Un Piano di prevenzione per gli incendi in Sardegna

Wwf: «Vengono applicati da criminali o sciagurati, ma non bisogna dimenticare l’aggravante della crisi climatica»

[11 Agosto 2023]

Anche quest’estate l’Italia, e nelle ultime settimane la Sardegna in particolare, è attraversata da incendi alimentati da mano umana: quella che appicca materialmente il fuoco, come quella che alimenta la crisi climatica bruciando combustibili fossili.

Guardando ai dati aggiornati al 7 agosto, l’Ispra stima in oltre 59mila ettari l’area percorsa dal fuoco lungo lo Stivale, di cui 30 bruciati negli ultimi giorni in Sardegna.

«Gli incendi vengono appiccati da criminali in cerca di interessi, vendette, vantaggi – la maggioranza – o da sciagurati che non rispettano le minime norme di convivenza civile», osservano nel merito dal Wwf; un problema non solo italiano, dato che in Europa si stima che il 97% degli incendi sia causato da attività umane.

A ciò si aggiunge «l’aggravante della crisi climatica, che con le temperature infernali di quest’estate, hanno confermato quello che è chiaro da anni, cioè il ripetersi di condizioni e degli eventi estremi».

Che fare dunque, contro gli incendi? Per il Wwf sono necessarie alcune azioni fondamentali. Da quelle più elementari, cioè che dovrebbero rientrare nella norma, quali la certezza della pena per chi appicca il fuoco; l’aggiornamento del catasto delle zone percorse dal fuoco e il rispetto delle norme che vietano la caccia e il pascolo (per 10 anni); il potenziamento di mezzi e personale per la prevenzione, il controllo e per le attività di spegnimento; il rafforzamento del coordinamento che ha la responsabilità in materia; una campagna informativa e di sensibilizzazione capillare.

A questi temi, secondo gli ambientalisti del Panda dovrebbero abbinarsi altre misure urgenti, come un piano di prevenzione multisettoriale e con una mappatura delle aree prioritarie a livello ambientale e quelle più a rischio per eventi estremi (già individuate); il rafforzamento dei mezzi di intervento; l’istituzione delle aree protette previste dalla legge regionale (n. 31 del 1989), quali luoghi da presidiare con mezzi, uomini e risorse. Oltre ovviamente a sostenere quelle già istituite.