Gli animali dell’oceano abbandonano le aree intorno alle miniere sottomarine in acque profonde
L'impatto dell'estrazione mineraria in acque profonde potrebbe essere ancora più grande di quanto pensiamo
[18 Luglio 2023]
Nel 2020, il Giappone ha eseguito con successo il primo test di estrazione di croste di cobalto dalla cima di montagne sottomarine in acque profonde. Lo studio “Seamount mining test provides evidence of ecological impacts beyond deposition”, pubblicato su Current Biology da Travis Washburn, Giun Yee Soong e Atsushi Suzuki di Geological Survey of Japan del National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) e da Erik Simon-Lledó del National Oceanography Centre UK, ha ora scoperto che non solo quelle aree oggetto dei test minerari diventano meno abitabili per gli animali oceanici, ma «L’attività mineraria crea anche un pennacchio di sedimenti che può diffondersi attraverso l’acqua circostante».
Infatti, il nuovo studio che analizza l’impatto ambientale del primo test giapponese riporta «Una diminuzione degli animali oceanici sia all’interno che intorno alla zona mineraria».
L’International Seabed Authority (ISA), che entro il 21 luglio deve o meno il via libera all’estrazione mineraria dai fondali marini internazionalim ma le compagnie minerarie cercano di estrarre cobalto, rame e manganese dal fondo dell’oceano e Washburn, un ecologista bentonico, spiega che «Questi dati [dello studio] sono davvero importanti. Una serie di regolamenti dovrebbero essere finalizzati presto, quindi molte di queste decisioni stanno prendendo piede adesso».
Il team ha analizzato i dati di tre dei sondaggi realizzati dal Giappone nella montagna sottomarina Takuyo-Daigo: un mese prima del test minerario, un mese dopo e un anno dopo. Dopo aver navifato per una settimana in mare aperto per raggiungere il sito dei test, gli scienziayi hanno inviato in profondità un veicolo telecomandato che ha raccolto video delle aree interessate e , un anno dopo il test minerario, i ricercatori hanno osservato «Un calo del 43% della densità di pesci e gamberi nelle aree direttamente colpite dall’inquinamento dei sedimenti». Ma hanno anche notato «Un calo del 56% nella densità di pesci e gamberetti nelle aree circostanti».
Anche se ci sono diverse possibili spiegazioni per questa diminuzione delle popolazioni ittiche, il team ritiene che «Potrebbe essere dovuto al test minerario che ha contaminato le fonti di cibo dei pesci».
Però, lo studio non ha osservato un cambiamento importante negli animali oceanici meno mobili, come coralli e spugne. Tuttavia, i ricercatori fanno notare che osservano che «Questo è avvenuto solo dopo un test di due ore e i coralli o le spugne potrebbero essere influenzati da attività minerarie a lungo termine».
Washburn sottolinea: « Dato che il test minerario era così piccolo, pensavo che non avremmo visto nessun cambiamento. Hanno attivato il macchinario per due ore e il pennacchio di sedimenti ha percorso solo poche centinaia di metri, ma in realtà è stato sufficiente per cambiare le cose».
I ricercatori fanno notare che dovranno ripetere questo studio più volte per ottenere una comprensione più accurata di come l’estrazione mineraria in acque profonde influisce sul fondo dell’oceano: «Idealmente, per tenere conto di qualsiasi variazione naturale nelle comunità di animali oceanici, dovrebbero essere raccolti dati per diversi anni prima che si verifichi un test minerario».
Washburn conclude: «Avremo comunque bisogno di più dati, ma questo studio evidenzia un’area che necessita di maggiore attenzione. Dovremo esaminare questo problema su una scala più ampia, perché questi risultati suggeriscono che l’impatto dell’estrazione mineraria in acque profonde potrebbe essere ancora più grande di quanto pensiamo».