Quasi due terzi di tutte le specie vivono nel terreno

Nel terreno vivono più del doppio delle specie vivono rispetto a quanto si credeva in precedenza

[9 Agosto 2023]

Secondo lo studio “Enumerating soil biodiversity”, pubblicato su PNAS da Mark Anthony, Franz Bender e Marcel van der Heijden  di Agroscope e dell’Universität Zürich, i suoli sono più ricchi di vita delle barriere coralline o delle foreste pluviali e ospitano  quasi i due terzi di tutte le specie.

Lo studio svizzero è il primo a calcolare il numero totale di specie del suolo, minuscole grandi, scoprendo che nel terreno vivono più del doppio delle specie vivono rispetto a quanto si credeva in precedenza.

Gli scienziati sono arrivati a questa conclusione dopo aver messo insieme le stime di quanti batteri, funghi, piante, animali e altre creature vivononel suolo e hanno scoperto che «Il 59% di tutte le specie dipende dal suolo per la propria sopravvivenza, compreso il 90% dei funghi, l’86% delle piante e il 40% dei batteri».

Il gruppo con la più alta percentuale di specie che vivono nel suolo è quello dei funghi: il 90%. Seguono le piante e le loro radici con l’86%. I lombrichi e i molluschi come le lumache costituiscono il 20%.

Anthony  evidenzia che «Tuttavia, nessuno ha ancora tentato di stimare la diversità degli organismi molto piccoli come batteri, virus, archaea, funghi e organismi unicellulari. Ma sono cruciali per il riciclaggio dei nutrienti nel suolo, per lo stoccaggio del carbonio e sono importanti come agenti patogeni e partner degli alberi».

Poiché i dati sulla diversità del suolo sono estremamente frammentari, soprattutto nel Sud del mondo, i risultati dello studio mostrano in alcuni casi enormi variazioni: «Per i batteri, ad esempio, il valore medio è del 40% delle specie che vivono nel suolo, ma l’intervallo si estende dal 25 all’88% – fanno notare i ricercatori – Le incertezze sono enormi anche per i virus, studiati principalmente come patogeni umani». Per questo gli autori dello studio si  stanno preparando a rispondere alle critiche ai loro metodi e conclusioni.

Anthony conclude: «Il nostro lavoro è un primo ma importante tentativo di stimare quale percentuale della biodiversità globale vive nel suolo. L’obiettivo è quello di fornire la base per decisioni tanto necessarie per proteggere i suoli e le loro creature in tutto il mondo. I suoli sono sottoposti a un’enorme pressione, a causa dell’intensificazione agricola, dei cambiamenti climatici, delle specie invasive e a molto altro. Il nostro studio dimostra che la diversità nei suoli è grande e di conseguenza importante, quindi dovrebbero essere presi in considerazione molto di più nella conservazione».