Il caso virtuoso della Comunità montana Gelbison e Cervati, nel Parco nazionale del Cilento
Prevenzione incendi, il salernitano punta sulla tecnologia con droni e nuovi posti di lavoro
Il presidente Laurito: «Un’azione di monitoraggio per tutto l’anno è richiesta dall’Europa e dalla Strategia italiana della biodiversità»
[17 Agosto 2023]
L’impatto degli incendi è lungo e drammatico: perdita di biodiversità con sostituzione di altre forme di copertura vegetale, distruzione degli habitat per la fauna selvatica, dissesto idrogeologico, erosione del suolo e peggioramento della qualità delle acque, frane e scoscendimenti in territori fragili. Per non contare gli effetti degli incendi forestali che possono protrarsi per decenni o secoli, con notevoli ripercussioni anche sul piano economico e sociale.
Rispetto ad un fenomeno così devastante è necessario che si assumano iniziative dirompenti che invertano il modello di prevenzione attuale e permettano di dare – per tutto l’anno – attenzione al presidio del territorio abbandonato dall’uomo, oltre a perseguire responsabilità e formare, informare e comunicare quanti danni si generano con gli incendi.
Ancora oggi alcuni degli incendi sono appiccati da agricoltori che vedono nella stagione secca un’occasione per liberare terreno dal bosco e fare spazio per coltivazioni e allevamenti; altri e sempre di più di origine “dolosa”, con risvolti speculativi se non criminali.
Ad ulteriore danno al territorio, gli incendi non faranno che aumentare l’emissione di anidride carbonica, velocizzando il riscaldamento del pianeta. In Italia a partire dall’inizio dell’anno sono andati in fumo 51.386 ettari senza contare gli incendi dal 25 al 27 luglio che hanno devastato 31.078 ettari di vegetazione e quelli non ancora quantificati in agosto, come risulta dal report di Legambiente. Insomma, abbiamo un problema, e dobbiamo riuscire a risolverlo.
È necessaria una forte e innovativa azione di prevenzione tutto l’anno, cercando di trasformare un problema in opportunità, e quindi, ridurre e riutilizzare la biomassa a fini energetici, ripristinare una agricoltura preventiva, autorizzare il pascolo prescritto ma anche attivare nuove leve di prevenzione e monitoraggio ambientale con l’aiuto della tecnologia.
In un nuovo modello di prevenzione, la tecnologia ha un ruolo strategico: creando un’enorme mole di dati, rendendo di fatto possibile studiare e predire gli incendi oltre individuare e monitorare la biomassa in eccesso, i cambiamenti vegetazionali e la perdita di biodiversità, con la possibilità di determinare simulazioni e mappe del rischio, oltre che un puntuale intervento preventivo durante tutto l’anno nelle zone a rischio, con la possibilità di creare nuove professionalità nella gestione delle tecnologie adottate.
È la scelta che una Comunità montana del Parco nazionale del Cilento, Valle di Diano e Alburni sta perseguendo, con l’autorevole supporto operativo di Leonardo spa, vincitore in Ati (Associazione temporanea d’imprese) della gara per realizzare il “Sistema radiomobile con piattaforma remote sensing con droni dotati di strumentazione” che a livello gestionale prevede la formazione degli operatori e dei quadri, permettendo all’Ente montano di implementare un modello gestionale avanzato nell’utilizzo di una rete di monitoraggio integrato per monitorare gli incendi e il suolo, attivando nel contempo un network di monitoraggio integrato sui territori fragili con nuova occupazione professionalizzata.
«La mancanza di personale della Comunità montana – spiega il suo presidente, Carmine Laurito – ci ha indotti ad utilizzare la tecnologia ad alta efficienza per la prevenzione e il contrasto agli incendi boschivi, ma nel contempo crediamo che tutto questo dovrà permettere di avere squadre operative professionalizzate grazie alla formazione specialistica, anche per operare a stretto contatto con il Parco nazionale per i monitoraggi ambientali e le modificazioni vegetazionali per contenere la perdita di biodiversità. In questo momento un’azione di monitoraggio per tutto l’anno è richiesta dall’Europa e dalla Strategia italiana della biodiversità recentemente approvata al ministero dell’Ambiente, anche per ottimizzare e operare nella direzione di una sicurezza energetica del nostro territorio con impianti a biomassa sempre più diffusi».
Ad oggi i droni servono da supporto alle squadre di terra (sempre più ridotte in numero e professionalità) e sono in grado di fornire informazioni essenziali in tempo reale sulla posizione dei fronti di fiamma, sulla potenziale evoluzione dell’incendio e sull’efficacia delle azioni di lotta.
Nelle tecnologie adottate, è pronto al decollo di un innovativo drone ad ala fissa, che è in grado di individuare precocemente eventuali focolai, di aiutare gli interventi dei mezzi antincendio da terra e dal cielo e anche di controllare 24 ore su 24 le aree pericolose o in fiamme.
L’ultima tecnologia applicata alla lotta agli incendi è Smart FireBarrier, composta da una barriera di estintori Nub-e, prodotti dalla stessa compagnia; il sistema può spegnere in modo autonomo incendi nascenti e funzionare da linea tagliafuoco mobile.
In futuro episodi di incendi nelle aree agricole in transizione, le zone rurali abitate e le aree boscate non facilmente controllabili saranno sempre più frequenti: combatterli in modo efficace significa diminuire drasticamente i danni ambientali provocati, salvaguardando la fauna e la flora contenere la perdita di biodiversità.
Ma significa anche salvare vite umane, di coloro che combattono sugli incendi e di coloro che abitano nei pressi di zone a rischio, creando nuove opportunità di lavoro nella gestione di questi processi, riabilitando un’economia circolare e un presidio sempre più innovativo ed integrato con le attività umane.