Istat, nell’economia italiana è tornato a crescere il consumo di risorse naturali
«Con la ripresa dell’economia nel 2021, il consumo interno di materia (Dmc) ha superato il livello pre-crisi, raggiungendo il valore più alto dal crollo verificatosi negli anni 2006-2013»
[7 Luglio 2023]
L’analisi della crescita economica in una prospettiva di sviluppo sostenibile deve tenere conto del consumo interno di materia (Dmc) che è generato dal complesso delle attività economiche (Pil).
L’evoluzione nel tempo del consumo di materia, misurato in termini pro capite o per unità di Pil, delinea la natura più o meno orientata alla sostenibilità del modello di crescita economico adottato.
A partire dal 2008 e fino al 2013 si rileva una progressiva riduzione del consumo di materia sia pro capite, sia rispetto al Pil, che segnala una maggiore sostenibilità della crescita economica.
Questa positiva evoluzione tende poi a stabilizzarsi negli anni successivi, mentre nell’ultimo periodo si ravvisa una lieve inversione di tendenza connessa all’eccezionalità della fase pandemica.
La presenza di rilevanti differenze tra ripartizioni territoriali nel consumo di materia pro capite è imputabile alla maggiore concentrazione di attività industriali al Nord e agricole nel Mezzogiorno, che sono caratterizzate da consumi diretti di materia maggiori rispetto a quanto avviene per il settore dei servizi.
Il consumo di materia pro capite è anche per questa ragione più elevato nell’area Nord (9,1 tonnellate per abitante nel 2019) rispetto al Mezzogiorno (7,9 t/ab) e al Centro (7,4 t/ab).
Negli anni più recenti, l’evoluzione del consumo interno di materia è stata pesantemente condizionata dall’elevata variabilità che ha caratterizzato la dinamica del Pil.
L’emergenza pandemica del 2020 ha, infatti, determinato, non solo una marcata flessione del Pil, ma anche una forte riduzione del Dmc, che ha raggiunto il valore minimo della storia recente (459 milioni di tonnellate).
Con la ripresa dell’economia nel 2021, il Dmc ha superato il livello pre-crisi, raggiungendo il valore più alto dal crollo verificatosi negli anni 2006-2013.