Sostegno al progetto MIkes nei Paesi Acp
L’Ue contro il bracconaggio di elefanti, grandi scimmie e tartarughe marine
[3 Dicembre 2013]
Oggi l’Unione Europea ha deciso di sostenere il programma “Minimising the Illegal Killing of Elephants and other Endangered Species” (Mikes) per migliorare la tutela degli elefanti, delle grandi scimmie e rinoceronti in Africa, così come altre specie come le tartarughe marine dei Caraibi e del Pacifico. Il programma, rivolto ai Paesi dell’Africa, Caraibi, Pacifico (Acp), secondo la Commissione europea «Rafforzerà il monitoraggio delle popolazioni di animali e del bracconaggio, contribuirà e a migliorare l’applicazione della legge nella lotta contro le uccisioni illegali, attraverso la formazione e il sostegno operativo, e ad istituire un sistema di risposta di emergenza per gli improvvisi aumenti delle uccisioni e del commercio illegali».
Mikes è finanziato attraverso il 10° Fondo europeo di sviluppo con 12.300.000 euro e si svolgerà nel periodo 2014-2018, implementerà la Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (Cites) in collaborazione con i 31 Stati africani dell’areale degli elefanti e selezionerà anche aree protette nei Caraibi e nel Pacifico. L’annuncio è stato dato all’African Elephant Summit che si conclude domani a Gaborone, la capitale del Botswana. L’evento punta a mettere in atto misure urgenti per affrontare la recrudescenza del bracconaggio degli elefanti africani e del commercio illegale di avorio.
Il nuovo progetto Mikes si basa su un progetto simile già esistente dal 2001 e che ha documentato un aumento allarmante del bracconaggio di elefanti ed ha evidenziato la necessità di agire contro il crescente commercio illegale internazionale in avorio di elefanti. Secondo i dati del progetto, «Nel 2012 circa 22.000 elefanti sono stati uccisi illegalmente in tutto il continente africano . Questa cifra supera i numeri con cui le popolazioni di elefanti crescono, suggerendo che il loro complessivo numero stia diminuendo» Il commercio illegale di avorio è in aumento: 2011 ha visto anche il sequestro record di 35 tonnellate di avorio.
Il commissario europeo allo sviluppo, Andris Piebalgs ha sottolineato che «L’uccisione illegale di specie minacciate di estinzione è attualmente una delle principali minacce per la fauna selvatica nei Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Si tratta di network criminali pesantemente armati e organizzati, che contribuiscono all’insicurezza e quindi impediscono lo sviluppo. Tutto questo richiede un approccio coerente con l’obiettivo di affrontare le minacce sia alla biodiversità che alla sicurezza in queste tre regioni».
I Paesi Acp vantano elevati livelli di biodiversità e le presenza di alcune delle specie viventi più rare del pianeta, come i rinoceronti, le grandi scimmie e le tartarughe marine. Il nuovo progetto “Mikes” migliorerà il sistema di monitoraggio della biodiversità e delle minacce che subisce estendendo ad altre specie rare la copertura data fino ad ora agli elefanti. Per combattere il bracconaggi saranno, fra le altre cose, formate le forze dell’ordine, dato supporto tecnico per la creazione di sistemi di pattugliamento e, dove richiesto, un supporto operativo concreto. Verrà creato un meccanismo di risposta di emergenza per consentire a Mikes di rispondere a improvvisi aumenti delle uccisioni e/o del commercio internazionale illegale di elefanti e altre specie.
Secondo il commissario Ue all’ambiente, Janez Potocnik, «Questo nuovo programma dimostra che l’Ue, in partenariato con i Paesi Acp, è pronta a rafforzare gli sforzi per combattere il traffico di fauna selvatica e per ridurre i suoi impatti devastanti sulla biodiversità. Accolgo con particolare favore l’attenzione sulla migliore applicazione delle norme Cites, che aiuteranno i Paesi a rafforzare le loro capacità in quell’area. Tuttavia, dato il recente aumento drammatico della domanda di prodotti illeciti della fauna selvatica e visto che il crimine della fauna selvatica è diventato anche una seria minaccia per la sicurezza, la stabilità politica, le risorse naturali e dello Stato di diritto, l’Ue deve esaminare se il suo approccio attuale sia sufficiente nell’affrontare le molteplici sfaccettature di questo problema».