Il governo di destra svedese taglia i finanziamenti alla ricerca per lo sviluppo

600 scienziati al governo: è un'illusione che riducendo l'attenzione sui problemi globali possiamo concentrarci su questioni interne

[11 Luglio 2023]

Il 22 giugno, il nuovo governo di destra della Svezia ha deciso che «Il Vetenskapsrådet (VR – il Consiglio svedese della ricerca, ndr) non finanzierà più sovvenzioni per la ricerca per lo sviluppo. La decisione si applica con effetto immediato, ma non retroattivamente». La decisione fa seguito a una riduzione approvata a gennaio del 54% del budget della VR: da 960 milioni nel 2022 a 440 milioni di corone.

Il governo del premier Ulf Hjalmar Kristersson, del quale fa parte anche il partito xenofobo di estrema destra Sverigedemokraterna, ha spiegato che «La decisione significa che nel 2023 non finanzieremo nuove borse di ricerca per lo sviluppo e che il processo di preparazione dei bandi di quest’anno è interrotto. Le domande pervenute non saranno pertanto valutate. I ricercatori che hanno già un progetto in corso nella ricerca sullo sviluppo non sono interessati da questa decisione, ma possono continuare la loro ricerca come previsto fino alla fine del periodo di concessione.

Nel Paese del Premio Nobel e che fu del premier socialdemocratico internazionalista e neutralista Olaf Palme, la compagine governativa di destra  blocca tutto anche se ammette che «L’obiettivo degli inviti a sovvenzioni per progetti di ricerca sullo sviluppo è stato quello di rafforzare la ricerca svedese di altissima qualità con particolare rilevanza per la riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile nei Paesi a basso reddito. In questo modo la ricerca ha contribuito a gestire le sfide legate agli obiettivi di sostenibilità globale».

Presentando la decisione del governo, Katarina Bjelke, direttrice generale di Vetenskapsrådet,  ha detto che « Vetenskapsrådet invita i ricercatori nella ricerca sullo sviluppo a presentare domanda di finanziamento il prossimo anno nell’ambito degli altri nostri invit. Sverigedemokraterna ha finanziato sovvenzioni per la ricerca per lo sviluppo dal 2013, con fondi mirati provenienti dal bilancio degli aiuti del governo».

Il ministro svedese per lo sviluppo internazionale, la cooperazione e il commercio estero, Johan Forssell, ha citato la necessità di controllare la spesa per gli aiuti come motivo dei tagli: «Con la guerra in Ucraina, ci troviamo in una situazione completamente nuova. Non abbiamo risorse illimitate. L’assegnazione degli aiuti comporta sempre difficili compromessi e diamo la priorità ai bisogni urgenti in Ucraina. Comprendiamo perfettamente che i ricercatori sono delusi dalla decisione, poiché hanno dedicato tempo e impegno alle loro applicazioni. Allo stesso tempo, notiamo che il 98% degli altri stanziamenti del Consiglio svedese per la ricerca rimane intatto, a cui i ricercatori sono invitati a richiedere finanziamenti».

In realtà la  decisione della destra svedese ha tagliato con effetto immediato 180 milioni di corone svedesi (16,4 milioni di dollari)  e riguarda le domande di sovvenzione presentate da circa 250 ricercatori in Svezia, insieme a dozzine di collaboratori internazionali, soprattutto di università africane e asiatiche.  Nel 2022, Il VR aveva approvato 60 domande per progetti biennali – quadriennali e 4 anni e Ingrid Öborn, della Sveriges lantbruksuniversitet  e presidente del comitato VR per la ricerca sullo sviluppo dal 2022 al 2024, sottolinea che «Avevamo previsto un risultato simile con la call del 2023. L’obiettivo delle sovvenzioni tagliate, finanziato dal VR dal 2013 con il bilancio per gli aiuti allo sviluppo del governo, era quello di rafforzare la ricerca svedese di altissima qualità con particolare rilevanza per la riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile nei paesi a basso reddito».

Per questo, più di 600 ricercatori hanno firmato una lettera aperta al governo nella quale criticano l’iniziativa e ne chiedono l’annullamento.

Ecco cosa si legge nell’appello degli scienziati svedesi:

La Svezia è un attore leader nella ricerca allo sviluppo e nell’assistenza alla ricerca da oltre 50 anni. Questa posizione è ora seriamente compromessa. Il 27 giugno, tutti i ricercatori che hanno inviato domande di ricerca nella ricerca per lo sviluppo nel mese di aprile sono stati informati che tutti i contributi a questo settore saranno sospesi, a seguito della decisione del governo del 22 giugno. Sverigedemokraterna. Vetenskapsrådet (VR) è stato quindi costretto a sospendere la preparazione in corso di questi bandi. La decisione non è stata preceduta da consultazione o dibattito pubblico e il governo inizialmente non ha fornito alcuna spiegazione per la sua decisione. Questo  rafforza uno smantellamento delle attività di ricerca finanziate dagli aiuti che è stato avviato con la decisione di bilancio del dicembre 2022, dove è stata tagliata poco più della metà dell’assegno di ricerca all’interno della Sida (Styrelsen för internationellt utvecklingssamarbete –  Swedish International Development Cooperation Agency, ndr) . Parallelamente a questo, anche altre sovvenzioni sono state drasticamente ridotte, come il sostegno alla ricerca sulla salute globale».

Gli scienziati ricordano che «La ricerca sullo sviluppo è importante perché crea conoscenze sullo sviluppo sostenibile e sulla riduzione della povertà. Attinge a intuizioni da varie discipline scientifiche per rispondere a domande cruciali come costruire una pace duratura nelle società colpite da conflitti, rendere i sistemi alimentari resilienti ai cambiamenti climatici, combattere le malattie infettive e batteri e virus multiresistenti, gestire le pandemie, promuovere l’istruzione, rafforzare la diritti, democrazia, buon governo e contribuisce alla parità di genere. La ricerca sullo sviluppo ha avuto un ruolo decisivo per la conoscenza e l’innovazione sia nei Paesi partner che in Svezia. La decisione indebolisce la ricerca e l’insegnamento svedesi legati allo sviluppo, con la perdita di queste parti importanti della conoscenza del mondo e della presenza della Svezia nelle reti internazionali. Per i ricercatori all’inizio della loro carriera, che dipendono fortemente da finanziamenti esterni, le conseguenze sono particolarmente gravi. Quando i finanziamenti cessano, viene impedito lo sviluppo di partenariati a lungo termine che promuovono l’innovazione, la comprensione, le soluzioni comuni e la conoscenza. La ricerca sullo sviluppo contribuisce anche al raggiungimento da parte della Svezia degli obiettivi di sostenibilità globale».

L’appello dei 60 scienziati sottolinea che «C’è una guerra in corso nelle nostre vicinanze, allo stesso tempo povertà e conflitti aumentano anche nel resto del mondo. Dovrebbe essere ovvio prendere decisioni basate sulla scienza e sulla ricerca e nel dialogo con i ricercatori. Il governo afferma di voler attuare aiuti efficaci, ma gli sforzi per l’aiuto richiedono un supporto basato su prove (OCSE 2023) . Che i tagli servano per far fronte ad altri bisogni, come sostiene il ministro degli aiuti, è un falso matematico. La sovvenzione annuale per la ricerca sullo sviluppo corrisponde a una frazione del bilancio degli aiuti della Svezia, ma il reindirizzamento di tali fondi ha effetti devastanti. La decisione del governo fa perdere tempo ed energie per la preparazione delle domande e mina la fiducia nel sistema di sostegno alla ricerca nel suo complesso. I tagli che sono stati effettuati significano anche un’interruzione nella storia dell’impegno della Svezia sia per gli aiuti che per il sostegno alla ricerca. E’ un’illusione che riducendo l’attenzione sui problemi “globali” o presumibilmente “lontani”, possiamo concentrarci su questioni interne più urgenti o obiettivi a breve termine. I Paesi ad alto reddito hanno tutto da guadagnare da ampie collaborazioni, e abbiamo anche l’obbligo di affrontare insieme i problemi e le sfide che il nostro sviluppo ha causato e che hanno colpito più duramente i paesi a basso reddito».

Per questo gli scienziati svedesi chiedono al governo di destra di: «Restituire i fondi che sono stati tolti dopo l’annuncio e durante la preparazione in corso con la decisione del governo sulla ricerca per lo sviluppo.  Indagare e ancorare le riforme del sistema di sostegno alla ricerca con attori pertinenti presso le università, i consigli di ricerca e gli organismi di cooperazione internazionale. Rafforzare le opportunità dei finanziatori della ricerca per promuovere collaborazioni di ricerca con ricercatori nei paesi a basso reddito».

Aida Bargués-Tobella, ecologista della Sveriges lantbruksuniversitet  di Umeå, che ha firmato la lettera, per il suo reddito fa affidamento esclusivamente su sovvenzioni esterne. Aveva fatto domanda per una borsa di studio che avrebbe coperto il 50% del suo stipendio e fino al 20% degli stipendi di 4 collaboratori della Nairobi University e della Makerere University di Kampala e due borse di dottorato, più lavoro sul campo e spese di viaggio. Ora la ricercatrice dice amareggiata in un’intervista a Nature: «Per noi, sarebbe stata una grande opportunità per consolidarci e costruire sulla collaborazione che abbiamo iniziato tre anni fa. Ora sono preoccupata per il mio futuro e per quello del progetto».

Preoccupazione condivisa da Cristiano Lanzano, antropologo sociale del Nordiska Afrikainstitutet di Uppsala: «A causa di questa brusca decisione, potrei prendere seriamente in considerazione l’idea di lasciare la Svezia dopo 9 anni di ricerca qui». Un altro firmatario della lettera, Jonas Ewald, della Linnéuniversitetet di Växjö, fa notare che «Ci sono molti aspetti globali della ricerca sullo sviluppo che ora rischiamo di perdere, La ricerca sullo sviluppo è importante per affrontare le sfide globali e contribuire a migliorare l’assistenza sanitaria, lo sviluppo economico e la mitigazione dei cambiamenti climatici».

Hannah Akuffo, che nel 2022 si è dimessa da consulente di ricerca senior al VR, conclude: «L’improvvisa perdita di finanziamenti metterà a repentaglio il lavoro svolto per decenni per costruire capacità di ricerca a lungo termine nei Paesi a basso reddito. Ci vuole tempo per costruire collaborazioni e ambienti di ricerca che funzionino, sia in Svezia che nel sud del mondo. Ora quello sforzo a lungo termine rischia di essere distrutto».