Lula e l’accordo Ue Mercosur: «Non vogliamo una politica dove loro vincono e noi perdiamo»

Fernández (Argentina): la colpa del mancato accordo è dell’Ue. Arce (Bolivia): «Abbiamo tante risorse che suscitano l'ingordigia di chi ha sempre preso tutto senza lasciarci niente»

[5 Luglio 2023]

Durante il 62esimo Cumbre de Jefes y Jefas de Estado del Mercosur, tenutosi a Puerto Iguazú, nella provincia di Misiones, in Argentina, il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva si è insediato come presidente di turno del  Mercado Común del Sur (Mercosur/ Mercosul), succedendo al presidente argentino Alberto Fernández, che era in carica dal dicembre 2022.

Nel suo discorso di insediamento, Lula ha ricordato che «Il mondo è sempre più complesso e stimolante. Nessun Paese risolverà i suoi problemi da solo, né potrà rimanere estraneo ai grandi dilemmi dell’umanità. Non abbiamo altra alternativa che l’unione. Di fronte alla crisi climatica, è necessario agire in modo coordinato per proteggere i nostri biomi e promuovere una transizione ecologica equa. Di fronte alle guerre che portano distruzione, sofferenza e impoverimento, è necessario parlare di pace. In un mondo sempre più segnato dalla competizione geopolitica, la nostra opzione regionale deve essere la cooperazione e la solidarietà. Di fronte all’aumento dell’odio, dell’intolleranza e delle bugie in politica, è urgente rinnovare l’impegno storico del Mercosul per lo stato di diritto. In qualità di presidenti democraticamente eletti, siamo sfidati a resistere a tutti coloro che cercano di appropriarsi e pervertire la democrazia.

Sono convinto che costruire un Mercosul più democratico e partecipativo sia la strada da percorrere».

Sul fronte economico e commerciale, Lula ha detto che «Nel 2022, il commercio intra-Mercosul ammontava a 46 miliardi di dollari. Non è poco, ma è al di sotto del picco registrato nel 2011, di 52 miliardi di dollari. Siamo sotto il nostro potenziale. Il nostro commercio è caratterizzato dalla significativa presenza di prodotti a maggior valore aggiunto. Questo è un patrimonio che deve essere valorizzato e ampliato. Abbiamo un’agenda incompiuta con due settori ancora esclusi dal libero scambio: l’automotive e lo zucchero. E cercheremo anche di completare l’ottavo ciclo di liberalizzazione degli scambi di servizi. Disponiamo di riserve significative di minerali strategici, come il litio e il cobalto, essenziali per progetti industriali all’avanguardia. L’adozione di una moneta comune per effettuare le operazioni di compensazione tra i nostri paesi contribuirà a ridurre i costi ea facilitare ulteriormente la convergenza. Parlo di una valuta di riferimento specifica per il commercio regionale, che non eliminerà le rispettive valute nazionali».

Poi il presidente del Brasile ha affrontato la scottante questione del libero scambio con gli altri passi Latinoamericani che non aderiscono al Mercosur  e, soprattutto, ha detto che si impegna a «Concludere l’Accordo con l’Unione europea, che deve essere equilibrato e garantire lo spazio necessario per l’adozione di politiche pubbliche a favore dell’integrazione produttiva e della reindustrializzazione». Poi ha denunciato che «Lo strumento aggiuntivo presentato dall’Unione europea nel marzo di quest’anno è inaccettabile. I partner strategici non negoziano sulla base della sfiducia e della minaccia di sanzioni. E’ nessen ziale che il Mercosul presenti una risposta rapida e vigorosa. Non è ammissibile rinunciare al potere d’acquisto dello Stato, uno dei pochi strumenti di politica industriale che ci è rimasto. Non siamo interessati ad accordi che ci condannino all’eterno ruolo di esportatori di materie prime, minerali e petrolio. Occorrono politiche che prevedano una profonda integrazione regionale, basata sul lavoro qualificato e sulla produzione di scienza, tecnologia e innovazione. Questo richiede una maggiore integrazione, l’articolazione dei processi produttivi e l’interconnessione di energia, strade e comunicazioni».

E, tanto per far capire quale sarà la strada da percorrere, Lula ha annunciato che «Sulla base di questi presupposti, rivedremo e avanzeremo gli accordi in corso di negoziazione con Canada, Corea del Sud e Singapore. Esploreremo nuovi fronti di negoziazione con partner come Cina, Indonesia, Vietnam e Paesi dell’America centrale e dei Caraibi. La proliferazione di barriere commerciali unilaterali perpetua le disuguaglianze e danneggia i paesi in via di sviluppo. Combattere la recrudescenza del protezionismo nel mondo significa salvare il ruolo guida del Mercosul nell’Organizzazione mondiale del commercio.

Lavoreremo per mobilitare le risorse delle banche nazionali e delle agenzie di sviluppo regionale, come CAF, Fonplata e IDB, per finanziare progetti di infrastrutture fisiche e digitali».

Poco prima anche il presidente argentino  Fernández aveva accusato l’Europa , martedì ha accusato l’Europa di aver reso impossibile l’accordo Mercosur – Ue: «All’unione europea e manca una vocazione al lavoro che è stata controproducente per raggiungere un accordo vantaggioso per entrambi i blocchi, in quanto il contestato accordo firmato con il blocco europeo a metà del 2019, come è stato firmato, ha prodotto una divisione critica tra le parti, perché è stato concordato su termini molto disuguali, dove il Mercosur era quello che dava di più. Le difficoltà a compiere progressi sono state il prodotto della mancanza di consenso o di vocazione al lavoro da parte dei Paesi europei, non da parte dei membri del Mercosur. Al contrario, lì in Europa ci sono atteggiamenti protezionistici,  particolarmente noti nel caso del settore alimentare, un elemento fondamentale nell’offerta di esportazione del nostro blocco»

Il capo di Stato peronista dell’Argentina ha anche fatto notare che «Le divergenze con l’Ue sull’accordo del 2019 si basano su dubbi e obiezioni che hanno sollevato i Paesi del Mercosur. Abbiamo una divisione critica di ciò che è stato concordato in quel momento. Questo è stato il risultato di uno sforzo molto ineguale tra le parti. Quindi il Mercosur ha dato di più, essendo il blocco con il minor livello relativo di sviluppo nell’accordo. L’Ue  presenta richieste per l’accordo che hanno una visione eccessivamente focalizzata sull’ambiente e con dati  nulli nei tre pilastri della sostenibilità: la dimensione ambientale, economica e sociale».

Nonostante tutte queste critiche, Fernández ha confermato che «L’Argentina ritiene che l’accordo rappresenti un’opportunità  per approfondire il legame tra le due regioni, in un contesto internazionale di conflitto e crescente incertezza. L’intesa significa anche un’opportunità per precisare, nel quadro della riconfigurazione delle mappe produttive, nuove tecnologie, nuovi posti di lavoro, che le nuove catene del valore comportano. Per questo, il Mercosur ambisce a che i negoziati in corso diano risultati equilibrati per tutte le parti. In questo nuovo scenario, dove prevale la delocalizzazione dei fattori produttivi, la proposta europea può essere anche un’opportunità per adeguare gli squilibri dell’accordo alla realtà di questo mondo che è cambiato, un’opportunità per introdurre meccanismi che ci mettano al riparo da misure unilaterali in materia ambientale, il che avverrà con o senza accordo, e che favoriscano l’inserimento delle nostre imprese nelle catene del valore tra le due regioni».

Fernández ha avvertito che «Il mondo sta attualmente affrontando una serie di disuguaglianze che si stanno approfondendo”e che si aggiungono alla crisi acuta subita dal processo di globalizzazione che sta mutando, dove il grande capitale non cerca più di abbassare i costi ma di evitare i rischi geopolitici e problemi di approvvigionamento in generale. In questo senso, l’impegno comune della regione richiede la dovuta considerazione delle disparità che attualmente persistono tra i partner del Mercosur».

Lula ha evidenziato che «Con la compagna Dilma Rousseff (la ex presidente del Brasile estromessa da un golpe parlamentare che alla fine ha portato al potere il neofascista Jair Bolsonaro, ndr) a capo della banca BRICS, si aprono nuovi orizzonti per il Mercosul per ridurre le asimmetrie dei suoi membri. Quest’anno, il Brasile ha estinto il suo debito di quasi 100 milioni di dollari con il Mercosur Structural Convergence Fund (FOCEM). Lavoreremo con il Congresso brasiliano per dare nuovi contributi al FOCEM nella sua seconda fase. Presteremo particolare attenzione alle nostre regioni di confine, il che implica sia la fornitura di servizi come la sanità e l’istruzione, sia la lotta contro i crimini transnazionali che hanno un forte impatto sulla vita quotidiana di quei luoghi».

Il presidente brasiliano ha aggiunto che «Con l’Agenda Verde abbiamo avviato un confronto permanente su temi come la desertificazione, l’antincendio e il recupero dei suoli degradati, che saranno oggetto di azioni coordinate del blocco a favore dello sviluppo sostenibile. Consolidare la democrazia sarà un compito permanente. Proporremo la reinstallazione del Forum consultivo dei comuni e degli Stati federati e terremo di persona il vertice sociale».

Per Lula, «Rafforzare il Mercosul ignifica contare sulla partecipazione di tutti i nostri membri. Abbiamo urgente bisogno dell’adesione della Bolivia come membro a pieno titolo e lavorerò personalmente per la sua approvazione da parte del Congresso brasiliano. Come ci ricorda Pepe Mujica, la nostra integrazione va ben oltre un progetto strettamente commerciale. Il Mercosul non può limitarsi al patto di “quanto ti vendo e quanto mi vendi”.

E’ necessario recuperare un’agenda di cittadinanza e inclusiva, dal volto umano, che generi benefici tangibili per ampi settori delle nostre società. La nostra integrazione deve essere solidale e risvegliare il sentimento di appartenenza. La nostra integrazione deve essere anche femminile, nera, indigena, contadina e operaia. Qui abbiamo importanti progressi da condividere. Con la legge sulla parità salariale e retributiva, che abbiamo sancito ieri, il Brasile sta iniziando a saldare un debito storico. Uomini e donne che svolgono la stessa funzione saranno pagati allo stesso modo. Questo è un grande risultato per le donne brasiliane. Questo è il Mercosur che vogliamo e che è tornato al centro della strategia brasiliana di inserimento nel mondo. Solo l’unità del Mercosur, del Sud America e dell’America Latina e dei Caraibi ci consentirà di riprendere la crescita, combattere le disuguaglianze, promuovere l’inclusione, approfondire la democrazia e garantire i nostri interessi in un mondo che cambia. Questo è ciò che le nostre popolazioni si aspettano da noi».

Chiamato in causa da Lula, il presidente della Bolivia, Luis Arce, ha esortato i Paesi del Mercosur a «Ridurre la dipendenza dal dollaro come meccanismo di sopravvivenza, nel bel mezzo di una crisi strutturale del capitalismo. Il popolo boliviano ha una vocazione all’integrazione. Crediamo che l’adesione della Bolivia al Mercosur rappresenti un’opportunità unica per rafforzare l’integrazione, espandere il commercio e la cooperazione regionale (…) Il Mercosur ha i confini più lunghi dell’America Latina, dobbiamo articolare i nostri sforzi al confine per promuovere il commercio».

Ma più che guardare all’Ue Arce guarda all’Asia e ha auspicato la «Ricerca di alleanze strategiche con altri attori internazionali, trai quali la Cina, perché offrono alternative al dollaro nel commercio e negli investimenti» ed ha evidenziato il valore di altre organizzazioni, come i BRICS, «Che si propongono come spazi per la costruzione di un nuovo ordine economico mondiale».

Dopo aver ricordato che  «Non c’è piena sovranità politica se non raggiungiamo l’indipendenza economica» e dopo aver ricordato che la Bolivia ha una delle più grandi riserve di litio del mondo, Arce ha concluso: «Non è un caso che siamo nel mirino di un certo Comando Sud. Abbiamo tante risorse che suscitano l’ingordigia di chi ha sempre preso tutto senza lasciarci niente».