Il Parco del Delta del Po: a Libera Caccia la gestione delle acque delle Valli di Comacchio

Legambiente: è iniziata la privatizzazione del Parco del Delta del Po

[10 Luglio 2023]

A denunciarlo sono stati il circolo Legambiente Delta del Po di Comacchio e Italia Nostra Ravenna: «Con la delibera numero 58 del 3 luglio 2023, l’Ente di Gestione  per i Parchi e la Biodiversità Delta del Parco del Po Emilia Romagna stipula una convenzione con l’”Associazione Nazionale Libera Caccia, Segreteria Comunale 7 Lidi” per le attività di gestione idraulica nelle valli di Comacchio. La convenzione riguarda quindi la gestione delle chiaviche che servono a regolamentare la salinità e il livello delle acque all’interno delle valli di Comacchio».

Legambiente e Italia Nostra si sono quindi poste alcune domande e sulle modalità con cui è avvenuta e gli ambientalisti dicono che «Nemmeno l’“Urlo” di Munch, il celebre dipinto, è in grado di rappresentarne sinteticamente la nefandezza. Se il Parco non è in più in grado di svolgere la propria missione fondante di protezione della natura e della sua biodiversità, per carenza di finanziamento pubblico destinato alla cura delle Valli di Comacchio, che nello scorrere degli anni si è via via dimezzato, lo dichiari e denunci apertamente. Richiamando in primis la nostra Regione alle proprie responsabilità».

E gli ambientalisti avanzano anche qualche domanda scomoda se sulla trasparenza della procedura: «Ci chiediamo prima di tutto quando e come il Parco del Delta del Po Emilia Romagna abbia manifestato l’interesse di dare in gestione la regolamentazione delle acque delle Valli, si è forse pubblicato  un avviso sui quotidiani locali? Oppure è stato pubblicato un bando sulle pagine ufficiali del Parco? Com’è possibile che un’associazione scriva ad un Ente pubblico richiedendo di occuparsi di alcune aree di competenza del suddetto Ente senza avere le qualifiche necessarie e gli venga immediatamente riconosciuto?»

E proprio sull’efficacia e l’opportunità della scelta fatta piovono altre domande su Regione Emilia-Romagna e Parco: «Si è pensato a chi dovrà tenere sotto controllo la salinità e il livello delle acque in quanto le Valli sono da sempre un’area fortemente antropizzata e necessitano di un’attenzione costante, ma di personale specializzato, chi quindi farà questi controlli? E’ previsto un corso di formazione e se sì da parte di quale Ente per coloro che per stessa definizione sono volontari dediti alla caccia? Non è un controsenso dare in gestione ad un’associazione votata ad un certo tipo di interesse, un’area che invece dovrebbe essere di tutela della biodiversità, chi garantirà per una giusta gestione che non vada a favorire o sfavorire alcune aree delle Valli rispetto ad altre?»

Inoltre, Legambiente e Italia Nostra fanno notare un altro strano aspetto della vicenda: «Nell’accordo viene sottolineato che “l’ENTE non è responsabile in caso di danni a cose e/o persone prodotti o derivanti dallo svolgimento delle attività effettuate dall’Associazione di propria iniziativa”, chi controllerà che eventuali danni siano dovuti ad una gestione errata? Abbiamo tutti chiaro in mente gli eventi atmosferici del mese di maggio ed i danni ambientali che ne sono derivati e che hanno colpito fortemente alcune aree del Parco nel ravennate, in questo caso se l’Associazione non fosse in grado di intervenire tempestivamente, ricordiamo che sono Volontari, chi dovrà intervenire? E’ stato previsto un eventuale “Piano Emergenza” delle chiaviche?»

Gli ambientalisti evidenziano che «E’ giusto ricordare come alcune zone delle Valli di Comacchio siano destinate ad uso venatorio. Stiamo parlando di un’area di interesse pubblico, una zona di proprietà di tutti i cittadini, che dovrebbero avere il diritto di essere informati in anticipo con comunicazioni ufficiali, prima che le decisioni vengano scritte nero su bianco, si parla di partecipazione, di gestione condivisa delle aree di pubblico interesse. Quando in Europa si sta approvando la legge per la salvaguardia  della biodiversità e la rigenerazione di aree da rinaturalizzare, Restoration Law,  l’ENTE Parco del Delta del Po dell’Emilia Romagna decide di dare ad una associazione privata, che non è riconosciuta per la protezione dell’Ambiente, una parte importante delle Valli, quella parte che determina le caratteristiche delle acque e la loro profondità, da cui dipendono sia la pesca che la presenza di specie differenti di uccelli e su questi ultimi in particolare ci potrebbero essere interessi che non coincidono con quello che è, o che dovrebbe essere, lo scopo di un’area naturale».

Per questo, il circolo Legambiente Delta del Po di Comacchio e Italia Nostra Ravenna chiedono  al direttore del Parco Massimiliano Costa e alla Presidente Aida Morelli di «Chiarire i nostri dubbi rispondendo ai quesiti da noi posti, sperando che in futuro vi  sia più trasparenza negli iter che riguardano la gestione delle aree del Parco del Delta del Po».