Parassita dei pitoni trovato nel cervello di una donna australiana
E' il primo caso di infezione umana al mondo da parte del nematode Ophidascaris robertsi
[30 Agosto 2023]
Lo studio “Human Neural Larva Migrans Caused by Ophidascaris robertsi Ascarid”, pubblicato su Emerging infectious diseases da un team di ricercatori australian i illustra il primo caso al mondo di una nuova infezione parassitaria nell’uomo: un nematode vivo lungo 8 centimetri che di solito parassita i serpenti trovato nel cervello di una donna di 64 anni. Il nematode Ophidascaris robertsi è stato estratto dal paziente dopo un intervento chirurgico al cervello: era ancora vivo e si dimenava. I ricercatori sospettano che «Le larve, o individui giovani, fossero presenti anche in altri organi del corpo della donna, compresi i polmoni e il fegato».
L’autore senior dello studio, Sanjaya Senanayake dell’Australian National University (ANU) e del Canberra Health Services, sottolinea che «Questo è il primo caso umano di Ophidascaris descritto nel mond. A nostra conoscenza, questo è anche il primo caso che coinvolge il cervello di qualsiasi specie di mammifero, umana o meno. Normalmente le larve del nematode si trovano nei piccoli mammiferi e nei marsupiali, che vengono mangiati dal pitone, consentendo al loro ciclo vitale di completarsi nel serpente».
Gli Ophidascaris robertsi sono comuni nei pitoni tappeto (Morelia spilota), vivono solitamente nell’esofago e nello stomaco del serpente e disperdono le loro uova con le feci dell’ospite. Gli esseri umani infettati dalle larve di Ophidascaris robertsi andrebbero quindi considerati ospiti accidentali.
All’ANU ricordano che «I nematodi sono incredibilmente resistenti e in grado di prosperare in una vasta gamma di ambienti. Nell’uomo possono causare mal di stomaco, vomito, diarrea, appetito e perdita di peso, febbre e stanchezza».
Secondo i ricercatori, la donna, originaria del New South Wales , «Probabilmente ha contratto il nematode dopo aver raccolto un tipo di erba autoctona, la Warrigal Greens, accanto a un lago vicino a dove viveva: La paziente ha usato le Warrigal per cucinare e probabilmente è stata infettata dal parassita direttamente dopo aver toccato l’erba nativa o dopo aver mangiato le verdure».
Una delle autrici dello studio, Karina Kennedy, direttrice di microbiologia clinica al Canberra Hospital e professoressa all’ANU Medical School, ha spiegato che «I suoi sintomi sono iniziati per la prima volta nel gennaio 2021. Inizialmente ha sviluppato dolore addominale e diarrea, seguiti da febbre, tosse e mancanza di respiro. In retrospettiva, questi sintomi erano probabilmente dovuti alla migrazione delle larve di nematodi dall’intestino e in altri organi, come il fegato e i polmoni. Sono stati presi campioni respiratori e sono state eseguite una biopsia polmonare; tuttavia, in questi campioni non sono stati identificati parassiti. Allora, cercare di identificare le larve microscopiche, che non erano mai state identificate in precedenza come causa di infezione umana, era un po’ come cercare un ago in un pagliaio».
Nel 2022 la paziente ha iniziato a mostrare cambiamenti nella memoria e nell’elaborazione del pensiero ed è stata sottoposta a una risonanza magnetica cerebrale che ha dimostrato una lesione atipica nel lobo frontale destro del cervello. La paziente è stata quindi ricoverata per la prima volta in un ospedale locale alla fine di gennaio 2021 dopo aver sofferto per tre settimane di dolori addominali e diarrea, seguiti da tosse secca costante, febbre e sudorazione notturna. Nel 2022, la paziente soffriva di perdita della memoria e depressione, richiedendo una risonanza magnetica. Un neurochirurgo dell’ospedale di Canberra ha analizzato l’anomalia e solo allora è stato trovato l’inaspettato nematode di 8 centimetri che successivamente è stato confermato essere un Ophidascaris robertsi da esperti di parassitologia, anche grazie a molecolari.
Per Senanayake, «Questo primo caso al mondo ha evidenziato il pericolo di malattie e infezioni che si trasmettono dagli animali all’uomo, soprattutto ora che iniziamo a vivere più a stretto contatto e i nostri habitat si sovrappongono sempre di più. Ci sono state circa 30 nuove infezioni nel mondo negli ultimi 30 anni. Delle infezioni emergenti a livello globale, circa il 75% sono zoonotiche, il che significa che c’è stata trasmissione dal mondo animale a quello umano. Questo include i coronavirus. Questa infezione da Ophidascaris non si trasmette da persona a persona, quindi non causerà una pandemia come la SARS, il Covid-19 o l’Ebola. Tuttavia, il serpente e il parassita si trovano in altre parti del mondo, quindi è probabile che si verifichino altri casi nei prossimi anni in altri Paesi».
La Kennedy ha fatto notare che «Il messaggio importante di questo caso riguarda la sicurezza alimentare generale, in particolare quando si fa orticoltura o si cerca cibo dove potrebbero esserci altri animali selvatici nelle immediate vicinanze. Le persone che fanno orticoltura o cercano cibo dovrebbero lavarsi le mani dopo aver fatto giardinaggio e aver toccato prodotti naturali. Anche qualsiasi cibo utilizzato per insalate o cucinanare dovrebbe essere lavato accuratamente, e le superfici della cucina e i taglieri, asciugati e puliti dopo l’uso».
Intanto, la sfortunata paziente continua ad essere monitorata dal team di malattie infettive e dagli specialisti del cervello e Senanayake conclude: «Non è mai facile o desiderabile essere il primo paziente al mondo per qualsiasi cosa. Non potrò mai esprimere abbastanza la nostra ammirazione per questa donna che ha mostrato pazienza e coraggio lungo tutto questo procedimento».