Come i castori fanno rinascere i fiumi. Sono eccezionali ingegneri del rewilding (VIDEO)

In una remota valle dell'Idaho, i castori reintrodotti hanno creato una lussureggiante zona umida

[31 Luglio 2023]

Sia gli ecologisti che gli allevatori di bestiame sanno che fiumi e torrenti con popolazioni di castori sane supportano una maggiore biodiversità, sono più resistenti alla siccità e mantengono l’acqua disponibile per più giorni dell’anno. Ma assistere all’impatto di questi ingegneri della natura su un singolo corso d’acqua è più facile che misurarlo in una regione o scegliere quale tra 100 corsi d’acqua sia il sito ideale per reintrodurre i castori.

Ora, una ricerca  nell’Idaho supportata dalla Nasa aggiunge i dati di telerilevamento satellitare alla suite di strumenti utilizzati per prevedere quali corsi d’acqua possono sostenere i castori e per monitorare come l’acqua e la vegetazione cambiano una volta che ritornano i castori.

Mentre lavoravano al monitoraggio dell’acqua per gli allevatori, Jodi Brandt e Nick Kolarik della Boise State University hanno sentito parlare della beaver fever, la “febbre del castoro”. Gli allevatori che prima vedevano i castori come animali fastidiosi e “nocivi”, ora li stavano reintroducendo nei loro terreni. Brandt, che è ora professore associato di sistemi uomo-ambiente alla Boise State University, guida un team che utilizza i dati di osservazione della Terra della Nasa per aiutare a quantificare in che modo i castori possono avere un impatto enorme e positivo sugli ecosistemi locali e lavora con Wally Macfarlane e Joe Wheaton, entrambi della Utah State University, che hanno sviluppato il Beaver restoration assessment tool (Brat).

Alla Nasa spiegano che «il team si sta concentrando sull’Idaho e sulle regioni vicine perché, mentre gli ecosistemi umidi comprendono solo il 5% del territorio, quelle aree sono fondamentali per oltre il 90% delle specie che vivono nell’area durante la stagione secca. Il team di Brandt collabora con dozzine di organizzazioni locali della pesca e della fauna selvatica, gestori di bacini idrografici, fondi fondiari, Ong per la conservazione e il ripristino e singoli allevatori. L’aggiunta al loro processo di dati sull’acqua e sulla vegetazione provenienti dalle missioni della Nasa affronta due sfide principali: come quantificare il cambiamento nel tempo e come monitorare costantemente grandi aree».

L’invio di persone sul campo per effettuare misurazioni richiede molto tempo, il che può essere costoso per i team di ricerca più piccoli che lavorano in siti remoti. E’ anche limitante perché i ricercatori possono visitare solo un luogo alla volta e non sempre in tutte le stagioni.

La flotta delle missioni Earth-observing della Nasa raccoglie dati in vaste aree del mondo e passa sulle stesse aree regolarmente e durante tutte le stagioni. I ricercatori possono osservare un’area in tempo reale e anche guardare indietro per  settimane, mesi o persino anni. Nel caso del team di Brandt, gli scienziati stanno trasformando i dati delle missioni missioni scientifiche Earth-observing come Landsat e Sentinel in informazioni che possono venire comprese e utilizzate da molte persone.

Cory Mosby, dell’Idaho Fish and Game, è entusiasta di come i dati satellitari possono espandere la capacità del suo team di monitorare chilometri di corsi d’acqua nel suo Stato e dei castori dice: «Quello che stanno cercando di stabilire, dice, è più vegetazione. O più generi alimentari verdi per sostenere la fauna selvatica e il bestiame».

Quando la neve primaverile si scioglie, nell’Idaho, se non ci sono ostacoli, l’acqua scorre rapidamente  per i fiumi e fino all’oceano. Quando i castori costruiscono dighe sui corsi d’acqua, la disperdono naturalmente e trattengono l’acqua sulla territorio più a lungo, il che sostiene più piante e crea habitat come stagni e prati. Mosby evidenzia che «gli ecosistemi ripristinati offrono posti migliori in cui vivere per le specie acquatiche, come il salmone e la trota, e per le creature terrestri, come il gallo cedrone e il cervo mulo. Le dighe creano anche più acqua potabile fresca e migliori pascoli per il bestiame, e rendono il territorio più resistente agli incendi e alla siccità. I dati di telerilevamento ci aiutano a monitorare più aree e quantificare questi cambiamenti positivi. Vedremo una striscia di verde più ampia nel corso dell’anno e vedremo più acqua più avanti nella stagione».

E quello di cui l’allevatore di bestiame dell’Idaho Jay Wilde si è reso conto prima persona: ha avviato il ripristino di un corso d’acqua con il rewilding del castoro nel 2014 e nel 2022, da scettico che era è diventato un “credente del castoro”.

Come dimostrano le immagini satellitari pubblicate dalla Nasa,  a Baugh Creek i castori hanno visibilmente alterato il territorio: hanno eretto dighe che hanno formato stagni e prati allagati, favorendo la crescita di erbe e arbusti. Un’ampia fascia di vegetazione ora fiancheggia Baugh Creek, che è molto più verdeggiante di altri corsi d’acqua vicini.⁠

I tratti allagati lungo Baugh Creek sono ben protetti dalla siccità e dal fuoco. Quando il mega-incendio Sharps Fire ha bruciato l’area nel 2018, ha lasciato intatte le aree in cui si erano stabiliti i castori.⁠

Secondo Nicolaas Bouwes, un ricercatore dell’Utah State University, «il rewilding del castoro può anche ripristinare l’habitat per le popolazioni ittiche minacciate. Un progetto a Bridge Creek, Oregon, ha portato a un aumento del 170% delle trote iridee». E William Macfarlane, anche lui della Utah State University, aggiunge: «E’ un effetto bonus della reintroduzione dei castori. Prima della caccia ai castori, nel West le dighe dei castori erano praticamente ovunque. Quindi quello che stiamo tentando di fare è riportare, ove possibile, la densità delle dighe di castori ai livelli storici. In tal modo, stiamo costruendo un’importante resilienza alla siccità e ripristinando le aree fluviali. Penso che ci sia molta lungimiranza da parte della Nasa nel fare in modo che cose come queste si colleghino».

Il progetto di reintroduzione dei castori  è finanziato dall’Ecological conservation program dell’applied sciences della Nasa e la responsabile del programma, Cindy Schmidt, si è recentemente unita al team in Idaho per costruire qualcosa du analogo alle dighe dei castori: strutture temporanee create dall’uomo che aiutano i castori a stabilirsi in un’area. E anche la Schmidt confessa di essersi convertita: «Dopo aver visto come i castori hanno avvantaggiato il territoio, sono diventata un credente dei castori»

Il progetto comprende parti: l’aggiornamento del Beaver restoration assessment tool, la creazione di due app che utilizzano le osservazioni della Terra per misurare gli impatti del rewilding dei castori e un’applicazione per smartphone per confrontare le foto dei siti sul campo. Ecco come le descrive la Nasa:

Monthly mesic resource restoration monitoring aid (Mrrmaid): questa app quantifica l’acqua superficiale e la vegetazione mesica (piante che crescono vicino a fiumi e torrenti) con una risoluzione di 10 metri utilizzando i dati dei satelliti Sentinel-1 e Sentinel-2 dell’Agenzia spaziale europea. Questo è un miglioramento rispetto ai prodotti che utilizzano solo dati di 30 metri perché possono comprendere piccoli corpi d’acqua fluttuanti come gli stagni. Per stimare le acque superficiali passate e future, Mrrmaid utilizza anche i dati storici delle missioni Landsat della Nasa-US Geological Survey, nonché l’apprendimento automatico. Questo è utile per confrontare i risultati prima e dopo l’arrivo dei castori. Mesic vegetation persistence (MVP): questa app utilizza i dati Sentinel-2 e Landsat per produrre misurazioni quasi in tempo reale della vegetazione mesica. Misurare questa vegetazione è un proxy per sapere dove scorrono ruscelli o ruscelli ma forse troppo piccoli o stretti per essere rilevati direttamente.

Beaver restoration assessment tool (BRAT): uno strumento esistente gestito dalla Utah State University che utilizza i dati Landfire , Brat valuta il potenziale di un sito per supportare le popolazioni di castori e perche funzionino come agenti di conservazione e ripristino del corso d’acqua.  Con il supporto della NasaA, Brat è stato migliorato in modo che chiunque possa usarlo per valutare i siti negli Stati Uniti.

Phlux: questa app per smartphone consentirà alle persone sul campo di confrontare le foto della stessa area e controllare i cambiamenti visibili nel tempo. Tali osservazioni a terra aiutano anche a convalidare i dati satellitari.

Alla Nasa evidenziano che «l’attuale progetto durerà fino al 2025 e mira a rendere gli strumenti facili da usare per una varietà di decisori. Oltre a ciò, il team ha l’obiettivo di espandersi negli stati vicini che hanno strategie di gestione del terreno e dell’acqua simili».

Brandt conclude: «Il vero valore dell’utilizzo dei dati satellitari per il monitoraggio è che ci sono persone sul campo che lavorano duramente e implementano cose come aumentare la disponibilità di acqua, aumentare l’habitat di pesci e specie. Più supporto possiamo dare loro, più queste pratiche possono proliferare ampiamente».

Videogallery

  • Beaver Rewilding Impacts Measured by NASA