I passeri cantori di città sono padri migliori di quelli di campagna
Gli scienziati credevano che i passeri maschi urbani si curassero meno dei loro piccoli rispetto a quelli di campagna. È il contrario
[31 Agosto 2023]
Lo studio “Indirect effects of urbanization: consequences of increased aggression in an urban male songbird for mates and offspring”, pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution da un team di ricercatori del Virginia Polytechnic Institute and State University (Virginia Tech) ribalta molte delle convinzioni che avevamo sulla dedizione dei passeri maschi all’allevamento della loro prole in città e in campagna.
Lo studio è partito dalla convinzione che i maschi di passero cantore (Melospiza melodia) che vivono nelle zone rurali passassero tutto il tempo della nidificazione alla ricerca di insetti per nutrire i loro piccoli, a proteggere il territorio dagli altri passeri, a impedire che i vaccari testabruna (Molothrus ater) si intrufolino le loro uova nel nido e che i serpenti e altri predatori si mangino i loro pulcini. Ma i ricercatori hanno scoperto che è l’invasione degli esseri umani, con il loro cemento, le auto e le strade ad essere un grosso problema, mentre la vita urbana spinge i passeri maschi a diventare «Super padri più attenti».
Il principale autore dello studio, Samuel Lane, ora alla North Dakota State University, conferma ad Anthropocene Magazine che «Contro le nostre aspettative, abbiamo scoperto che visitavano i nidi più frequentemente e che erano genitori di maggior successo rispetto ai maschi rurali».
Le inattese abitudini genitoriali di questo uccellino bianco e marrone sono anche un esempio dei modi paradossali in cui la fauna selvatica risponde all’invasione del territorio da parte degli esseri umani. Se ad alcune specie parassitarie come ratti e scarafaggi piace vivere insieme alle persone, si riteneva improbabile che un uccellino selvatico potesse adattarsi e prosperare negli ambienti urbani.
Quando Lane e il suo team hanno iniziato a monitorare le differenze nel comportamento genitoriale tra i passeri maschi urbani e quelli rurali, avevano previsto che gli uccelli cittadini avrebbero trascurato i loro compiti di nidificazione per dedicare più tempo a respingere i rivali. Studi precedenti avevano dimostrato che i passeri cantori maschi nelle aree urbane erano più aggressivi dei loro parenti di campagna e studi su altri uccelli avevano scoperto che i maschi più aggressivi trascorrono meno tempo a prendersi cura dei loro piccoli .
Per capire se quel che credevano fosse vero, i ricercatori hanno monitorato il comportamento degli uccelli in 6 siti rurali e urbani nel sud-ovest della Virginia: tra il 2018 e il 2021 hanno catturato 130 passeri cantori, dei quali 76 maschi, e hanno attaccato un piccolo tag a una zampa di ciascun passero. Poi hanno posizionato in decine di nidi piccoli rilevatori che registravano ogni visita di un uccello taggato, un indicatore delle abitudini genitoriali degli uccelli.
Per valutare la ferocia relativa dei maschi, i ricercatori hanno realizzato finti passeri cantori di plastica dotati di un dispositivo di registrazione che riproduceva diversi richiami, segno di una potenziale intrusione per le specie territoriali. Poi hanno monitorato l’aggressività del passero maschio con il territorio più vicino: quanto si è avvicinava al finto passero che emetteva richiami, quante volte hanno emesso una “canzone dolce” dal tono basso e quanto ha agitato le ali. Ne è venuto fuori che «Sorprendentemente, sebbene gli uccelli maschi urbani fossero più aggressivi, facevano anche molte più visite ai nidi rispetto agli uccelli rurali». Invece, le femmine visitavano i loro nidi con la stessa frequenza sia in campagna che in città».
Lane sottolinea; «Abbiamo scoperto che i maschi urbani sono super maschi, capaci di difendere i loro territori e prendersi cura dei loro piccoli».
Indipendentemente dal fatto che queste visite in più siano state un fattore determinante, i pulcini nati in città se la sono cavata meglio di quelli rurali sotto diversi aspetti: nei nidi urbani le uova avevano maggiori probabilità di schiudersi e i pulcini avevano maggiori probabilità di diventare abbastanza grandi da volare via. Questo nonostante che in città sia maggiore la minaccia rappresentata dai vaccari testabruna che depongono le uova nel nido dei passeri cantori inducendoli ad allevare i loro pulcini.
Un fattore che favorisce la sopravvivenza dei pulcini urbani potrebbe non avere che fare con l’attenzione genitoriale: «In città ci sono meno animali che predano i passeri, come i serpenti – fanno notare gli scienziati – Questo potrebbe anche aiutare a spiegare perché i maschi urbani visitano più spesso i loro nidi. E’ possibile che gli uccelli rurali riducano al minimo il numero di visite per evitare di allertare sulla posizione di un nido i predatori in agguato».
Lane conclude: «Spesso si presume che le aree urbane siano più impegnative per gli animali selvatici. Il nostro studio aggiunge prove sempre più evidenti del fatto che, quando c’è spazio verde sufficiente per trovare cibo e luoghi di nidificazione, alcune specie di uccelli canori traggono vantaggio dalla vita in ambienti urbani».