L’aumento del livello del mare, accelerato dalla crisi climatica, che sta mettendo sotto scacco Venezia

Unesco: aggiungere Venezia all’elenco dei siti del patrimonio mondiale in pericolo

Legambiente: da anni puntiamo il dito contro il turismo di massa, le grandi navi

[1 Agosto 2023]

Secondo la Reuters ed altre agenzie di stampa, « Gli esperti dell’UNESCO hanno raccomandato di aggiungere Venezia e la sua laguna all’elenco dei Patrimoni dell’Umanità in pericolo poiché l’Italia non sta facendo abbastanza per proteggere la città dall’impatto dei cambiamenti climatici e del turismo di massa».

A settembre, durante una riunione a Riyadh gli esperti del UNESCO World Heritage Centre – un comitato di 21 Stati membri   esaminerà più di 200 siti e deciderà quale aggiungere all’elenco di quelli in pericolo e per una decina  – come il centro storico di Odessa, Kyiv e Lviv in Ucraina. Timbuktu in Mali e diversi siti in Siria, Iraq e Libia – sarà questa la proposta dell’UNESCO.

Venezia fa parte di questi siti dove, secondo l’UNESCO, «La risoluzione di questioni di lunga data ma urgenti è ostacolata dalla mancanza di una visione strategica comune complessiva per la conservazione a lungo termine del patrimonio e dalla scarsa efficacia della gestione coordinata integrata a tutti i livelli dagli stakeholder» e ha aggiunto che «Le misure correttive proposte dallo Stato italiano sono attualmente insufficienti e non sufficientemente dettagliate. L’Italia non ha comunicato in modo sostenuto e sostanziale dalla sua ultima sessione del Comitato nel 2021», quando l’UNESCO aveva già minacciato di inserire Venezia nella lista nera. L’agenzia Onu sper che «Tale iscrizione si tradurrà in una maggiore dedizione e mobilitazione degli stakeholders locali e nazionali per affrontare questioni di vecchia data».

Un portavoce del comune di Venezia ha detto alla Reuters che l’amministrazione cittadina «Leggerà attentamente la proposta di decisione pubblicata dal World Heritage Committee e ne discuterà con il governo»

Sebastiano Venneri, responsabile territorio e innovazione di Legambiente, ha commentato: «Venezia è stretta in una tanaglia tra spopolamento e overtourism che sta condannando la più bella città del mondo a un futuro da Disneyland. Lo denunciamo da anni puntando il dito contro un eccessivo turismo di massa, le grandi navi, inutili progetti faraonici e l’ampliamento aeroportuale, la crisi climatica e l’aumento del livello del mare, che stanno mettendo sotto scacco una delle città più amate e visitate al mondo, la punta di diamante del nostro sistema turistico italiano, ma anche una delle città più fragili. Per questo le anticipazioni diffuse oggi da alcuni quotidiani sul fatto che l’Unesco vorrebbe includere la città di Venezia nella lista dei siti in pericolo non ci stupiscono, anzi per noi sarebbero solo una conferma rispetto a quanto affermiamo da anni. Quello di cui questa città d’arte ha bisogno è una risposta concreta in termini di interventi non più rimandabili: a partire dal piano nazionale di adattamento al clima che il Paese sta ancora aspettando e che rappresenterebbe uno strumento fondamentale soprattutto per le città costiere, tra le più colpite dagli effetti della crisi climatica. Senza dimenticare che l’altro pilastro su cui lavorare è quello di ripensare il turismo in una nuova chiave sostenibile e di qualità. In particolare, servono una nuova visione e strategie che vadano in questa direzione, come stanno già facendo diverse città europee contenendo i grandi flussi turistici. Se il turismo viene visto come il petrolio, questo è il momento di trasformarlo da fonte fossile a rinnovabile e sostenibile. L’Italia non perda questa occasione, ne va del suo futuro».