampante della disinformazione riguardante le aree marine “protette”».

Ecco in dettaglio i risultati sondaggio:

Domanda: “Secondo lei, i metodi di pesca trainati sul fondo marino, come la pesca a strascico, sono attualmente vietati nelle aree marine protette del suo Paese?”. La pesca a traino è un metodo di pesca utilizzato in mare che prevede il trascinamento di una rete sul fondale marino dietro un’imbarcazione in movimento”.  Il 68%, 44%, 52% e 60% dei cittadini intervistati in Italia, Francia, Germania, Spagna, rispettivamente, crede erroneamente che il proprio governo protegga già efficacemente le proprie acque, mentre il 23%, 42%, 31%, 29% non ha un’opinione in merito.

Domanda: “Siete favorevoli al fatto che il vostro governo si impegni a proteggere in modo più rigoroso il 30% delle proprie acque territoriali, in conformità con gli standard internazionali dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), vietando di fatto i metodi di pesca a traino come la pesca a strascico sui fondali marini?”. Mentre l’85% dei cittadini italiani e il 78% dei cittadini francesi, tedeschi e spagnoli sono favorevoli a una protezione efficace delle loro acque, in linea con le raccomandazioni scientifiche, solo il 2% degli italiani, il 4% degli spagnoli e il 3% dei francesi e dei tedeschi e sono contrari. Bloom sotolinea che si tratta du «Un sondaggio che dimostra un vero plebiscito che richiede ai governi e ai parlamentari europei di adottare misure di protezione dell’ambiente marino all’altezza delle sfide, ma ammette che «La disinformazione portata avanti dalla politica pubblica di questi governi sulla protezione dell’ambiente marino è quindi molto efficace nel diffondere confusione tra l’opinione pubblica in generale».

Dopo quello che BLOOM definisce  «Il disastroso voto della Commissione Ambiente del Parlamento europeo», l’associazione  chiede ai parlamentari europei di «Adottare un’ambiziosa Nature restoration law e di votare a favore di una reale protezione degli ecosistemi marini e della pesca costiera e artigianale. Spetta ai rappresentanti europei assumersi la responsabilità di rispondere alle raccomandazioni scientifiche e alle aspirazioni dei loro concittadini di adottare le misure cruciali necessarie per rispondere all’attuale collasso del clima e della biodiversità.