Dal 1865 il ghiacciaio del Rutor ha perso 4 km2, negli ultimi cinquant’anni 1,5 km2

Legambiente: il record italiano dello zero termico a 5.328 metri e i ghiacciai alpini in piena emorragia per effetto della crisi climatica

[22 Agosto 2023]

Dalla prima tappa della quarta edizione della Carovana dei Ghiacciai di Legambiente emerge nel Ghiacciaio del Rutor «Una perdita di superficie di circa 4 km2 dal 1865 ad oggi, di cui 1,5 km2 persi solo negli ultimi cinquant’anni. Sempre facendo un confronto con la situazione dei primi anni ’70, la fronte del lobo destro si è ritirata di 650 metri mentre quella del lobo sinistro di 750 metri.

Attualmente, con un’area di circa 7,5 Km2, il Ghiacciaio del Rutor, il terzo valdostano per estensione dopo Miage e Lys, è  sempre più minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici, che provocano una crescente perdita di massa glaciale. Secondo ARPA Valle d’Aosta, «Nnonostante l’accumulo invernale 2023 del ghiacciaio risulti sorprendentemente tra i migliori degli ultimi vent’anni (situazione ben più positiva rispetto a quelle degli accumuli dei vicini ghiacciai di Timorion e del Grand Etret), quest’estate ci si aspetta un bilancio di massa negativo anche se meno severo rispetto agli ultimi anni».

I monitoraggi sono stati realizzati dal Comitato Glaciologico Italiano (CGI) e ARPA Valle d’Aosta in collaborazione con Legambiente. Ne hanno preso parte Paolo Pogliotti (Arpa Valle d’Aosta); Marta Chiarle (CNR-IRPI) e Marco Giardino (CGI).

La Carovana dei Ghiacciai evidenzia che «Nel suo complesso, la dinamica di ritiro del Rutor risulta condizionata dal paesaggio geomorfologico caratterizzato da un’alternanza di conche colme di sedimenti e ricche di laghi e dorsali rocciose allineate alle strutture geologiche alpine. Questo fa sì che il ritiro non avvenga in modo lineare, ma alternando fasi relativamente stazionarie o di lento ritiro (come l’attuale) quando la fronte si trova in prossimità di una conca, fino a quando emerge una barra rocciosa che isola la fronte dal resto del ghiacciaio, momento in cui si verifica un marcato e rapido regresso della fronte».

Presentando oggi i dati ad Aosta,  Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e Presidente CIPRA Italia, ha sottolineato che «La notizia del nuovo record italiano dello zero termico raggiunto alla stazione di radiosondaggio Novara Cameri a 5.328 metri, testimonia l’aumento senza precedenti delle temperature e l’inesorabile destino dei nostri ghiacciai alpini, in piena emorragia, per effetto della crisi climatica. Neanche il Rutor è fuori pericolo: non sono bastate le nevicate dello scorso maggio a scongiurare il probabile bilancio di massa negativo».

Giardino, vicepresidente del CGI e docente dell’università di Torino, conclude: «Il ghiacciaio del Rutor  è emblematico perché le condizioni geologiche e geomorfologiche consentono di conservare traccia dell’evoluzione ambientale, nel breve e nel lungo termine. Un luogo ideale per dimostrare l’importanza di associare al monitoraggio diffuso e comparativo sui ghiacciai operato dal Comitato Glaciologico Italiano, un approccio multidisciplinare anche alle zone proglaciali, per rilevare i fenomeni di deposito ed erosione e stabilire un bilancio idrico e dei sedimenti traspostati dalle acque di fusione».