Goletta Verde e il futuro energetico della Sardegna: eolico offshore ed energie rinnovabili
La Sardegna è naturalmente un ottimo territorio per lo sviluppo delle rinnovabili
[6 Luglio 2023]
Goletta Verde è arrivata in Sardegna per la terza tappa della sua circumnavigazione dell’Italia e a Porto Torres (SS) ha subito organizzato stamattina la conferenza “Il Vento del futuro. Tra innovazione, paesaggi energetici, territori e decarbonizzazione”. Secondo Legambiente, «Il futuro energetico e lo sviluppo economico dell’isola passano per l’eolico offshore e le rinnovabili. Per far ciò occorre avere il coraggio di andare in questa direzione e, perché la transizione ecologica sia una vera occasione di sviluppo per l’isola, deve essere governata. Il potenziale per la Sardegna è enorme e sono già disponibili i progetti per far raggiungere alla Sardegna gli obiettivi al 2030. Basti pensare che in Sardegna sono stati presentati ben 177 progetti, attualmente in attesa di valutazione statale, di cui almeno 20 per eolico offshore. A questi si aggiungono le 36 richieste di connessione a Terna per 23,73 GW di possibile potenza installabile».
Il Cigno Verde è convinto che «La Sardegna dal punto di vista energetico rappresenta il contesto territoriale perfetto per lanciare da subito una politica che guardi al futuro senza passare, come vorrebbero in molti, per il gas fossile e climalterante. Questa, infatti, è l’unica regione italiana a non avere una infrastruttura gas ramificata, e i suoi fabbisogni energetici complessivi vengono soddisfatti soprattutto attraverso carbone e petrolio, a cui si aggiungono una piccola percentuale di una “miscela” composta da gas e aria propanata – importata e immessa nel deposito costiero nel porto industriale di Santa Giusta – e metano».
Secondo Terna, nel 2021 in Sardegna sono stati prodotti 12,51 TWh netti di energia, di cui il 71% da fonti fossili che hanno immesso in atmosfera 5,7 milioni di tonnellate di CO2.
Annalisa Colombu, presidente Legambiente Sardegna, ha sottolineato che «Invece di puntare ancora sulla metanizzazione e sui rigassificatori, la Sardegna dovrebbe cogliere l’occasione per portare innovazione e costruire un sistema energetico basato sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica. I progetti ci sono, le imprese sono pronte: serve che il sistema istituzionale si prenda la responsabilità di valutare, scegliere i migliori progetti e governare, insieme ai territori interessati, il processo di realizzazione degli impianti perché siano massime le ricadute sia in termini ambientali che di sviluppo locale. Nell’isola sono in discussione ben 5 rigassificatori: Porto Torres, Portovesme, Olbia, Oristano, Cagliari – e 2 depositi di GNL a Oristano. A queste si aggiungono la conversione della Centrale Termoelettrica di Ottana da oli combustibili a gas, e la realizzazione di una nuova Centrale a Olbia, entrambe con progetti di VIA aperti presso il MASE; e vari gasdotti per il trasporto di gas nelle aree più prossime ai rigassificatori. Il trasporto nel resto dell’Isola dovrebbe avvenire su gomma. Il tutto per una spesa di almeno 74,4 miliardi di euro».
Uno studio sulla metanizzazione della Sardegna, pubblicato nel 2020 dall’RSE, ricostruisce differenti scenari in base alle tecnologie e al livello di penetrazione del gas fossile all’interno dell’isola: «I costi complessivi, nel ventennio 2020-2040, potrebbero arrivare a circa 74,4 miliardi di euro ripartiti in costi per l’acquisto dei vettori energetici, per il trasporto e distribuzione del GNL e del gas fossile, per la realizzazione dei depositi costieri e dei rigassificatori, per l’acquisto delle tecnologie per gli utenti finali (es. caldaie a gas), per la copertura dei margini dei venditori. Per non palare dei costi relativi alle esternalità ambientali pari a 39 miliardi di euro. Il costo più alto che pagheranno proprio i territori sardi».
Costi esorbitanti ai quali per Legambiente andrebbero aggiunti «L’aumento dei costi della materia prima oltre ai costi relativi ad altre infrastrutture non considerate nello studio. Ad esempio, nello studio sono stati considerati solo 5 rigassificatori e mancano i costi relativi ai depositi di GNL di Portovesme e Olbia».
L’associazione ambientalista dice che «Queste risorse dovrebbero essere investite in una politica energetica che faccia diventare la Sardegna la prima grande isola interamente alimentata da fonti rinnovabili, bruciando le tappe lungo la strada verso la decarbonizzazione. Infatti, in Sardegna risultavano presenti, a fine 2022, solo 2.837 MW di potenza installata da fonti rinnovabili con oltre 48 mila impianti presenti nel territorio regionale che contribuiscono alla copertura del 31,6% dei consumi elettrici».
Il portavoce di Goletta Verde, Marco Crestani, ha fatto notare che «Il fatto che il numero di progetti sia così elevato è indice che ci sono tante imprese pronte ad investire, portando innovazione, sostenibilità e posti di lavoro Ma per fare questo è necessaria una cabina di regia che governi e regolamenti i progetti, a partire dalla loro presentazione. La Sardegna è naturalmente un ottimo territorio per lo sviluppo delle rinnovabili, che produrrebbero ricadute importanti non solo a livello ambientale, ma anche economico. Ma solo con le giuste politiche la Sardegna può andare verso il futuro lasciando indietro le preistoriche fonti fossili».
Oggi alle 16,00, alla Spiaggia di Platamona, Flash Mob – Photo opportunity, Legambiente porta in spiaggia una cartolina…dal futuro! Gli attivisti e le attiviste di Goletta Verde invitano bagnanti e cittadini a constatare con i propri occhi come si vede un impianto eolico offshore a largo della costa.